Giorni di pausa attiva in casa Napoli Basketball, dopo il palpitanti successo su Omegna. Saltato infatti per cause meteo lo spinosissimo (ma anche sentitissimo) turno infrasettimanale contro  Ferentino, che verrà recuperato a PonteGrande il 1° marzo (FMC fino ad oggi unica formazione ad espugnare il PalaBarbuto – 86-73 il 13 novembre scorso), gli azzurri, reduci da una vittoria che ha coniugato la qualità offensiva e a rimbalzo del primo tempo con la eccellente tenuta mentale (più che fisica) dei secondi 20′, hanno dovuto rinviare l’appuntamento per la rivincita contro i gigliati, e in un clima di sostanziale serenità (disturbato soltanto da qualche problema influenzale per Lenardon e Rotondo) si preparano per il nuovo atto di un ciclo che, oltre al già richiamato recupero contro gli amaranto in terra ciociara, prevede due confronti casalinghi che sanno comunque di rivalsa.

IL CONTESTO PRE-PARTITA

Infatti, intervallati dalla trasferta di Recanati, leader debole a sud-est, e con cui proprio si reinnestò il nuovo filotto da sette successi casalinghi (ancora aperto), si profilano per gli effettivi di coach Bartocci le sfide contro la principale inseguitrice a sud-ovest, seguita dagli uomini di Gramenzi (Capo d’Orlando) e l’altra capofila del “girone di coccio” di questa DNA, la Teate Chieti: formazioni d’avanguardia vista la loro classifica, ricche di tasselli esperti, con chiare (e a questo punto legittime) ambizioni play-off, e sui cui parquet (assieme a quello di Matera), gli azzurri registrarono due delle tre sconfitte consecutive lontano dal Vesuvio: sconfitte lancinanti per il vano equilibrio con cui si svolsero, e che indusse non pochi a sottostimare dopo aver sovrastimato, come spesso è tipico nella nostra stampa.

Questo amaro in bocca, però, non può che rinvigorire le aspettative del collettivo BPMed, che dopodomani, in un PalaBarbuto che si spera possa essere sempre più gremito, consumerà il primo di questo ricco (speriamo non indigesto) menù, ospitando un’altra nobile decaduta del nostro basket.

All’andata come detto fu sconfitta: 69-61 per la precisione, in un match dove per più di 20′ Napoli rispose bene, soprattutto in difesa, e mantenendo il vantaggio senza difficoltà con l’ex capitano orlandino Albertinazzi a tre falli. Poi a metà terzo quarto, proprio con la  tripla dell’oriundo, e i contropiedi prima di Zanelli e poi De Min, l’Upea piazza un parziale fulmineo con cui recupera, arrivando a solo un punto di distanza su Napoli con 10′ da giocare; infine nell’ultimo quarto l’Orlandina allunga, Benevelli si fa più largo e col 2+1 di Crow va in vantaggio 60-55. Napoli però regge e fino a 36” c’è qualche speranza di rivoltare il calzino del match, ma il fallo antisportivo sanzionato a Musso nei confronti di Zanelli chiuse ogni discorso, con l’esultanza di un PalaFantozzi che, arrivato dopo due annate sofferte a un conesto più accettabile, spera di tornare quanto prima ad essere palcoscenico di lusso: un’etichetta che neanche troppo tempo fa le apparteneva, con il diritto di una valida tradizione e di un grande passato che, ribadiamo,  non è affatto lontano.

CAPO D’ORLANDO: LA STORIA

Fondata nel 1978, l’Orlandina Basket è stata tra le squadre più giovani come data di fondazione, ed è stata esclusa nell’Ottobre 2008 dalla Serie A (proprio assieme alla S.S. Basket Napoli di Maione), mentre nel 2009 riparte dalla Serie C Dilettanti ottenendo in due stagioni altrettante promozioni fino alla Serie A Dilettanti.

Dopo molti anni di attività in ambito regionale, nel 1996, dopo una retrocessione in Serie C2 con una sola vittoria su trenta incontri, venne rilevata dall’imprenditore Enzo Sindoni.

