Mai titolo fu forse più calzante per descrivere le premesse di questo nuovo ed entusiasmente capitolo della prima quanto incalzante avventura della Napoli Basketball targata BPMed. E non soltanto perchè si tratterà della 9a giornata di stagione  perchè, in caso di successo, verrebbe messa a segno la nona vittoria di fila in stagione, eguagliando così il record di vittorie consecutive più recente e spettante per la precisione al Basket  Trapani, che, guidata proprio da uno degli attuali alfieri gigliati (Ciccio Guarino), seppe inanellarle dalla 14a alla 22a giornata di quella scalpitante quanto paradossale regular season, visti gli effetti a posteriori.

La partita di dopodomani (Palabarbuto, ore 18) potrebbe anche costituire, qualora vittoria sia, il test definitivo per includere questa Napoli tutta umiltà, fatti e concretezza pura nel novero delle grandi di questa DNA, e senza più altri motivi che possano ancora relegarla al novero di outsider per quanto erede di una nobile e seguita tradizione.
Pensare ai 12 successi consecutivi di Venezia del 2008 (record assoluto per l’A Dilettanti)oppure ai 16 riportati da Soresina del 2006 (record assoluto in B d’Eccellenza) non può che stonare con un ragionamento che voglia essere il più possibile attento al reale e realistico nei suoi argomenti, ma le vittorie ci sono, maturano comunque nonostante le pecche e le difficoltà si registrino qua e là: pur non giocando in forme entusiasmente, questa squadra riesce sempre e con la distanza a far esaltare tutti i difetti degli avversari, stavolta nei tratti corrispondenti a quelli degli imberbi avversari rosso-blu: scarsa tenuta mentale,corte rotazioni, gioco sempre meno propositivo ed alto. C’è insomma un senso di storico che in ogni caso sta caratterizzando la stagione degli uomini di Bartocci e a cui nessuno dei bianco-azzurri vuole rinunciare, nonostante qualche volta la fredda carta possa decretare pollice verso.
 
IL CONTESTO PRE-PARTITA
La partita di Siena, che nessuno ha mai ritenuto agevole, si è finalmente rivelata come prima vittoria propriziata dai diversi giovani in maglia BPMed. Il confronto infatti, apparentemente poco stimolante sulla carta, ha fortunatamente scosso tutti coloro che sulla carta parevano essere i meno influenti, facnedo sì che la BPMed andasse oltre i limiti di squadra che negli ultimi turni la configuravano come poco sorretta da un continuo quanto prezioso contributo under. Il PalaEstra, insomma, è stato comunque un palcoscenico adatto per apprezzare  questa volontà di squadra che c’è sempre, comunque, e soprattutto nei volti di chi lavora sempre nelle retrovie nell’attesa che arrivi la tanto agognata chiama sul cubo.  Questi volti sono quelli di un Paolo Rotondo sempre più ammirevole per il suo contributo costante e in quel di Siena incapace di smentirsi, offrendo un gioco misurato e più che mai valido sotto le plance nonostante le falle dalla lunetta; di Nunzio Sabbatino, finalmente sempre meno remissivo e più intraprendente, tanto nello slancio di transizione quanto negli accoppiamenti difensivi, spesso rischiando la recuperata, ma soprattutto quello di Gabriele Guastaferro, per la seconda volta capace di assumere le vesti tipicamente gattiane, rizzitelliane o mussiane di match-winner: la sua stretta e coraggiosa difesa nel secondo tempo su Nicola Mei (fino ad poco falloso al tiro e dal palleggio , e costruttore nei primi 30′ di una perfetta intesa a tre con Simeoli e Tessitori) e il suo approccio di gioco, spregiudicato al punto giusto e a testa bassa nei possessi più scottanti della partita, hanno davvero offuscato un primo tempo del tutto opposto  in difesa e con difficoltoso ball handling nelle situazioni offensive. In tutto questo recita un ruolo positivo l’efficace azzardo operato nelle rotazioni da coach Bartocci che, per alcuni frangenti tanto del secondo quarto quanto del secondo tempo, e tenendo al contagocce Gatti e Lenardon, ha schierato sul parquet ben quattro under con un solo senior di supporto: prima Rizzitiello, ma soprattutto Bernie Musso, fisicamente combattivo ma anche dosato nelle sue soluzioni offensive, utilissimo nel servire chi in campo fosse sospinto da maggiore inerzia, ma soprattutto autore con Nunzio Sabbatino di alcuni recuperi determinanti per riorientare in favore di Napoli l’inerzia del match.
