UCC ASSIGECO                                 73

ACEGASAPS TRIESTE                      63

(26-12; 45-32; 57-50)

 

Contento 2, Prandin 23, Casagrande 2, Ricci 12, Biligha 5; Loschi 13, Castelli 7, Chiumenti 6, Venuto 3, Colnago. All.: Lottici

 

Ruzzier 13, Mastrangelo 6, Moruzzi 5, Zecchin 7, Gandini 9; Maganza 19, Scutiero 2, Bonetta 2. Ne: De Petris, Urbani. All.: Dalmasson

 

Nicolini di Bagheria e Attard di Priolo Gargallo

 

Spettatori 950. Tiri liberi: Assigeco 8 su 14; Acegasaps 10 su 15. Tiri da tre: Assigeco 7 su 21; Acegasaps 3 su 15. Usciti cinque falli: nessuno

 

CODOGNO Il poker rossoblu è servito ma con molta più fatica di quanto il quasi “sold out” del Campus si sarebbe aspettato notando l’AcegasAps Trieste approcciare la gara senza tre elementi fondamentali. L’Assigeco suda parecchio per agguantare un successo che oltre a proseguire la striscia vincente rappresenta un indicatore importante di classifica, soprattutto in vista degli scontri diretti con Pavia (giovedì 8 al “PalaRavizza”) e Treviglio. Il merito di aver messo sui binari dell’equilibrio una sfida apparentemente in discesa per la squadra di Simone Lottici (17-2 al 5’, 26-10 al 9’) è della squadra di Eugenio Dalmasson che in mancanza degli infortunati Carra, Zaccariello e Ferraro, senior che valgono parecchio sotto ogni aspetto, mette sul parquet una tale dose di determinazione e voglia di giocarsela fino in fondo, anche con i giovani, da sorprendere i lodigiani. La soddisfazione della meritata vittoria arpionata aggrappandosi a fattori come cuore e dedizione da abbinare al talento, nell’animo dell’Assigeco si contrappone alla pecca di non aver saputo mantenere alto il livello di concentrazione che serve a scrivere nel modo preferito il copione della serata. Giocando ai ritmi preferiti, con Prandin (9/15 al tiro, 3/4 in lunetta, 5 assist) e Ricci (6/10, 10 rimbalzi) decisamente a loro agio, i rossoblu salgono fino al 32-15 al 2’ del secondo quarto prima di cominciare a sentire gli effetti della ritrovata vigoria avversaria (32-24 al 4’) stemperati dal peso delle due triple filate di Loschi (4/8 dal campo) che spingono nuovamente l’Assigeco (42-26 al 7’) al massimo vantaggio. Se Simone Lottici può girare a piacimento i suoi pescando dalla lunga panchina, lo stesso non vale per il coach triestino che ha i cambi praticamente obbligati e chiede sacrificio a Moruzzi (2/8), Gandini (2/7, 5 rimbalzi, 4 assist) sotto la regia di Ruzzier (5/10, 3 assist in 35’) con Maganza, mvp triestino, che si esalta in giocate da urlo (8/9 dal campo, 3/4 ai liberi, 9 rimbalzi) mettendo in crisi i meccanismi rossoblu all’ombra del canestro. Alla prima parte da scatenati, i lodigiani fanno seguire un vistoso calo nella qualità delle giocate che permette a Trieste, al contrario in netto crescendo di fiducia e personalità, di riaprire il discorso. Dal terzo quarto i giuliani giocano sul filo dell’entusiasmo mettendo più energia in difesa, l’Assigeco smarrisce il filo degli schemi d’attacco affidandosi alle iniziative dei singoli per respingere l’arrembaggio ospite. Trieste sfiore l’aggancio due volte: 49-46 al 5’, 53-50 al 9’. Prandin prima, Castelli e Ricci poi intervengono a tamponare una situazione che, persa la possibilità di far fruttare la transizione, torna ad essere critica nell’ultimo periodo: 59-55 al 2’. La tripla di Venuto (62-55 al 3’) è un’altra pezza tolta dagli arcobaleni di Zecchin e Moruzzi: 62-60 al 5’. In casi del genere è facile vedere evaporare la lucidità. L’Assigeco non corre il rischio grazie al caloroso supporto dei tifosi, a due stratosferiche stoppate di Biligha che toglie dal ferro due arcobaleni di Ruzzier e all’intraprendenza di Prandin: un cocktail di elementi che incide negli ultimi giri di lancette. L’Assigeco dimostra di esserci nel momento più delicato della serata. Il finale di gara in equilibrio sembra essere il terreno preferito dei rossoblu. E’ un buon prologo alla sfida ultimativa di giovedì a Pavia ma pure un monito sugli errori da evitare per non arrivare a complicarsi la partita.

 

SALA STAMPA

 

CODOGNO Simone Lottici si cambia a fine gara e tarda ad uscire dallo spogliatoio. Forse non si aspettava neppure lui di sudare così tanto. «Bravi i ragazzi ad approcciare ottimamente la partita, anche se nel secondo quarto si è concesso qualcosina di troppo agli avversari – spiega il coach dell’Assigeco -. Dopo la situazione è cambiata, non si sono più fatte le cose semplici e si è persa la concentrazione di squadra che serve nelle partite combattute che ha pure inciso negativamente nella circolazione offensiva. Mi prendo la responsabilità, può succedere quando si cerca di far giocare tutti: le risposte però devono arrivare in modo differente. E’ fondamentale tenere costanza per tutta la gara». Brutto il calo, buono il carattere utile a non perdere il filo. «Visto come si era iniziato sarebbe stato meglio non arrivare a giocarsela punto a punto – continua Lottici -. Il carattere? Fattore positivo che si contrappone al fatto di non farsi scappare di mano la possibilità di gestire la gara». La quarta vittoria consecutiva è un buon biglietto da visita per gli scontri diretti. «E’ vero ma non dobbiamo guardare indietro – avverte il coach cremonese -. Se a Trento, escludendo 5’ del quarto periodo, ci siamo espressi bene, stasera non è stato lo stesso. Brava Trieste con i suoi giovani; noi avremmo dovuto tenere il passo del primo tempo». E’ una sconfitta stemperata dalla soddisfazione quella di Eugenio Dalmasson. «Posso essere soddisfatto per quello che i ragazzi hanno fatto nel secondo tempo ma non per le difficoltà incontrate all’inizio, quando sembravamo i bambini che giocano con i grandi. Non è una questione di errori tecnici o di gestione di palla quanto di personalità: la partita si è fatta li, poi recuperare costa fatica e tanta energia. Sapevamo delle difficoltà viste le assenze e dell’intensità che l’Assigeco mette da subito: mi aspettavo più personalità da parte dei ragazzi. Ci abbiamo messo del tempo a trovare il giusto modo di stare in campo, l’Assigeco straripante ci ha creato problemi. Nella seconda parte la squadra si è espressa con molta più energia ed efficacia».

 

Luca Mallamaci