La Fiat Vinci Capo d’Orlando (poi Nebrodi Gas e dal 1998 Upea) vinse largamente il proprio campionato (29 vittorie su 30 incontri) e l’anno successivo bissò il successo in Serie C1 (26 vittorie su 30 incontri) raggiungendo la Serie B2.

Nella stagione 1998-1999 arrivò come nuovo playmaker Alessandro Fantozzi, ex giocatore della nazionale. La prima stagione del livornese non fu esaltante: l’Orlandina, dopo un settimo posto nella stagione regolare, venne eliminata nel primo turno dei play-off da Trapani; nella seconda però il suo apporto fu determinante per la promozione in Serie B1.

Al termine della stagione 2000-01 arrivò la seconda promozione consecutiva: l’Orlandina conquistava la Legadue attraverso i playoff dopo un secondo posto nella stagione regolare.Segue un 2001-02 in cui si ottenne un’agevole salvezza, e in cui vanno ricordati o primi due scontri diretti con Napoli, che però parallelamente, sull’inatteso cammino verso la promozione, si scontrava anche con la più quotata ma deludente Messina di Perdichizzi (3 perse tra regular season e fase ad orologio contro Greer,Fajardo,Olver e compagni – tra questi anche un ventenne Bisconti – poi 3-1 in semifinale play-off) : il primo, al PalaBlu, vide la vittoria paladina per 73-75, con 18+6  di Hutson e 15 di Keith Carter con 7/9 da 2; il secondo vide invece il successo esterno degli uomini di Bucchi per 98-82 (5 giocatori in doppia cifra per entrambe le squadre, 71% da 2 e 42% da 3 per Napoli, che aveva dalla sua i 24 di Williams, i 17 di Penberthy e i 14 di Jones).

Il sogno della cadetteria si infrange la stagione successiva, quando l’Upea retrocesse in Serie B d’Eccellenza, ma nell’estate 2004, grazie ad un incredibile ed insperato ripescaggio, la società di Enzo Sindoni ritorna in Legadue. Per la stagione seguente spunta proprio il nome di Giovanni Perdichizzi, che resterà per tre stagioni, e che arrivava come alfiere dei momenti importanti di quella vecchia Cestistica Barcellona che, emigrata nel capoluogo come Pallacanestro Messina e da lui condotta in Serie A, Perdichizzi stesso lascerà, senza dimenticare però il grande successo che si consumò all’esordio di regular season 2004/2005 con i Campioni d’Italia della Benetton Treviso di Ettore Messina.

L’arrivo blasonato segna l’inizio di un’annata indimenticabile, trionfale: guidata e trascinata dal sontuoso quartetto Hoover-McIntyre-Oliver-Howell, i paladini centrano lo slam cadetto, con la vittoria nella Coppa di categoria a febbraio e un dominio assoluto nel torneo 2004/05 (sole tre sconfitte in 30 partite). Così l’Orlandina diventata la quinta squadra siciliana a giocare nella massima divisione, la terza nel dopoguerra. Dopo gli anni ’40 con Giglio Bianco Catania e Palermo, infatti, negli anni ’90 e 2000, hanno militato in serie A per una sola stagione Trapani e Messina.

Nel 2005-06, anno culminante della storia recente del basket napoletano (Coppa Italia, 4° posto finale, qualificazione in Eurolega), la matricola Upea, che rivede in corsa pedine fondamentali tra i lunghi come Traina e Jelic (sostituendole con Praskevicius, l’ex Roseto Moltedo ed Evitmov), si salva all’ultima giornata, diventando la prima squadra siciliana a conservare la categoria per più di una stagione. Quell’Upea però, composta da ottimi tasselli in quintetto come Perry, Janicenoks (poi alla Fortitudo) e Carter (nella stagione precedente a Napoli ma senza essere nella giusta condizione), va ricordata anche per essere stata una poche compagini ad espugnare il PalaBarbuto, e forse nel momento più volubile della vincente stagione Carpisa (101-107): non bastarono infatti i 38 di Greer (14/24 dal campo), e i 20+8 di Sesay per fermare gli ospiti, che brillarono con cinque uomini in doppia cifra e un irreale 54% dall’arco.

