Giovedì sera non saranno stati di certo pochi gli appassionati e i tifosi partenopei intenti ad ascoltare la radiocronaca in web streaming di Anagni-Napoli, disponibile su Napolibasketball.it curata da Michele Botti; quindi molti di più a ringraziare, dopo un post-partita che invece ha avuto il sapore della vera partita, Michele Poluzzi, il play bolognese della Enoagrimm San Severo che col suo unico punticino (messo a referto tra l’altro dalla lunetta), è stato capace di suggellare la sconfitta di Capo d’Orlando sul terreno del PalaCastellana,pertanto, di determinare, a distanza, il compimento di un altro passo atteso, magari non cercato e atteso così presto, ma che ronzava ormai da mesi e da settimane nelle menti e nei cuori della Napoli dei canestri. Si tratta infatti del primato matematico della Division Sud-Ovest, per molti, alla vigilia di questo campionato, la più dura e la più temibile dell’intera DNA, ma che la BPMed ha largamente dominato, prendendola per la testa da subito E senza lasciare margini ad avversarie che pur nel loro piccolo, negli scontri diretti, avevano messo duramente alla prova le qualità degli azzurri.

IL CONTESTO PRE-PARTITA

La partita di Anagni sancisce così uno schiaffo indiretto a quelle concorrenti che, forti è stato detto, sono però mancate nella costruzione di veri punti di riferimento, nella capacità di restare uniti nonostante le sconfitte,facendo prevalere le rivalità mediocri e le baruffe tra prime donne , le scelte affrettate, senza pensare al gruppo nella sua totalità.

Tante le voci incredule, tanti i sorpresi, eppure non occorre faticare molto per capire come si è riusciti in tutto questo. La risposta per noi è una, forse irrazionale, forse persino banale e retorica, ma è l’istinto che la suggerisce, un istinto che a volte non mente, come questa stessa squadra ci ha confermato.

Si tratta di quello che il sottoscritto ama etichettare come “Ambiente Napoli”: un ambiente che, nelle vicende sportive in genere, si mostra in partenza molto diffidente, molto guardingo, e che nei suoi sbalzi può persino deprimere a un primo contatto, se non distruggere, ma che nel suo essere esigente, e a tratti impietoso, lavora anche con un traino emotivo unico, così da rendere gli stessi sportivi esigenti, innanzitutto verso se stessi, superando limiti che forse altrove sarebbero rimasti. Soprattutto questo, oltre alle mille e una variabili tecnico tattiche che potremmo citare e argomentare, spiega per noi la crescita costante di un gruppo che, adoperando il linguaggio informatico, è partito da zero divenendo un uno compatto, con gerarchie precise, ruoli ben delineati, ma anche uno spirito di sistema e di interscambio sul campo che, soprattutto con le assenze di questi ultimi tempi, comincia ad affiorare e ad affermarsi, bene, senza contraccolpi, e con grandi potenziali benefici viste le tante insidie che i play-off e la loro atmosfera possono prospettare.

Le prove di tutto ciò? Già nella vittoria di ieri, una vittoria di impronta under, e che degli under conferma la solidità e la reattività complessiva.

Gabriele Guastaferro ha ormai totalmente alle spalle quella paura del campo e quelle incertezze che, specie nelle prime partite della stagione, frenavano le sue qualità di presentatore e di elemento che sta al gioco provando anche farlo, senza più remore psicologiche e con quel piega. Giusto che possiamo solo approvare in un virgulto della sua classe.

Non di meno è da elogiare Paolo rotondo, che sfoderando contro un certo Corral la miglior prova di una stagione mai in debacle è in costante crescendo, dimostra che anche contro il divo di stazza ci sa fare, e che non sempre esperienze tonnellaggio rendono i lunghi delle vere e proprie armi in più.

C’è poi un porfido che ammiriamo per il suo essere presente con la sua personalità senza esibizionismi,e che, calendario e classifica alla mano,è senz’altro arrivato nel momento più propizio per chi, come lui, dovrà inserirsi macinando anzitutto vere presenze con più di qualche minuto.

