ForlìButtato alle spalle lo shock dell’esordio interno con Cecina, l’Unieuro Forlì viaggia verso nord e sale nella tana della Bakery Piacenza per la terza di campionato. Trasferta non ideale sul piano prettamente tecnico per ritrovare fiducia e vittoria, stante l’ottima caratura dei piacentini, accreditati dagli addetti ai lavori come una delle favorite del girone. Vero anche che un eventuale successo in un campo tanto difficile sarebbe perfetto per restituire morale a truppa e tifoseria, oltre che per per riallineare, in un certo senso, la “media inglese” di questi primi – non semplicissimi – turni di campionato.
Coach Garelli ha lavorato intensamente, in settimana, sulle “teste” e sui “corpi” dei suoi ragazzi, per registrare e scongiurare le amnesie (psicologiche e tecniche) su cui Cecina ha banchettato nella merendona domenicale del Palafiera, andata viceversa di traverso ai fans forlivesi. La Pallacanestro 2.015 ha lavorato a pieno regime, fatta eccezione per un lieve affaticamento a Rombaldoni (l’ex di turno, bene l’anno scorso a Piacenza in A2 Silver).
Il team emiliano, allenato da un coach di alto profilo come Bizzosi, privo di Dordei (infortunio pesante, tornerà in campo a gennaio 2016), proprio come Forlì non ha esattamente brillato nei primi due turni di campionato, anche se con maggior pragmatismo – e, forse, un calendario leggermente più morbido che l’ha opposto a Monsummano e Borgosesia – ha capitalizzato 4 punti in classifica. Squadra a trazione posteriore, con giovani più pronti che interessanti (il play Sanguinetti, la guardia scuola-Crabs Gasparin e attenzione soprattutto all’ala piccola Magrini), un pivot voluminoso e produttivo come il 1992 Francesco Infante, oltre ovviamente al Sua Maestà Matteo Soragna, 40 anni e tanta voglia di contare ancora, cui non andrà lasciato nemmeno mezzo metro.
Si gioca sabato sera alle 21:00, non al PalaBanca subito fuori dall’uscita autostradale dove giocava la A2 negli anni scorsi, bensì nel piccolo PalaAnguissola, in pieno centro. Arbitrano, curiosamente, due romagnoli: Giancecchi di San Marino e Bianchi di Rimini.
Riccardo Girardi