Nel 2006-07 Sindoni, divenuto nel frattempo sindaco di Capo d’Orlando, è costretto a ricostruire da zero la squadra, ripartendo da Perdichizzi e con le uniche conferme di Enzino Esposito e Fabi: si aggiungono poi vecchie volpi (come Young, Rush, l’ex Roseto Freeman e Busca) accanto a interessanti scommesse (Tourè,Wells,Mokongo), tra cui anche il nostro ex Danilo Fevola.  La squadra, che lotta a lungo per i play-off, si salvò nuovamente all’ultima giornata pur perdendo lo scontro diretto di Roseto. In stagione importanti ed equilibrati entrambi i confronti diretti: il primo, tenutosi al PalaFantozzi, e vinto per 66-63, sancì per Napoli la crisi post-Greer e l’incompatibilità di Tierre Brown con la casacca bianco-azzurra (5 vittorie in 10 incontri); il secondo, sudato e strappato per 79-77 (18+8 di Sesay e e doppia doppia di Rocca), vide un grande rientro ospite nell’ultimo quarto (propiziato soprattutto da Young) , e rientra in una cinquina che consentirà agli uomini di Bucchi di blindare 5° posto in stagione regolare.

Nel 2007-08 il presidente Sindoni invece cala la carta che non ti aspetti, ingaggiando Gianmarco Pozzecco, e importanti sono anche gli acquisti americani: Wallace, Slay, Drake Diener, e il ritorno di Howell, costituiscono  scelte azzeccate di un altro momento da favola: al termine del girone d’andata la squadra si aggiudica il diritto a partecipare alla Final Eight di Coppa Italia, venendo eliminata ai quarti di finale da Biella. Ceduto poi il realizzatore Diener a Siena, l’Orlandina compensa prima con l’ex Varese e Reggio Emilia Romel Beck, quindi con un certo Samuel Mejia, allora proveniente dalla NBDL  (Fort Wayne ), oggi al CSKA dopo essere stato mattatore in Francia con la casacca dello Cholet.

La Pierrel però non si ferma, e accede per la prima volta l’accesso ai play-off scudetto, grazie alla vittoria esterna sul campo di Biella, e concludendo la regular season al sesto posto finale. Il quarto di finale vede Avellino vincere la serie 3-0, dopo 3 gare molto combattute. La partita che sancisce l’eliminazione dai play-off dell’Orlandina Basket è anche l’ultima gara di Gianmarco Pozzecco, indiscusso leader della squadra, che chiude così la carriera.

Napoli vive invece la stagione di maggiore agonia: l’arrivo in sovrappeso di Jamel Thomas (che raggiungerà il suo high stagionale proprio nel ritorno da supplementare contro l’Orlandina – 33+12 e 12/17 dal campo) , gli errori sull’asse play/pivot (Rivera/Raicevic), e l’infortunio a inizio stagione di Chris Monroe fanno 3 vinte nelle prime 14 (tra queste vi è anche la sconfitta casalinga per 62-75): ci penseranno poi Rocca, Jones e Blums a condurre in porto la nave, per una salvezza sofferta e per nulla foriera di tempi più stabili.

Tornando ai nostri ospiti, I risultati degli altri quarti di finale gli consentirebbero di ottenere la storica qualificazione all’Eurocup, tuttavia la stagione 2008-09 non viene disputata dall’Orlandina poiché il 20 settembre 2008, il consiglio federale annuncia l’esclusione della società dal campionato.

Prima del fallimento (e del conseguente scioglimento dei contratti) il roster della squadra era guidato da Romeo Sacchetti e presentava tra le sue fila giocatori come Tyus Edney, Gabriele Ganeto, Klaudio Ndoja, Anthony Binetti, il nostro ex Simone Flamini, Drake Diener, l’ex Prokom Adam Wójcik e Greg Brunner, che poi si accaserà alla Sutor Montegranaro.