Infine, ma non è mai per sminuire, ci imbattiamo in un ciabattino che, oltre alla discesa veloce, si è imposto anche e favorevolmente nella costruzione dell’intesa con lo stesso rotondo, determinando per una volta quella metamorfosi da playgrounder a playmaker può davvero far maturare questo giornalino in via di affinamento, tra tanti bassi ma sempre meno frequenti.

Certo, qualcheduno potrebbe limitare la portata del successo di ieri citando la profonda disparità tecniche di qualità che regnavano tra i due poster, evidenziatasi soprattutto al rimbalzo e nella tenuta dei ritmi alti che il gioco ha assunto a partire dalla terza frazione. D’altra parte quella stessa Anagni che si cita era al completo, ma soprattutto pronta a calcare il parquet senza minuetti, se ossequi di rito, ma con il desiderio di vincere per incamerare punti quanto mai importanti ai fini della salvezza.

Quanto ai senior, invece, si segnalano le poche ma efficacissime picconate con cui Gatti e Musso hanno indirizzato il match verso binari favorevoli. In conclusione serata utilissima e in senso bonariamente egoistico per Simone Lenardon, che con i suoi minuti ha intrapreso un utile sgambatura vista di un più intensivo impiego in campo, a sua volta indispensabile nel brevissimo termine per un più completo rodaggio in vista di Legnano.

Legnano,appunto, dove ora, ipotecati primato e semifinale play-off, si concentreranno inevitabilmente tutti i riflettori e le attenzioni di una squadra e di un pubblico mai come adesso sereno e fiducioso nei confronti del futuro. Un problema semmai può essere quello relativo al come avvicinarsi a questo futuro, a questo step che, salvo stravolgimenti, scoccherà non prestissimo, tra a più di un mese circa.

Ciò che è sicuro è che tra tutto questo e l’oggi si frappone una lunga attesa che andrà capitalizzata, e in cui gli azzurri possono davvero affinarsi a fondo, marciando in alcune direzioni chiave: un pieno recupero degli infortunati, un ulteriore spazio per gli under, la possibilità di sperimentare a livello tattico, di quintetti e rotazioni, tenendo tutta la squadra sul pezzo e sulle spine. Perché proprio questo bisognerà ottenere tra cinque giornate:una squadra che, rinforzata e meglio articolata della sua identità, non si sia adagiata sugli allori legittimamente conquistati e che non abbia allentato la sua presa su questa stagione, mantenendo anzi quella filosofia vincente da sempre fattore degli uomini di Bartocci.

Questo percorso, che speriamo di aver ben descritto nel suo approccio ideale prevede tra l’altro sfide di qualità e con avversari in piena corsa per l’obiettivo post-season: Da Treviso a Bari, ma anche Casalpusterlengo e senza trascurare una Trento già qualificata ma ancora duello con Trieste per il primato a Nord-Est. Questo ricco menù c’è stilistico, che speriamo i nostri rendano succulento e appetitoso (come del resto lo meriterebbe), offre un degnissimo primo, e che primo: arriva infatti a Fuorigtotta una squadra che di ex passati tra le fila azzurre se ne intende, e che soprattutto arriva all’ombra del Vesuvio proprio nella veste di giustiziere indiretto delle favorevoli sorti BPMed. Infatti arriva proprio la Enoagrimm San Severo a far visita ai partenopei, che infatti, grazie alla quarta vinta nelle ultime sei dal giallo neri (reduci però due sconfitte esterne consecutive), è abilitato a festeggiare l’ingresso in post-season dal tappeto rosso.

Proprio pochi istanti fa abbiamo citato un trend numerico a proposito dei futuri ospiti, superati per 54-67 nel confronto d’andata del 22 dicembre scorso. Quello certamente il dato più immediato per comprendere il senso di una ristrutturazione tecnica, complesso e difficile partita all’interno dello spogliatoio e che di vittime né a mini tute non poche, cominciare dall’ex coach Paternoster. A succedergli un padre di famiglia come coach Pietro melina, che dopo aver chiesto tempo ad una piazza tormentate delusa, ha raccolto i frutti di un lavoro che, avendo il suo principale ostacolo nell’unità del gruppo, è partito degli uomini prima ancora che dei giocatori. Questo ha reso la cestistica meno rinunciataria e più lottatrice, ridando smalto e colore a una situazione certamente meno drammatica rispetto a qualche mese fa.

