L‘ala dell’Assigeco  striglia la vecchia guardia: «Non si possono subire rimonte così»

 

CODOGNO La vittoria in volata degli “Eagles” Bologna sull’Assigeco, maturata in un quarto periodo da incubo per i lodigiani, mette in grande risalto il sostantivo “Fortitudo”, nel senso di “fortezza d’animo” di Ciceroniana memoria, il “marchio” che la “Fossa dei Leoni” festeggiando il successo rivuole abbinato alla squadra. I tifosi bolognesi danno un senso compiuto al loro attaccamento ai colori del club biancoazzurro, ora all’asta con la concreta possibilità dell’uscita di Sacrati, spingendo letteralmente Raminelli e compagni alla rimonta nella prima di campionato sulla squadra di Cesare Riva indiscussa protagonista dei precedenti tre quarti.

La variabile dell’apporto della “Fossa” sul copione della partita era messa in preventivo da Alberto Chiumenti, cresciuto nelle giovanili della “F” scudata. «Da ex fortitudino so benissimo cosa significa avere la “Fossa dei Leoni” accanto – spiega il capitano dell’Assigeco -. Non è solo un nome, è un modo di vivere il basket che può influenzare l’ambiente e la sfida, forse unico in tutt’Italia. Sapere che la “Fossa”, pochi anni fa in Eurolega, sarebbe venuta a Santarcangelo non è bastato a capitalizzare il vantaggio accumulato nel terzo periodo».

Grazie all’ottimo basket prodotto nel secondo e terzo quarto, culminato in 20 punti di divario, quelli dell’Assigeco avevano in mano l’inerzia della partita ma nel periodo conclusivo si sono fatti progressivamente sfilare di mano fiducia e sicurezza. Non è bastata la tripla di Marino (autore dei 4 punti rossoblu nell’ultima parte di serata) a rintuzzare il break bolognese di 13-0 in poco più di 5′ (63-66): due tiri da tre di Silimbani valgono il pari (69-69) a 3′ dalla sirena. La tensione è tagliata solo dall’1/2 di Marino in lunetta con 92 secondi da giocare seguita dal 3/3 di Circosta sul fallo di Planezio a 28″ che fissa il punteggio (72-70), perché i rossoblu non hanno più lucidità da mettere in gioco. «Abbiamo sbagliato noi giocatori più esperti che non avremmo dovuto commettere quei piccoli errori diventati grandi in quei momenti decisivi – continua Chiumenti, top scorer rossoblu con 20 punti -. La squadra dell’anno scorso, meno esperta e brava, avrebbe potuto perdere una gara del genere: non quella di quest’anno. Ci dobbiamo assumere le nostre responsabilità, io in primis. È una dura botta che deve servire da lezione».

La sconfitta non dovrebbe però mettere in un angolo il buon basket giocato dall’Assigeco per tre quarti di gara: ottima circolazione, difesa, transizione e tiri in ritmo. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) è troppo fresca, sono ancora arrabbiato per come è andata: quando riprenderemo ad allenarci ci concentreremo sulla prossimo impegno con Torino, club più quotato di noi, da affrontare al massimo della determinazione – sottolinea la 25enne ala di Schio -. Non è un alibi ma sapere di essere più forti di Bologna ha spostato la pressione su di noi. I nostri giovani non hanno colpe: serviva intelligenza e maturità. È un peccato aver cancellato la solida pallacanestro di squadra giocata fino alla terza sirena».

Da ex fortitudino Chiumenti ha sofferto più del solito: «Ero carico non tanto per giocare contro la mia ex squadra, ma per iniziare la stagione con i miei compagni, con i quali formiamo un bel gruppo dove si sta davvero bene. Un guaio fisico mi aveva impedito il normale allenamento settimanale, ma non volevo mancare – dice Chiumenti, inarrestabile nelle giocate in pivot basso -. Mi spiace anche per “Cece” Riva che sta facendo un gran lavoro tecnico. Con più attenzione l’avremmo portata a casa. Dobbiamo rifarci alla prossima».

 

Luca Mallamaci/Il Cittadino di Lodi