Rude Boys (foto Marco Marengo)

Tifosi in Festa per la promozione di Torino (Foto M. Marengo)

Finalmente l’attesa è finita. Dopo 22 lunghissimi anni, la Torino cestistica è tornata in Serie A. Lungo è stato il cammino per la risalita e come tutte le conquiste anche questa è passata attraverso lacrime e sudore.

Era il 1993. In Italia girava ancora a piede libero Pietro Pacciani, il mostro di Firenze; in Europa esisteva ancora la Cecoslovacchia e in quella che era la ex Jugoslavia c’era una guerra fratricida che avrebbe dilaniato una nazione e migliaia di persone. C’era ancora la Democrazia Cristiana; Cosa Nostra raggiungeva il culmine della sua guerra allo Stato con le autobombe agli Uffizi e in Via Palestro a Milano e a Palermo trucidava don Pino Puglisi. Non esisteva ancora l’Unione Europea, che sarebbe nata a Maastricht a novembre di quell’anno, Berlusconi era ancora un imprenditore e non era ancora sceso in campo dove scendevano invece gli olandesi del suo Milan a dominare l’Europa con Sacchi allenatore. C’era ovviamente ancora la lira e in TV i ragazzini sbavavano davanti ad un programma ideato da Gianni Boncompagni chiamato Non è la Rai. Si mangiava il Cuore di Panna o si faceva la merenda con Girella e già allora per dipingere una parete grande ci voleva un pennello grande.

La Francorosso Torino. Uno dei vice era Meo Sacchetti, ora a Sassari

La Francorosso Torino. Uno dei vice era Meo Sacchetti, ora a Sassari

Era il 1993. I tifosi di Torino soffrivano ascoltando le radiocronache di Domenico Latagliata che scandivano la discesa dell’Auxilium Torino in serie A2. Una squadra marchiata Francorosso, che in passato aveva visto passare un allenatore storico come il compianto Dido Guerrieri, cui ora è intitolata la curva dei Rude Boys, e giocatori del calibro di Davide Pessina, Riccardo Morandotti, Carlo Della Valle, Charlie Caglieris, Meo Sacchetti, Renzo Vecchiato, Giampiero Savio o gli americani Scott May, Joe Kopicki, Kevin Magee, Jay Vincent, Bobby Lee Hurt e Darryl Dawkins, ora aveva in Alessandro Abbio la stella più brillante (poi campione d’Italia con la Virtus Bologna e campione d’Europa con la Nazionale Italiana) supportato da due americani che poco hanno lasciato alla storia gialloblu: Brian Howard e Richard Bella.

Dopo la retrocessione sul campo, il successivo campionato in A2 e l’autoretrocessione d’ufficio per problemi economici, con i successivi campionati giocati solo più nelle serie minori e la successiva cancellazione dell’Auxilium nel 2008.

Antonio Forni con il trofeo di vincitore della Serie A2 (foto da www.pmstorino.it)

Antonio Forni con il trofeo di vincitore della Serie A2 (foto GreenPink)

Nel frattempo a Torino nel 2004 nasceva l’Associazione Cuore Gialloblu, che si prefiggeva come obiettivo quello di fare risalire il basket di Torino ai livelli che. Per farlo, l’associazione coinvolge Paolo Terzolo, che nel 2009 unisce la Pallacanestro Moncalieri e la Pallacanestro San Mauro creando così la Pallacanestro Moncalieri San Mauro e dando poi vita alla PMS Torino nel 2011, che con l’ingresso di Antonio Forni in società si prefigge l’obbiettivo di riportare Torino in Serie A nel 2015, in concomitanza con Torino Capitale dello Sport 2015. Dalla sua nascita nel 2009 la PMS sale dalla B Dilettanti alla DNA Gold grazie alla storica promozione sul campo di Matera, passando da due eliminazioni cocenti ai Playoff, con Treviglio in DNB e con Trento, dolorosissima, in DNA lo scorso anno, quando però sono state poste le basi per la promozione in Serie A di quest’anno.

Ieri sera infatti il lavoro di tanti anni ha dato i suoi frutti e finalmente Torino è stata promossa nella massima serie al culmine di una stagione non senza scosse telluriche interne.

Dopo la separazione delle strade di Paolo Terzolo, che continua a mantenere vivo il Progetto PMS Basketball, il settore giovanile che tanti ottimi risultati sta raggiungendo nelle ultime stagioni, e Guido Forni, che mantiene la proprietà di PMS Torino, la città avrà due squadre a partire dalla prossima stagione:

  • PMS Basketball, che con i suoi giovani e qualche innesto pare possa rilevare i diritti di una squadra di DNB
  • PMS Torino, che dalla prossima stagione dovrebbe tornare ad essere AUXILIUM Torino, rinverdendo i fasti del passato e con la massima serie raggiunta richiamare ancora più gente a palazzo.
Una delle Torino più forti di sempre, con Darryl Dawkins

Una delle Torino più forti di sempre, con Darryl Dawkins

Una separazione però non è mai indolore e ora per la futura Auxilium si pone il problema del settore giovanile. Con PMS Basketball l’Auxilium perde un settore giovanile di livello e sta raggiungendo un accordo con il CUS Torino, titolare di un settore giovanile non all’altezza di quello della PMS. Il rischio è di andare in controtendenza rispetto al passato, quando l’Auxilium forgiava i suoi campioni dal settore giovanile, come dimostrano i più blasonati Abbio, Pessina, Vidili, Morandotti, Della Valle ma anche gli utilissimi Cristiano Masper, Paolo Prato, Riccardo Trevisan, Luca Jacomuzzi o Charles Muyango, ultima nidiata che ha dato giocatori da Serie A a Torino.

Torino ha dalla sua l’entusiasmo di una città che ha saputo riempire il Ruffini in ogni ordine di posto nei momenti decisivi della stagione e con il ritrovato nome di Auxilium il pubblico potrebbe affezionarsi ancora di più ai colori gialloblu. La macchina è partita, le ambizioni sono importanti e la piazza esigente dopo tanti anni bui. Qualcuno già vive nel terrore di una ricaduta. Non è però questo il momento delle preoccupazioni, ora tutta Torino si gode il momento e il raggiungimento di un traguardo storico.