Coach Martelossi, parliamo del traguardo raggiunto dalla tua squadra in settimana, cioé la qualificazione alla final four di coppa Italia: «E’ una situazione un po’ singolare, perché per Verona in sè è poco: questa società ha già vinto la coppa Italia “vera” e ha partecipato più volte alle final four “vere”, però direi che è interessante aver raggiunto questo traguardo che potrà essere valutato nel tempo. Infatti da qui a marzo, se riusciremo a migliorare, potremo capire l’importanza dell’evento».
Anche perché si tratta di una “vetrina”, dove avrete gli occhi di tutta l’Italia cestistica addosso: «Sì, sono d’accordissimo: penso che i ragazzi questo l’abbiano recepito, tanto che hanno giocato una partita importante a Veroli».
Qual è la vera Tezenis: quella che perde a Scafati domenica scorsa senza mai realmente stare in partita o quilla brillante di Veroli due giorni dopo? «La mia è una squadra che non ha ancora completato, secondo me, il percorso di una presa di coscienza riguardo al proprio valore, che è mediamente superiore a quello che sta facendo vedere. Deve fare meglio soprattutto nella continuità, che non significa essere imbattibili, ma con un po’ di incoscienza e un po’ di determinazione, si può provare ad essere ambiziosi e provare ad alzare il livello della propria prestazione e della propria classifica».
Insomma non è facile dare un giudizio sulla tua formazione: «Questa squadra mi avrebbe lasciato più facilità di giudizio in passato, perché è una compagine tipicamente da play off, però relativamente ai campionati passati, dove il livello era un pochino più basso. Quest’anno la concorrenza è altissima e quindi bisogna essere ancora più bravi, ancora più determinati, mentre noi sinora lo siamo stati solo al 50%».
La proprietà vuole i play off, come obiettivo minimo… «Minimo o massimo, siamo allo stesso punto: la competitività di quest’anno tenderà ad abbassare la quota play off, però a me piace pensare che prima dobbiamo essere solidi mentalmente per ambire a qualsiasi risultato e soprattutto bisogna coagulare tutte le componenti. Quindi parlo di solidità con i giocatori, con lo staff tecnico, con la società: tutto l’insieme può farci viaggiare nella stessa direzione, ma tutto questo si deciderà nell’ultimo periodo della stagione. Certo è che parlare di play off tanto per parlare o arrivarci dal nono posto e avere un ruolo di “consolazione”, secondo me non ha nessun senso: se vogliamo essere ambiziosi, dovremo esserlo sino in fondo. E per questo insisisto che bisogna forgiare il carattere della squadra e stabilire se avrà il carattere per rispondere a questa aspettative: questo ancora non lo sappiamo».
E’ un bene o un male non giocare questo fine settimana in cui osservate il turno di riposo? «Direi che non va male, avevamo bisogno di un po’ di riposo anche perché abbiamo qualche acciacco: l’importante è non perdere l’inerzia mentale e fare in modo che questo vittoria in coppa non ci esalti inutilmente ma, anzi, che ci dia ancora più forza e più spinta per farci capire che questo è l’atteggiamento che dobbiamo tenere per tanti minuti anche nella prossima trasferta di Pistoia». Cosa mi dici degli americani: sono quelli giusti per la tua squadra, sei contento di loro, possono migliorare? «Diciamo che anche questo è un percorso lungo: l’aspetto molto positivo è che sono ragazzi malleabili e quindi si sono dimostrati a volte molto utili nell’organizzazione della squadra e quindi molto poco egoisti, e a volte più protagonisti. Questo è un bel mix e speriamo di trovare il bilanciamento giusto in maniera continuativa. Per adesso siamo tutti presenti, tutti abbiamo alzato la mano e ci siamo: ora bisogna combinare la giusta commistione».
Come hai trovato l’ambiente di Verona? Il pubblico, dopo la retrocessione dell’anno scorso, è ancora diffidente? «Per ora ci siamo meritati un buon sostegno e degli applausi calorosi: se poi arriverà ancora più calore e ancora più gente al palasport, questo dipenderà da noi. Un motivo in più per essere solidi e duri, come dicevo prima».

Andrea Etrari


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