La Virtus raccoglie i cocci e prova a rialzarsi dopo lo schiaffone rimediato al PalaBigi lo scorso 4 Maggio che ha sancito la prima retrocessione della storia della Vu Nera. Bologna riparte dalla A2, un campionato che ha già disputato per due stagioni dal 2003 al 2005, quando fu costretta a scendere al piano di sotto non per demeriti sportivi, ma a causa della radiazione, poi revocata durante l’estate del 2004.

Repulisti

Julio Trovato

Julio Trovato

La retrocessione ha significato l’abbandono del basket professionistico e lo scioglimento di tutti i contratti depositati in Lega. La Virtus volta pagina e lo fa azzerando staff dirigenziale e tecnico. Salutata senza lode la coppia Valli-Crovetti, che a Bologna e Ferrara verrà ricordata soprattutto per gli insuccessi e la discesa in A2, sotto le due torri sono sbarcati Julio Trovato e Valeriano D’Orta, rispettivamente il nuovo general manager e direttore sportivo bianconero. Trovato è stato portato dall’ex presidente della Fondazione Virtus Pietro Basciano con cui ha lavorato a Trapani, in A2. Il nuovo GM avrà il compito di ricostruire il legame tra la Virtus e il suo pubblico. Per ottenere questo obiettivo Trovato ha le idee chiare: “La prima cosa su cui punteremo è la capacità comunicativa verso il pubblico, gli appassionati. Social network, newsletter, pubblicità: vogliamo arrivare alle persone, coinvolgerle con una app per i telefoni, nella quale inserire una serie di concorsi. Stiamo lavorando sul supporto tecnologico. Per convincere la gente a venire a palazzo dobbiamo farla divertire, al di là del canestro in più o in meno dell’avversario”. Di certo i tanti tifosi virtussini non saranno invogliati a venire al Palasport dai prezzi degli abbonamenti. La riduzione dei prezzi, rispetto alla passata stagione quando Bologna militava nella massima serie, è stata minima e questo ha generato qualche polemica verso la campagna abbonamenti. Trovato professa comunque ottimismo, nonostante per il momento siano state strappate solo poco più di 1000 tessere: “Il fermento c’è, la gente è venuta”. Anche D’Orta conosce bene l’A2 essendo stato, la passata stagione, general manager di Tortona. La Virtus si è voluta circondare di persone che conoscono bene la categoria, perché l’A2 può essere un campionato molto insidioso.

Segafredo Moment

segafredo_logoTra i pochissimi elementi rimasti invariati nel mondo Virtus c’è la Fondazione che detiene la proprietà della società bianconera. L’anno scorso questo modello ha mostrato tutti i suoi limiti nel gestire e dare solidità ad un club sportivo professionistico. Si entra in Fondazione versando una quota che può essere da 25.000, 50.000 o 100.000 euro e poi non ci sono più obblighi di finanziamento futuro. Con questo sistema la Virtus ha progressivamente avuto grandi difficoltà a reperire delle risorse economiche costanti per programmare il domani. Qualche mese fa la Fondazione ha fatto un appello dicendo che si sarebbe messa da parte se fosse entrato un soggetto in grado di acquisire la maggioranza delle quote, ma nessuno si è fatto avanti. L’unico, importante, movimento è stato generato da Massimo Zanetti, patron della Segafredo nonché già socio della Fondazione. Zanetti ha alzato la sua quota, diventando main sponsor, e ha portato nelle casse bianconere ulteriori 400.000 euro. E’ presto per dire se questo maggiore impegno di Zanetti nasconda la sua volontà di acquisire successivamente il totale controllo della Virtus, ma intanto grazie ai suoi soldi le Vu Nere hanno potuto fare un mercato migliore rispetto alle premesse iniziali.

Casa…dolce casa?

Il Paladozza

Il Paladozza

L’Unipol Arena è rimasta il campo da gioco della Virtus. Mancherà ancora una curva, quella di fronte ai Forever Boys, a causa dei lavori di ampliamento e verrà chiuso il secondo anello per ridurre la capienza. I posti a sedere disponibili diventeranno 4.000, e solo in occasione di alcune partite speciali come il derby con la Fortitudo la capienza potrebbe tornare a 8.000 posti. In caso di playoff tutto, però, verrebbe rimesso in discussione perché l’Unipol Arena potrebbe non essere disponibile a causa di concerti e altri eventi. Per questo motivo la Virtus ha chiesto al Comune di Bologna la disponibilità del Paladozza come campo di riserva. Per le Vu Nere significherebbe un tuffo nel passato.

La parola al campo

Lawson ai tempi di Recanati (2016 © Foto Alessio Brandolini)

Lawson ai tempi di Recanati (2016 © Foto Alessio Brandolini)

La squadra che dovrà far tornare l’entusiasmo tra i tifosi virtussini sarà guidata da Alessandro Ramagli. Il coach livornese vanta una lunga esperienza in Serie A e in A2 spesa tra Biella, Pesaro, Treviso, Reggio Emilia, Teramo, Verona e Siena. La Virtus ha puntato soprattutto sullo starting five che, sulla carta, è tra i più competitivi del campionato. Il playmaker sarà Marco Spissu, arrivato in prestito dalla Dinamo Sassari, mentre la guardia sarà Michael Umeh, reduce dalle Olimpiadi di Rio con la Nigeria. Sono loro i giocatori più pericolosi da oltre l’arco che dovranno alzare le percentuali nel tiro da tre punti. Le ali sono Guido Rosselli e Klaudio Ndoja, due giocatori che sanno come ottenere la promozione in Serie A avendola conquistata rispettivamente con Torino e Brindisi. Sotto canestro è stato ingaggiato Kenny Lawson che l’anno scorso ha militato a Recanati collezionando ottime cifre: 34.4 minuti in campo, con 20.4 punti e 10.6 rimbalzi a gara. In panchina ci sarà tanto spazio per la gioventù con Penna, Oxilia, Petrovic e Pajola. A dare sostanza ci penseranno Gabriele Spizzichini, un prodotto delle giovanili bianconere, che nella passata stagione ha disputato la finale di A2 con Scafati e il veterano Andrea Michelori che ha già vestito la canotta della Virtus dal 2006 al 2008. La squadra punta ai playoff e una delle chiavi della stagione sarà la capacità di Ramagli, che è anche il coach della Nazionale maschile Under 18, di ottenere il massimo dai suoi ragazzi più giovani che dovranno supportare lo starting five.