La situazione in classifica per loro rimane tuttavia sempre quella e più del quarto posto nella division difficilmente si potrà riuscire a fare; per loro fortuna Matera continua a perdere e la loro corsa per evitare i playout non può essere che su di loro, che in questo momento sono in vantaggio di trentasei punti nella differenza canestri totale, visto che i due confronti si sono chiusi in perfetta parità (+/-3).

Coach Millina dovrà inoltre fare ancora a meno di Fabio Lovatti (play titolare), mentre Rugolo, Fattori e Amoroso non si presentano al meglio delle proprie condizioni. La missione è impossibile, ma gli eroi di giovedì non hanno nulla da perdere (al pari di Napoli), quindi presentiamone la storia che rappresentano e i loro identikit, come nostra consuetudine.

SAN SEVERO – LA STORIA

Reduci da un anno tormentatissimo in cadetteria, anno che Bartocci ha cercato di salvare con una disperata rincorsa salvezza, ha messo in evidenza una Cestistica dai  grandi problemi economici, tanto da rischiare il fallimento societario, con la possibilità di cedere il titolo a Reggio Calabria. Tuttavia, tale rischio viene scogiurato all’ultimo momento grazie all’aiuto del Comune di San Severo e di un gruppo di imprenditori locali, e la Cestistica si iscrive al campionato di DNA, preservando la sopravvivenza di una storia che, partita  nel 1970 sulla scia dell’esperienza della G.S. Cannelonga, nata nel 1996,  ha compiuto una graduale scalata dalla categoria promozione. Raggiunta poi la C nel 1974 e riconquistata nel 1976 grazie a un giovanissimo e già menzionato Walter Magnifico (che resterà fino al 1980, anno della retrocessione in serie C dalla B, ottenuta tre anni prima), gli anni ottanta sono scanditi da grandi oscillazioni fino al 1991, quando, conseguita la C1 avendo acquistato i diritti della Pallacanestro Brindisi, vi resterà per ben 9 anni, fino al 1999 dunque, con l’accesso alla B2 ottenuta grazie ad una finale playoff emozionante che vide i Neri della storica formazione vincere all’overtime contro la Fortitudo Basket Martina Franca. Gli anni 2000 sono scanditi da stagioni dure ma anche ambiziose, fra cui proprio il 2001, anno della finale promozione con Patti, oppure il 2006, con l’uscita dai play off per mano di Ruvo di Puglia.  Nel 2008, anche grazie all’arrivo del Patron Mazzeo, la Cestistica riapproda lì dove trent’anni prima era situato l’apice della propria esperienza sportiva, cioè in B1,  grazie anche a un ripescaggio dopo la finale disputata nel 2008 contro la Fortitudo Agrigento. Tuttavia con la nuova linfa economica data dalla sponsorship, la società rilancia la posta e nel 2010 i giallo-neri allenati da Piero Coen, grazie ad un roster inizialmente pensato per la salvezza, si porta in avanti fino alla finalina playoff disputata contro la storica squadra della Fortitudo Bologna, contro la quale si riesce anche a vincere la seconda gara fuori casa. In queste ultime partite, il palazzetto dello Sport di San Severo riporta un record di numero spettatori mai visto prima, con oltre 4000 spettatori. La stagione 2010-2011 vede quindi la squadra portarsi in avanti come non ha mai fatto prima: la Cestistica San Severo disputa per la prima volta la LegaDue, venendo ammessa al posto di Vigevano.

Aggiunta importante sui confronti con Napoli: infatti San Severo si è già confrontata con Napoli in passato, e in tanti precedenti, gli ultimi di questi in serie C1 nella stagione 1998/99 con ben tre formazioni partenopee: Collana, Barra e Quartiere Posillipo. Nei sei incontri i “neri” se ne aggiudicarono cinque. Più datata la sfida con il Basket Napoli in serie B nel campionato 1979/80. L’ultima gara casalinga della stagione con i napoletani coincise con proprio l’ultima prestazione di Walter Magnifico in giallonero, prima di trasferirsi alla Fortitudo Bologna.