L’attività della società riparte nel 2009-2010, quando la Pallacanestro Nebrodi, squadra di Capo d’Orlando che nella stagione precedente aveva disputato il campionato di Promozione chiudendo all’ultimo posto, viene ammessa in Serie C Dilettanti grazie all’accoglimento della domanda di ripescaggio presentata alla Lega Nazionale Pallacanestro in sostituzione della Folgore Nocera e ottenendo il cambio di denominazione in Orlandina Basket.

La stagione si conclude con il primo posto e la promozione in Serie B Dilettanti con sei turni di anticipo. Tra i cestisti che hanno disputato la stagione 2009-2010 con la maglia dell’Orlandina vi sono l’ex Napoli Giuseppe Costantino e Gianmarco Pozzecco il quale ha disputato una gara dopo due anni dal ritiro dalla pallacanestro professionistica.

Nella stagione 2010-2011, dopo il primo posto raggiunto nella stagione regolare nel girone D di Serie B Dilettanti, l’Orlandina Basket ottiene la promozione in Serie A Dilettanti vincendo la serie della finale play-off (2-1) contro la Team Viola Reggio Calabria di Zampogna, Cavalieri e Dalfini.

CAPO D’ORLANDO: IL ROSTER

Conquistata quindi la DNA sul campo reggino del PalaPentimele, e fiducioso fino all’ultimo in possibili ripescaggi in Legadue, Enzo Sindoni vuole tornare il prima possibile nelle serie che contano.E quel roster che, prima agli ordini del fedelissimo Giuseppe Condello, è stato poi messo a disposizione della vecchia (ma sempre indomita) guardia di Giovanni Perdichizzi (chiamato alla vigilia della stagione superando la concorrenza dell’ex Trapani Giovanni Benedetto e del padovano, ex Ferentino, Giovanni Friso), riflette questo intento. Rinnovati quindi in giugno i cartellini di Zampolli e il capitano Albertinazzi (che poi lascia per ragioni familiari, rincasando in Argentina), e acquisiti Alessandri (perugino ex Virtus Siena e Ferentino, esperto in categoria nonostante i suoi 22 anni) e il navigato Zanelli (ex Ferrara e San Severo) assieme al figlio d’arte Nicholas Crow (neo-promosso con Brescia),la dirigenza di Piazza Buontempo aveva calato veri e propri assi nel reparto lunghi, ingaggiando l’uomo valutazione di Trento, il 5 Andrea Benevelli, e il 3/4 ex Treviglio Thomas De Min, ottimo nel tagliafuori e dotato di mano educata, ma troppo altalenante per i messinesi, che hanno ceduto il classe ’85 a Perugia in cambio di Luca Bisconti: affare per entrambe viste le loro performance nei rispettivi debutti.

Con 14 vittorie e otto sconfitte i siciliani si trovano nella seconda piazza della division Sud-Est (la coabitazione con Ferentino è stata interrotta in virtù dei rinvii), e dopo due sconfitte di fila (di cui una interna contro Siena) e cinque vittorie consecutive in precedenza, è tornata al successo asfaltando la Sbs Castelletto di Ferrarese e Raminelli per 80-58.  Roster di  tutto rispetto, quello messinese si distingue come organico di alto profilo, di buona fisicità sotto le plance, con chiare ambizioni ma anche poco efficiente, con quasi 23 palle perse di media.

Iniziano con i gioielli del quintetto, che sono senza ombra di dubbio il 2/3 35enne ex Ferrara Fabio Zanelli, nonchè il 26enne Andrea Benevelli.

