Alessandro Ramagli è tornato sulla vittoriosa trasferta di Bologna: «Si è trattato di un successo importante perché c’è stata una bella reazione emotiva all’infortunio di Massimo Chessa che abbiamo somatizzato soltanto alla vigilia della trasferta bolognese: c’era il rischio che ci fosse scoramento tra i miei giocatori, invece c’è stata una bella risposta sul campo. Abbiamo difeso con grande profitto, abbiamo fatto molto bene in attacco in alcuni momenti del match, mettendo canestri difficili che è una cosa non spesso ci capita. In definitiva, una trasferta positiva, un cammino che continua, nonostante la situazione infortuni che quest’anno per noi è grottesca. Chessa l’avevo appena promosso in quintetto e la sfiga ha deciso di guardarlo fisso negli occhi e di colpirlo…». Per la cronaca, la guardia sarda starà ferma almeno 3 settimane per problemi alla schiena e sarà seguito dal nuovo preparatore atletico Giacomo Braida che ha sostituito il “tagliato” Alessandro Schiavon.

Coach, come si spiega un terzo quarto strepitoso di McConnell contro la Biancoblù, mentre negli altri tre è stato timido e rinunciatario? «Secondo me Mickey ha fatto una partita eccellente, poi ci sono dei momenti in cui puoi prendere la partita, e dei momenti in cui aspetti che la partita venga da te. Direi che la mia squadra ha tenuto costantemente in mano il pallino della gara e se lo ha fatto, molto passa dalle mani del playmaker. Non gli si può chiedere sempre 30 punti: a Bologna comunque ne ha fatti 20, se poi di questi 20 ne ha fatti 13 nel terzo quarto, a noi va bene lo stesso».

Avete temuto di non farcela nel quarto periodo, quando la squadra di Salieri è arrivata dal -19 al -4? «Una squadra che ha sempre perso in trasferta, quando gli avversari si avvicinano, comincia ad alzare gli occhi verso il tabellone perché vorrebbe che la partita finisse in fretta. Quando tiri il collo sempre agli stessi, dopo un po’ questo lo paghi: alcuni di noi inoltre hanno problemi di condizione, come Lawers che arrivato da poche settimane: la prima partita la giochi sulla freschezza, la seconda ti sembra di avere un elefante sulle spalle, e questo è normale». 

Vincere con la squadra avversaria in rimonta, può aiutare a costruire consapevolezze per il futuro? «Direi che questo è parte del percorso che ci attende ed è un percorso difficilissimo: la continuità è spesso figlia di una stabilità che purtroppo noi dall’inizio non abbiamo mai avuto. Anche al PalaDozza qualche piccolo black out c’è stato ed è figlio di questo: la stabilità come gruppo e come abitudini ce l’avremo soltanto quando riusciremo, mi auguro, ad avere un pochino di continuità di lavoro. Allenarsi in 6 o 7 per tutta la settimana, vi assicuro che non è divertente per niente». 

La Biancoblù però, in fatto di infortuni, non ha nulla da “invidiare” a voi… «C’è un po’ differenza, perché i nostri infortunati non hanno giocato, i loro sì. Al di là di questo, non mi metto a fare la gara a chi ha più infortuni o a chi ha meno infortuni: onestamente mi prendo una bella vittoria, alla fine di una partita solida e di grande reazione della squadra… se non siamo contenti, arrangiamoci. Io sono contento!». 

 

Andrea EtrariALESSANDRO_RAMAGLI