SAN SEVERO – IL ROSTER

C’è quindi tanta storia da proteggere, ma anche un passato recente da riscattare, nei limiti delle possibilità economiche. Anche per questo il nuovo sodalizio che gestisce la società, attualmente guidato da Michele Calabrese, ha puntato su un roster sottoposto però a contintui rifacimenti in corsa, prima con il play pugliese Salamina, ex Campobasso, proseguendo con la stella ex Sant’Antimo Valentini, interessando poi il giovane classe ’90 ex Gualdo Serpetino, infine lo stesso Antonio Paternoster: tutti contraccolpi di un inizio ritardato di un mercato che ha promesso i primi colpi nel solo mese di agosto, ma che comunque non è stato del tutto alterato nella sua ossatura, con rimpiazzi d’esperienza al momento giusto e una pattuglia di giovani di ottimo credito.

Partiamo dalle sei mani in regia per i giallo-neri, e innanzitutto da un cavallo di ritorno come Riccardo Marzoli. Teatino classe ’89, gioca nel ruolo di play-guardia, e ha già vestito la casacca giallonera due stagioni addietro, sempre nel terzo campionato nazionale, in cui attualmente fattura 9,7 punti con il 32% dall’arco, 2,1 recuperate, 4,5 rimbalzi e 4,3 falli subiti in 26′: tutte cifre che nelle ultime tre partite presentano un lieve calo, ma solo in fase realizzativa.

Proseguiamo quindi con uno dei possibili, grandi assenti di questo confronto: Fabio Lovatti, classe ’89 come Marzoli e proveniente da Fermo. Playmaker puro rispetto a Marzoli ,e figlio d’arte dell’ex veterano dell’A2 Fausto, è cresciuto nelle giovanili della Scavolini Pesaro, dove ha esordito in serie A nella stagione 2004/05, e successivamente ha giocato con la Fortitudo Bologna e due stagioni alla Snaidero Udine sempre in A1, prima di tornare nelle Marche a Porto Sant’Elpidio. Le ultime due stagioni ha vestito la casacca della Bawer Matera, con cui ha disputato altrettanti campionati di serie A Dilettanti sotto la saggia guida di coach Ciccio Ponticiello, mostrando, nonostante la sua giovane età, di avere gran carattere e un ottimo livello di maturità, soprattutto nel saper dare i giusti ritmi di gioco alla squadra. Queste qualità si evidenziano piuttosto bene nelle sue cifre stagionali, che parlano di 8,1 punti col 53% da 2, ma anche 2,9 rimbalzi, 1,4 falli subiti e 2,4 assist (16° assoluto).

Come sostituto di Lovatti, nelle ultime sfide, ha acquisito spazio l’eroe Michele Poluzzi.

Nato a Bologna il 10 marzo del 1989, Poluzzi è un prodotto del settore giovanile della Pontevecchio Bologna, con la quale ha esordito da regista titolare nella stagione 2006/07 nel campionato di C2. Nell’estate del 2007 Poluzzi viene ingaggiato dall’Acmar Ravenna, con la quale disputa due stagioni in B Dilettanti, raggiungendo la salvezza ai playout contro Castellanza nel primo campionato, per poi agguantare i playoff nella stagione successiva.  Nel 2010 Michele viene ceduto in prestito alla Garda Cartiere Riva del Garda, in A Dilettanti, dove si mette in luce con 4 punti in 14’ di utilizzo medio. Al termine della stagione Poluzzi rientra a Ravenna, dove sarà affiancato ad Alessandro Davolio nel ruolo di playmaker, quindi la chiamata al piano di sopra, dove nonostante le cifre poco confortanti (2,4 punti col 31% dal campoe 1,6 palle perse in 15’), va segnalato qualche sussulto, fra cui il più recente contro Ferentino (7+5 rimbalzi).

Arriviamo quindi al possibile mattatore per gli ospiti di Millina, Giovanni Rugolo. Pupillo di Paternoster, il reggino ha compiuto quest’anno il terzo ritorno nella famiglia giallonera, dopo la stagione 2002/03 in serie B2 e due anni addietro in serie A Dilettanti.