Ma questa Napoli delle liete novità non si sovrappone del tutto a un’altra Napoli, che a Siena si è vista e non in rari momenti.  Nel primo tempo è stato retto il  vantaggio nonostante qualche rimbalzo offensivo di troppo (segnale statistico di un Iannilli concreto al tiro e più presente nel painted nel finale grazie al defilarsi coatto di Tessitori dal campo) , e complici le mani poco fatate degli uomini in maglia Consum.it, abili anche nel produrre ottimi uno contro uno oppure mis-match a volte funzionali per nuovi extra-possessi. I falli inoltre, o singolarmente o nel computo di squadra, stanno iniziando a configurarsi come problema costante per coach Bartocci, che già nel primo tempo si è dovuto misurare con rotazioni accorciate dal carico di falli di alcuni giocatori;  infine il gioco si mostra ancora troppo perimetrale, e la prefenza per soluzioni di gioco più basse e interne  può interrogare nel lungo periodo. Altri segnali poi come il 18-7 del terzo quarto nei primi 5′ oppure e il frequente prevalere di Tessitori nel verniciato (arginato solo dalla sua prematura uscita a 8’10” dalla fine per falli), ci danno contezza di un registro che, sebbene ormai oliato sul piano dello spirito, dell’emotività, può e deve migliorare sul piano del gioco, e non già perchè questo non sia raggiungibile, ma perchè lo può essere, garantendo ulteriori e apprezzatissimi salti di qualità.
Salto che, considerando l’occasione, potrebbe e speriamo si possa verificare contro una squadra come il Basket Ferentino, che, sostenuta da almeno 150 focosi supporter ancora estasiati dal penultimo turno degli amaranto (vittoria sull’allora imbattuta Omegna) , verrà certamente con il coltello tra i denti, e soprattutto se in trasferta si proviene da due sconfitte consecutive. Infatti infatti dopo la debacle di Castelletto, la FMC di coach Franco Gramenzi ne ha rimediata un’altra a Trento (86-67), facendo sì che  il suo bilancio lontano da PonteGrande parli di una sola vittoria in quattro confronti. Una squadra con la rabbia negli occhi insomma, e che verrà a Fuorigrotta animata da un fattore E : quell’emotività che proviene da un simone bonfiglio che domenica per la prima volta ha tenuto a ribadire tutte quelle credenziali che in maggio giustificarono il suo acquisot da Ruvo; quell’emotività di un Carrizo al momento ancora parziale nemesi dello scatenato folletto che fece per l’ennesima volta intravedere il sogno play off; la rabbia di un Ianes non ancora del tutto tornato a casa, cioè non pienamente reintegrato in un contesto che in passato lo rende celebrità del dilattentismo.
FERENTINO: LA STORIA
Ma non si va soltanto incontro a una squadra ben lontana dall’impressione rimaneggiata della tarda estate scorsa (doppia sconfitta 59-65 e 60-82), ma ci si confronta con una realtà dove la pallacanestro è ufficialmente faro comunitario dal 1977, anche se sin dagli anni ’40 il Collegio Martino Filetico ospita formazioni che oggi con Ferentino costituiscono una vera regione del basket, da Anagni a Veroli passandro per Frosinone. Il campetto dell’Oratorio di Sant’Agata la breve vita della Virtus Ferentino Basket sono prove generale per quell’esperienza che, nata informalmente prende piede tre anni dopo in Promozione per volontà di grandi figure come Gianni Bernardini, Mario Longo e Giorgio Pompeo, e soprattutto sotto la guida di Remo Fiorletta.  Bisogna poi attendere il 1987 per il primo quanto fugace in serie D (svoltosi sul campo coperto dell’amica/nemica Anagni), dove poi si rientrerà più stabilmente nel 1992 e fino al 1998 quando in quella stagione, (la seconda nella struttura coperta provinciale dell’ITIS),  vince il campionato con ben 26 vittorie su 30 incontri conquistando l’allora serie C2. Viene promossa in serie C1 nella stagione 2000-2001, mantiene questa categoria per 4 stagioni sfiorando la promozione in B2 in tutte le stagioni: da annoverare in questo denso quadriennio la partecipazione alla fase eliminatoria di Coppa Italia a Cecina, dove le due vittorie, rispettivamente contro Porto S.Giorgio e Corte dei Frati Cremona, spalancano le porte della finale a Casale Monferrato (poi persa) contro Trento, traguardo storico per il basket ciociaro. L’anno seguente avviene poi l’inaspettato: ripescata in Serie B2 al posto di Cagliari, durante quella stagione arriva terza in regular season e, trascinata da giocatori come Pablo Filloy e Andrea Capitanelli, vince in casa i playoff contro Empoli e viene promossa in Serie B1, serie in cui, nonostante la retrocessione tecnicamente sfuggita ai playout sotto la guida di Tonino Zorzi , riuscirà a restare grazie al ripescaggio seguito al fallimento della Viola Reggio Calabria.  Nel campionato 2007-2008, nonostante le ambizioni nutrite da innesti come Francesco Amoroso, Mauro Bonaiuti, Luca Ianes e Stefano Rajola, c’è soltanto la salvezza al primo turno dei play out battendo Patti 2 – 1. Dal 2009 storia recente, con l’arrivo del presidente Vittorio Ficchi e l’esigenza di guardare sempre in alto in questa categoria, tra aspettative e qualche delusione.