Il primo, nato a Cesena il 13 Settembre 1976, 196 cm per 85 kg. fa il suo esordio nei campionati senior a Cervia (serie B1) nella stagione ‘94/’95, e l’anno dopo torna a Modena (A2), nelle cui giovanili si è formato. Nel ’97 “Zanna” fa il grande salto in A1 con il Rimini, dove per tre stagioni disputa sempre i play off. Nel 2000 approda alla Scavolini Pesaro, con cui arriva fino alla semifinale scudetto, persa per mano della Fortitudo Bologna. Quindi il trasferimento a Roma, con lo stesso risultato di Pesaro (eliminata sempre in semifinale play off dalla “Effe”). Nel 2004 scende in Sicilia al Trapani (LegaDue), poi a Rieti (LegaDue), Avellino (A1) e Ferrara. Con la società estense disputa quattro stagioni, delle quali due in serie A1. Nella sua carriera ha vestito diverse volte la maglia della Nazionale A, oltre che delle selezioni giovanili. Ha vinto la medaglia di bronzo ai Giochi del Mediterraneo 2001 a Tunisi. Altalenante nell’ultimo periodo dopo 9 doppie cifre nelle prime dieci, e proveniente dalla sfortunata esperienza con San Severo, culminata con la retrocessione nonostante i 13.1 punti di media con il 44% da 3 punti in 31 minuti di utilizzo, Zanelli arriva a questa sfida come   9° scorer (14.68) e 7° assist-man della lega (3.05), condendo il tutto con 3,4 falli subiti, il 48% dall’arco, ma anche 3,8 palle perse e il 45% dalla media.

Parliamo quindi di Andrea Benevelli, principale terminale in post dei siculi con la partenza di De Min, ma in leggero calo per l’infortunio alla schiena che lo ha decisamente limitato contro Siena e Torino, quindi allontanato dal parquet nell’ultima uscita di sette giorni fa. Ala/Centro di 202 centimetri, nato a Pesaro il 10 dicembre 1985, e prodotto del settore giovanile della Scavolini Pesaro, Benevelli muove i primi passi da pro tra Fossombrone (DNB) e Senigallia (DNA, 6.9 punti e 4.6 rimbalzi a soli 20 anni) per poi trasferirsi a Osimo (sempre in DNA) e nel 2007 a Fabriano in LegaDue, dove farà registrare 3.8 punti e 2.3 rimbalzi in 12.9 minuti di media a soli 22 anni d’età. Nel 2008/2009 scende in DNB per giocare con l’ambiziosa Pallacanestro Trieste e proprio qui si consacrerà come uno dei migliori giovani lunghi d’Italia; per Andrea in regular season 15.6 punti, 8.2 rimbalzi di media (miglior rimbalzista dell’intera DNB) e un buon 55% da 2, mentre nei playoff, che porteranno Trieste in DNA, le cifre di Andrea sono di 14.7 punti e 9.7 rimbalzi per allacciata di scarpe. Nel 2009 viene anche selezionato dalla GIBA per giocare l’All Star Game di Serie A contro la nazionale Italiana, è l’unico giocatore di DNB scelto da Lino Lardo e Sandro Dell’Agnello in una selezione che comprende gente come Poeta, Chiacig, Pecile e Gigli. Confermato a Trieste per la stagione 2009/2010 Benevelli si confermerà punto di riferimento anche in DNA, chiudendo infatti con 13 punti, 7.4 rimbalzi e un ottimo 41% da 3 punti. Nell’estate 2010 si trasferisce a Trento per firmare un contratto biennale con l’Aquila Basket; Andrea disputerà un campionato di altissimo livello e farà registrare 15.5 punti e 7.8 rimbalzi di media (tirando col 61% da 2 e con 82% dalla linea liberi) piazzandosi in cima alla classifica della valutazione media (18.2) del Girone A. In questa stagione si conferma con valori da urlo: 7° nella categoria punti (14.91), 4° nella categoria rimbalzi (8.52), 6° nella categoria stoppate (0.95) e 3° nella categoria VAL (20.24),  Benevelli ha fatturato col 57% da 2 (13/21 alla 11a contro Ferentino, dove siglò un trentello) e l’84% dala lunetta,

Queste medie farebbero paura a chiunque, ma  oltre alle due star l’Upea completa il quintetto con 3 giocatori fondamentali e  che hanno avuto un ruolo cardine in questa serie con altri team.I  giocatori in questione, con l’uscita di Thomas De Min (sempre in doppia cifra e ormai giunto alla sesta stagione in A  dilettanti dopo le ottime esperienza maturate a Siena e Treviglio), sono Filippo Alessandri (fisico esplosivo, difficilmente marcabile nell’uno contro uno, buon passatore, va anche bene a rimbalzo ed è molto aggressivo in difesa), ma soprattutto Nicholas Crow, oltre all’intramontabile Luca Bisconti.