Classe 1981, originario di Reggio Calabria, la guardia calabrese inizia la sua avventura cestistica nella città  d’origine nella lontana stagione 98/99 in C1, con cifre notevolissime per la sua giovane età (22.5 punti a partita e 7 rimbalzi di media), prosegue la sua carriera con il Cus Catania di B2, ancora con ottime cifre(13.8 punti di media e 4.2 rimbalzi), che gli valgono la chiamata a soli 21 anni nella Legadue con Messina. Torna in B1 con Firenze, dove disputa ancora un ottimo campionato a livello balistico. La prima apparizione pugliese avviene con la casacca giallo-nera del S.Severo nella seconda metà  della stessa stagione in B2, dove chiude con quasi 10 punti di media. L’anno successivo nuova esperienza in B d’Eccellenza con la maglia della Coopcostruttori Argenta, con ancora ottimi numeri: 9.4 punti e 2.3 rimbalzi a gara. Nella stagione successiva torna nella sua città natale, Reggio Calabria, dove permane per tre anni, due dei quali nella massima serie professionistica italiana, mentre l’ultimo in Legadue con 7 punti di media ed un alto minutaggio. Nel 2008 sempre in Legadue l’esperienza con Casale Monferrato, e successivamente, nella stagione appena trascorsa, il ritorno in Puglia con la maglia della Mazzeo S.Severo, dove disputa un campionato eccellente, con 16.7 punti di media a partita(con un high – score di 34 punti a Matera), che gli vale il 4°posto complessivo nella classifica dei migliori realizzatori della Serie A Dilettanti.

Oltre alle doti tecniche eccellenti (14,3 punti, 46% dal campo) del giocatore va anche segnalato l’ottimo spirito di sacrificio difensivo e di squadra, che ne fanno uno dei migliori leader anche a livello emotivo: 3,5 rimbalzi e 4,6 falli subiti non possono che dimostrarlo, al pari dei suoi recentissimi 16 contro l’Orlandina (5/6 dal campo e 3 falli subiti).

Continuiamo quindi a distiricarci nelle ristrette rotazioni dei pugliesi, prendendo in considerazione quello che, assieme a Rugolo, costituirà di certo il nucelo del gioco Enoagrimm, soprattutto se nei match parte col piede giusto: si tratta di Giovanni Fattori. Top scorer dei giallo-neri classe ’85, risulta essere un 4/5 estremamente completo e duttile. Dal 2001 al 2004 fa parte del roster del Monte dei Paschi Siena (serie A1), mentre dal 2004 al 2006 gioca nel Basket Cecina (B1); la stagione successiva gioca con l’Agricola Gloria Montecatini (LegaDue), e nel 2007/08 torna in B1 con la Fulgor Libertas Forlì, successivamente nella stagione 2008/09 gioca con l’Edilcost Osimo (A dilettanti). Due stagioni addietro e l’inizio dell’ultima gioca con la Sunrise Scafati in LegaDue, ma lo scorso Novembre si trasferisce a Latina (A Dilettanti), dove conduce in porto la mesta causa salvezza dei pontini partiti con ambizioni promozione. Come detto il suo apporto è determinante, del resto le numerose sconfitte che hanno condannato Paternoster sono dipese anche dal suo vistoso calo: dopo ben 13 doppie cifre in 15 partite ( 16,1 punti con 58% da 2 e 47% da 3, oltre a 7,3 rimbalzi e 2,3 falli subiti) calo ad appena 4 nelle successive 14, con 12,7 punti, 6 rimbalzi, 2,3 palle perse e 2,1 falli subiti, con un crollo da 7° a 40° uomo valutazione dell’intera lega. Ciononostante il talento resta, e la natura intrigante della sfida potrebbe risvegliare le sue qualità di tiratore e realizzatore all-court (54% da 2 e 39% da 3).