FERENTINO : IL ROSTER
Se c’è qualcuno che da Sud potrà senz’altro rivaleggiare a pieno titolo con Omegna,Perugia e Torino per la conquista dei tre posti messi in palio per la prossima Legadue, tra queste figura senz’altro la creatura di Franco Gramenzi e , dal 2008-2009 targata FMC, ma con ormai due stagioni consecutive concluse alle soglie dei play-off: due bocconi amari da digerire, soprattutto se questi ti toccano sistematicamente al termine della regular season, e ancor di più se, come accaduto lo scorso anno, lo devi consumare e digerire per via dei cugini anagnini.
Ma la dirigenza  di Via Aldo Moro non ha dubitato sulla fattibilità di un percorso che ormai da anni prevede la direzione di un’ascesa progressiva. La società gigliata infatti, giunta ormai al trentaquattresimo anno di vita, non è affatto arretrata dai propri obiettivi abituali, da sempre rispondenti ad un alto profilo, ma ha piuttosto rilanciato, optando per un roster ulteriormente arricchito nelle sue individualità e dotato di una  maggiore profondità della panchina. Le premesse di questo rafforzamento sono state senz’altro le conferme di coach Franco Gramenzi, già vincente in Legadue con Teramo e Scafati, e della robusta guardia/ala oriunda Manuel Carrizo, lo scorso anno estremamente prolifico con il 42% da 3 e l’88% dai liberi, già consumato mattatore in categoria con le maglie di Montecatini e Veroli, ma che, eccetto Siena e Omegna, ha avuto poco da dire in stagione, complice un infortunio che ne ha limitato la piena preparazione: le sue media parlano di solo 12,5 punti con il 27% da 3 e appena 2,6 falli subiti nonostante i discreti 4,3 rimbalzi.
Su questo binomio si è poi cercato di  innestare un inedito asse play/pivot formato anzituttp dalla leggenda dilettantistica Francesco Guarino, playmaker 32enne con esperienza spesso decisiva in stagione (vedi Firenze, Siena e Omegna soprattutto), tanti assist, fisicità assicurata, ma soprattutto la rassicurante credenziale di 3 promozioni nelle ultime 3 stagioni (Latina,Barcellona e Trapani). Nel verniciato troviamo invece l’ex San Severo e Firenze Luca Ianes che, accostato più volte da radiomercato a Napoli nel mese giugno, e cavallo di ritorno in Ciociaria (dove ha giocato dal 2007 al 2009), ha fino ad oggi poco ricalcato il suo profilo doppio-doppista con doti perimetrali (5,8 punti in 20′ con appena 2,5 falli subiti nonostante i 7,5 rimbalzi) : in questo senso potrebbe essere utile il confronto con Andrea Iannilli, anche lui pivot di ruolo e anche lui reduce da prestazioni opache a pieno regime: questo head to head può rappresentare una delle potenziali chiavi di lettura di questo match.
Ma se con gli estremi del quintetto si è inteso su una linea vincente, le vere punte di diamante del mercato segnano il passo rispetto a un passato in cui spesso si lamentava l’assenza di talenti vogliosi di emergere. Infatti il quintetto ha accolto coraggiosamente  sia play/guardia classe ’88 Simone Bonfiglio, lo scorso anno ottimo assist-man, scaltro in difesa e punitivo in penetrazione, così come all’ala venticinquenne Francesco Ihedioha,  dalle forme tornite e potenzialmente esplosive.