Il primo, nato il 25 gennaio 1989 a Marsciano (PG), è un prodotto del settore giovanile della Virtus Siena, con cui esordisce in DNA a soli 16 anni (stagione 2005/2006), e  a 17 gioca già 10 minuti di media (1.4 punti) mentre a 18 viene ceduto in prestito a Palestrina in DNB (ex B-Dilettanti); in terra laziale Filippo avrà un ottimo impatto e farà registrare 10.3 punti (con 4.5 falli subiti a partita) in 29 minuti di utilizzo medio, cifre che si innalzeranno a 14.3 punti e 5.4 falli subiti di media durante i playoff che incoroneranno Palestrina come vincitrice del campionato dopo aver battuto Gualdo, Genova (del suo attuale compagno Johnny Zampolli) e Cagliari. Nel 2008/2009 Alessandri fa ritorno alla casa madre Siena, ma trovando poco spazio decide di tornare a Palestrina a metà stagione; il suo rendimento sarà decisivo per la salvezza dei laziali, in 32 minuti di impiego medio ben 16.6 punti, 3.6 rimbalzi, 1.9 assist e addirittura 7.1 falli subiti. Nel 2009/2010 ancora Palestrina, stavolta con 12.7 punti, 3.9 rimbalzi, 2.5 recuperi, 2.2 assist e i soliti 7 falli subiti per gara. Nel 2010 firma per l’ambiziosa Ferentino (compagine che mancherà i playoff di DNA solo all’ultima giornata) e realizzando 10.1 punti (conditi da 2.5 rimbalzi, 2 recuperi e 2 assist) in 26 minuti di utilizzo.

Giocatore sfrontato, molto creativo che ha decisamente sviluppato le sue abilità di playmaking durante l’ultima stagione, per lui valgano il 13° posto fra gli assist-man di lega (2.64) ma anche 8,2 punti con 3,6 rimbalzi, 2,4 palle recuperate e 4,1 falli subiti in 26′.

Concentriamoci quindi sul giovane di punta dell’organico ospite, una guardia-ala molto dinamica che associa a una buona mano un’ottima presenza sotto i tabelloni. 2/3 riminese di nascita, figlio dell’ex giocatore NBA e prodotto di Duke University Marc Crow, Nicholas è capace di qualsiasi cosa durante una gara combattuta e lo scorso anno a Brescia lo ha  dimostrato più volte, onorando la scelta della dirigenza lombarda che nel 2009 lo volle attraverso la formula del prestito biennale: allora neo-promossa in DNA, per Nicholas 12.2 punti e 4.5 rimbalzi (col 61% da 2) in 28 minuti di media nel 2009/2010 e 10.1 punti con 4.3 rimbalzi (in 25 minuti) nel 2010/2011, stagione che infatti Brescia chiuderà trionfalmente con la promozione in Lega2. Nel 2007 Crow ha fatto inoltre parte della spedizione che ha disputato gli europei Under 18 in Spagna; difendendo i colori della nostra nazionale per 4 volte realizzando 6.8 punti di media. Quest’anno, nonostante le maggiori responsabilità, ha spesso costeggiato i lidi della doppia cifra, attestandosi come terzo marcatore di squadra (11,5 punti) che combina un valido 40% dal campo con ben 6,4 carambole e 2,8 falli subiti in 29′.

