Dopo la laurea di venerdì per la 26enne guardia veneziana arriva il brutto ko di domenica con la Viola

 

CODOGNO Promozione individuale, bocciatura collettiva. Transita tra lo “zenit” e il “nadir” delle emozioni il week end di “Bobo” Prandin che alla felicità del venerdì mattina per il conseguimento della laurea dopo la discussione della tesi “gestione informatizzata della terapia farmacologia” alla università di Novedrate contrappone la delusione di domenica pomeriggio per lo stop al “Campus” imposto dalla Viola Reggio Calabria.

«Sognavo un week end da urlo con il conseguimento della laurea, una partita giocata bene e una vittoria, ne ho centrate due su tresi rammarica la 26enne guardia veneziana -. La laurea è la più grossa soddisfazione della mia vita: ho fatto tutto da solo, non è semplice conciliare lo studio con l’impegno cestistico ad alto livello. Avevo iniziato a Trieste trasferendomi all’e-Campus, più vicino, dopo il passaggio all’Assigeco. La partita? Non so cosa dire, è un passo indietro rispetto alle ultime tre giocate che davvero non mi aspettavo. Anche perché l’intenzione di salire nelle posizioni di classifica che desideriamo non può prescindere dal vincere sempre in casa».

La Viola che difende forte e cambia spesso schieramento, l’Assigeco che non riesce a correre come vorrebbe e vede il canestro con poca frequenza: la sfida di domenica scorsa parte in salita e diventa un rebus sempre più difficileda risolvere. «La sensazione che avevo in campo era di una gara messa male fin dall’inizio, difficile da governare e da girare: immaginavo di fare fatica perché la settimana era stata abbastanza impegnativa – ricorda Prandin -. Non siamo riusciti a cambiare dopo l’inizio difficile. Il nostro vantaggio del secondo quarto avrebbe potuto essere una svolta: non è stato così».

Oltre al rendimento in attacco inferiore alle attese i rossoblu hanno aggiunto una fase difensiva lontana dall’efficacia delle recenti prestazioni. «Contro Treviglio e Mirandola, al di là di quello che si è combinato in attacco, è stata proprio la difesa a permetterci di vincere – commenta l’esterno rossoblu -. Domenica invece siamo mancati su questo aspetto. È normale che, avendo cambiato coach da poco, l’introduzione di nuovi schemi offensivi richieda tempo per l’assimilazione. Non ci sta il passo indietro sotto il profilo dell’intensità difensiva».

Una ventata di “morbidezza” che ha coinvolto l’intero gruppo: «Il mio avversario (Piazza, il neo play della Viola, ndr) ne ha fatti 28, per cui il primo imputato sono io – “Bobo” non si nasconde dietro la buona prestazione in attacco -. La squadra non ha saputo reagire difensivamente alle iniziative degli avversari, come era stato fatto nelle ultime uscite. Un peccato perché è un intoppo sulla strada della crescita. Lavoriamo parecchio impegnandoci tantissimo: sarebbe bello vederne i frutti in termini di risultati». Da neolaureato hai una soluzione “informatica”? «In questo sport conta solo il fattore umano – chiosa Prandin -. Domenica a Bari sarà dura, ma a noi serve dare un segnale forte e vincere».

 

Luca Mallamaci/Il Cittadino di Lodi