Ora però allontaniamoci ma non tanto dal perimetro con Ivan Scarponi, che probabilmente si alternerà con Amoroso (tre naturale ma anche quattro all’occorrenza) nelle rotazioni di Millina .Classe ’86, e cresciuto nell’Eurobasket Roma, Scarponi si è messo in evidenza con la Mens Sana Siena, dove ha vinto tre campionati giovanili in due stagioni. Ha diverse convocazioni con le nazionali Under 18 e Under 20, con una semifinale agli Europei del 2006. E’ un mancino dall’ottimo tiro dalla lunga distanza e, grazie al fisico possente, è anche un valido difensore. Nella stagione 2004/05 ha disputato il campionato di LegaDue con Montecatini, successivamente ha sempre giocato in serie A Dilettanti. Porto Torres (due stagioni), Gragnano, Fidenza, Trieste e, lo scorso anno, Massafra. Con la formazione tarantina ha messo a segno mediamente 14 punti (12^ nella classifica marcatori) in 31 minuti, figurando anche come l’11^ miglior stoppatore del girone. Quest’anno per lui una prova di maturità: convincono le sua prestazioni contro Ferentino e Recanati all’andata (entrambe 17 punti), ma anche le performances più recenti (18 con Anagni e Ruvo, 12 pesanti contro l’Orlandina), ma anche cifre piuttosto deludenti dall’arco (29%) e nei falli subiti (1,2), soprattutto considerando il suo eccellente rendimento dalla lunetta (94%).

Avviciniamoci come al solito a canestro, e imbattiamoci in un nome ormai a lungo pregustato, cioè quello del capitano della Cestistica, Ciccio Amoroso. 3/4 nativo di Cercola, sarebbe l’unico ex di turno (usiamo il condizionale data la sua dubbia presenza in campo): infatti dal 1995 al ‘97 ha giocato a Napoli in Legadue in maglia Jcoplastic e Pasta Baronia. Dal ’97 al ‘99 è a Forlì, sempre in LegaDue, la stessa categoria con Osimo nella stagione 2005/06. Successivamente ha sempre disputato campionati di serie A Dilettanti tra Cento (14, punti), Forlì (13.3), Ferentino (15,9), Osimo (10,2), Ostuni (12). Lo scorso anno è il 33enne è stato uno dei principali protagonisti della Benacquista Latina (sempre in serie A Dilettanti), con 12,3 punti di media, con 47% da 2 e 38% da 3, 5 rimbalzi, 4 falli subiti per 13 di valutazione. Nei play out, grazie alla sua esperienza e alle sue doti difensive, è stato poi il principale artefice del secco 2 – 0 con cui il Latina ha conservato il diritto a disputare anche per la prossima stagione il terzo campionato nazionale. In questa stagione si conferma come uomo strategico collezionando l’14° posto nel ranking valutazione, a cui contribuiscono 11,8 punti con 5 rimbalzi netti ,arricchiti da 4,4 falli subiti e 1,6 assist in circa 30′ di utilizzo medio. Capace di difendersi su tutti i terreni del gioco, vive un ciclo favorevole culminato con i 16 di ieri sera (6/8 dal campo, 6 rimbalzi e 6 falli subiti).

Concludiamo infine la nostra rassegna del sestetto ospite con il primo acquisto stagionale della Enoagrimm, e precisamente il pivot Fulvio Candido. Brindisino classe ’83, lo scorso anno ha vestito la canotta della Fmc Ferentino, dopo aver giocato a Matera (A. Dil.),  Omegna (A Dil.), Empoli (B2), Porto Torres (B2), Vigevano (B1), Ozzano (B1) e alla Fortitudo Bologna in serie A1. Presentatosi come buon difensore, dominatore sotto le plance e grande stoppatore dalle mani sempre più educate, il quinto stoppatore del campionato e il sesto uomo nello scacchiere di Paternoster presenta cifre ben proporzionate rispetto al minutaggio, considerando i soli 5,2 punti + 3,8 rimbalzi in appena 21′: da porre in rilievo la sua doppia doppia contro Ferentino, così come la prova di giovedì (8+7), segno di una maggiore reattività sotto le plance.

Visti come al solito gli attori, prepariamoci a festeggiare godendoci uno spettacolo speriamo godibile e di piena sportività!