Entrambi provengono da Ruvo di Puglia, piazza che come Ferentino ha sempre anelato negli ultimi anni a prestigiosi piazzamenti play-off, ma solo il secondo dei due ha saputo fino ad oggi canalizzare a sufficienza le occasioni offertegli da coach Gramenzi (8,7 punti + 5,1 rimbalzi con il 41% da 3): infatti il nativo di Cento, nonostante il 9,6 punti a partita con il 38% da 3, 3,9 falli subiti e 1,6 assist, ha brillato soltanto contro Fabriano e la scorsa settimana contro la Bitumcalor di coach Buscaglia,facendo sfoggio di un vero e proprio saggio balistico.
Ma le frecce dell’arco non si esaursicono qui, ed è un indicatore statistico a svelarcelo macroscopicamente: gli unici in doppia cifra in casa FMC risultano gli uomini d’ordine Guarino e Carrizo, e per una squadra che produce 72,5 punti a match il rednimento della panchina va quantomai rienuto come considerevole.
Pesano infatti permanenze in regia di Salvatore Parrillo, baby casertano che, arrivato a gennaio dello scorso anno, è subito salito in cattedra a dispetto dei suoi soli diciannove anni (6,6 punti in 26′ con il 50% da 2 accanto a 2,9 rimbalzi), e di Lorenzo Panzini, classe ’90 di mano delicata (4,1 punti con 62% da 2 e l’87% dalla lunetta),ma in cerca di nuovi stimoli a seguito dell’opaca stagione offerta in terra pontina: per il primo, nonostante i 27′ di utilizzo medio, pesano le scadentissime cifre al tiro (31% dal campo) e prestazioni marginali eccetto il prestante esordio contro Firenze; sul secondo troppa perimetralità nonostante il discreto contributo a rimbalzo (2,5 carambole per 19,8 a partita)  . Infine da appurare gli aggiuntivi rinnovi di Luca Pongetti (5,1 punti  a partita e utile nell’espugnare il PalaGuerrieri) del fattivissimo 5 Antonio Iannuzzi (che replica grossomodo le cifre della scorsa stagione, caratterizzate allora da 6,6 punti + 4,7 rimbalzi in poco più di 14′).
FERENTINO : LA TATTICA
Completando dunque l’analisi proviamo a evidenziare cosa ha funzionato e cosa ha cileccato in un roster che, a suo tempo definimmo, senza crepe ma con qualche rischio, validissimo ma con alcune ipotetiche zone d’ombra.
Non si discusse la scelta in sè di Guarino, quanto il suo mancato abbinamento con  l’ormai fido Luca Bisconti, destinato dopo anni di fortunata colleganza a Perugia, in favore nuovo binomio con Ianes che, dati e performance alla mano, non ha prodotto i risultati sperati.
Altri due rischi poi attenevano al quintetto. Il primo lo  constatavamo nella suggestiva combine Bonfiglio – Guarino, combine che però ha poco incentivato la concorrenza interna e spesso mostrato che per rendere al meglio necessiterebbero del maggiore spazio possibile.
Infine, sempre nel quintetto alludemmo a un possibile deleterio gap generazionale tra senatori desiderosi di minuti e under intesi ad emergere.Su questo profilo va detto che momenti in cui l’attacco è parso poco orchestrato ci sono stati, e soprattutto nelle prime giornate (l’esordio a singhiozzo contro Firenze, le 11 palle perse di Siena , oppure il totale black-out con Chieti), ma la FMC è da temere sia per il contributo che alcuni panchinari hanno propiziato in trasferta (vedi l’unica vittoria fuori casa a Fabriano grazie alle ottime soluzioni di Pongetti e Parrillo), sia per virtuosisimi difensivi, che salvo i disastri di Castelletto (contro le penetrazioni di Dri e Ferrarese), hanno sempre indirizzato favorevolmente il match:  in quest’ottica la box and one praticata a Siena su Nicola Mei oppure contro Omegna su Bertolazzi, così come l’effiace difesa pressing su Portannese e Tassinari contro Torino fanno di quest’organico specializzato nel contenere le principali bocche di fuoco avversarie. Ci riusciranno contro Musso oppure Rizzitiello? Domenica lo scopriremo.