Infine Luca Bisconti, già sul parquet di Fuorigrotta alla 7a d’andata da grifone, ma senza colpo ferire (4 punti in 20′ con 4 falli): altra prova incolore di una prima metà di stagione in cui, con la maglia della Liomatic Perugia, partì senza grande entusiasmo: i numeri però arrivano gradualmente a 11.4 punti con 4.7 rimbalzi di media, e a livello individuale si denota come prova di svolta proprio l’ incrocio con l’Orlandina il 6 novembre 2011: in quell’occasione per Luca 15 punti con 7/8 da 2 e 4 rimbalzi, e il principio di una fase dove però il gioco e i risultati di squadra mancano sempre più: appena 8 punti in 12 partite, ma soprattutto l’abbandono di Steffè, che aveva insistito per il suo arrivo. Così è maturato l’arrivo in casacca paladina, con l’ottimo primo tempo di Torino e l’efficienza dimostrata contro Castelletto (8 + 5 in 17′): buon avvio per chi di terza serie ne sa più di ogni altro.

Centro di 206 centimetri nato a Lecce il 12 luglio 1982, la carriera di Bisconti è fulgida per la categoria, e ha inizio nella Pallacanestro Monteroni (DNC); nel 1999 a 17 anni viene notato dalla Viola Reggio Calabria in Serie A che lo mette al centro del suo progetto giovanile, nel 2001 ancora un anno di “apprendistato” alla Pallacanestro Messina in Lega2 (con Giovanni Perdichizzi in panchina) per poi iniziare la sua decennale carriera in DNA: altri due anni in Sicilia, poi Cento e un importante triennio a Latina. Proprio con i pontini centra la storica promozione in Lega2 nel 2008/2009 mettendo a referto 12.5 punti e 6 rimbalzi di media; nel 2009 viene chiamato dall’ambiziosa Barcellona (stavolta con Nino Coppolino) e ottiene la seconda promozione personale al culmine di una cavalcata esaltante (per “Bisco” 11.6 punti e 5.3 rimbalzi in 23.9 minuti di utilizzo medio). Luca centra il suo personalissimo tris nel 2010/2011 aiutando in maniera determinante Trapani a conquistare l’accesso in Lega2 con una stagione da 11.8 punti e 5.7 rimbalzi di media (18.8 + 6.3 nei playoff).

Oltre poi questo prezioso tassello, non si dimentichi l’idolo paladino nella promozione ottenuta lo scorso anno sul parquet di Reggio Calabria. Si tratta di Gionata Zampolli , play/guardia che, proveniente da Cremona con cui lo scorso febbraio ha rescisso il proprio contratto, e che al momento fattura  6,8 punti in 16′ con l’82% da 2, fa della velocità la propria arma, condendola con una buona visione di gioco condita da una difesa arcigna.

Inizialmente divisa la sua carriera giovanile tra la Floris Cremona, Aurora Desio e Assigeco Casalpusterlengo (nel 2004/2005 è compagno di Under 20 dell’exOrlandino Klaudio Ndoja), Zampolli, nel 2005/2006, alla sua prima vera esperienzain un campionato senior, vince la B Dilettanti con la maglia di Omegna,salvo ripetersi l’anno seguente con Vado Ligure (11.3 punti, 3 rimbalzi, 1assist e 42% da 3). Nell’estate del 2007 rifiuta diverse proposte dasquadre di A Dilettanti per giocarsi una chance in LegaDue, con la Pallacanestro Pavia che lo aggrega al roster prestagionale, ma non rientrando più nelle rotazioni finali si trasferisce in dicembre a Genova (B Dilettanti – Girone C) dove produce 17.1 punti, 2 rimbalzi, 1.4 assist, 57% da 2,42% da 3, garantendo così al capoluogo ligure di sfiorare la finale playoff contro Palestrina. Nel 2008/2009 è a Jesolo (A Dilettanti – Girone A) dove fa registrare 5.3 punti in 15.7minuti di impiego medio, mentre nel 2009/2010 si sposta a Ruvo di Puglia (ADilettanti – Girone B) facendosi notare come uno dei sesti uomini piùtemibili del torneo : 8 punti e 1 assistdi media in appena 18 minuti di utilizzo (cifre che poi si impennano durante i playoff: 15.5 punti e 46% da 3 punti). L’affermazione in post-season non è stata un fuoco di paglia: quasi 10 di media (9,8), il 66% da 2 , l’81% dalla lunetta e 2 falli subiti in 21′ sono i dettagli di un rednimento molto costante ed efficace, soprattutto con il secondo filotto di vittorie che ha scandito fin qui la stagione ospite.

Oltre il quintetto, Capo D’Orlando dispone quindi di una discreta panchina, e l’unico che viene chiamato spesso in causa è il giocatore più esperto della squadra siciliana, ossia Michele Cardinali: classe 78′, nel 2007 raggiunge un accordo con l’ambizionasa New Basket Brindisi che, proprio con il  Giovanni Perdichizzi, chiude il campionato con la promozione di Legadue con Cardinali protagonista dei playoff. Confermato per le due stagioni successive segna 5.4 punti con il 43% da 3 punti nel 2008/2009 e 5.5 nel 2009/2010, rivelandosi fondamentale per la conquista del primo posto in classifica Lega2, accesso diretto alla Serie A, e nominato miglior difensore e miglior sesto uomo del campionato. Nella stagione 2010/2011 firma un accordo con l’Igea Barcellona di coach Pancotto, segnando 6.5 punti con il 38% da 3 punti; arrivato in ottobre, il Cardo ha risentito di problemi alla caviglia a fine anno, e sebbene sia il collante umano della squadra, le sue performances medie non sono state del tutto convincenti, soprattutto nell’ultimo periodo: toccato l’high score contro Anagni (18 con 6/9 dal campo), appena nove punti in tre partite, accanto a un misero 27% dall’arco, mentre da segnalare i suoi 3,5 falli subiti in 19′

Ai ranghi Upea quindi si aggiunge il 4/5 classe ’90 Niccolò Damiani, prodotto del settore giovanile della Scaligera Verona e proveniente da un discreto biennio di apprendistato ad Empoli in DNB: 16 presenze in quintetto nell’ultima stagione, ha mostrato le credenziali di lungo di talento, dotato di buon tocco e capace di trovare diverse soluzioni in post basso. Le medie sono limitate, soprattutto se rapportate ai soli 13′ di utilizzo, ma attualmente sono rinfrancanti le ultime prestazioni del veneto, soprattutto se, assieme a quelle del giocatore che segue, hanno permesso la transizione Bisconti-De Min senza scossoni.

Chiudiamo quindi “last but not least” con l’eroe di Castelletto Francesco Pellegrino. Il giovane atleta, classe ’91, proviene dalle giovanili di Trapani, dove negli ultimi cinque anni è cresciuto molto cestisticamente, tanto da essere spesso affiancato alla prima squadra.  Grazie agli allenamenti accanto a giocatori del calibro di Santarossa, Soloperto ed Evangelisti, Pellegrino è riuscito ad ampliare e migliorare il suo bagaglio tecnico a tal punto da ricevere la convocazione in Nazionale Under 19 e Under 20. Nativo di Vittoria, piccolo centro del reggino, nell’ultima stagione (la sua prima da pro) ha giocato in DNC (ex C Dilettanti) con il Basket Racalmuto, realizzando 9.8 punti, 7.1 rimbalzi e 1.9 stoppate in 24.7 minuti di media tirando con un buon 57% da 2 e il 65% ai liberi. 20 anni, è stato l’MVP  nella serata di domenica scorsa, contro i ticinesi. Pellegrino, che ha giocato molto per l’assenza di Benevelli e il problema-falli di Bisconti, ha prodotto 14 punti, 11 rimbalzi, 3 stoppate, 29 di valutazione, supportato da un ottimo Niccolò Damiani e sotto i ritmi di uno sfavillante Zampolli.

Insomma, tante possibili sorprese e nomi noti di scena a Fuorigrotta, ritrovando come sempre il pubblico delle grandi occasioni.