La marcia deve riprendere al meglio, con le migliori intenzioni e tanto più se questa lunga pausa, durata oltre una settimana, avrà certamente permesso a questa BPMed provata ma mai surclassata, di sanare gli infortuni e azzerare le frustrazioni accumulatesi negli ultimi 80′ contro Ferentino e Capo d’Orlando.

IL CONTESTO PRE-PARTITA
80′ ottovalenteschi quelli in cui Napoli si è imbattuta nelle ultime due allacciate di scarpe, tutte sospese tra legittime speranze di vittoria (in entrambi i confronti) e totali black-out, vuoi di atletismo, vuoi di frustrazione, vuoi di gioco in senso lato. Da queste ed ulteriori premesse quindi può e deve ripartire la corsa fino ad oggi efficace e concreta della formazione di Maurizio Bartocci che, dopo un avvio sprint da 8 successi , ha conosciuto i primi spettri della sua stagione. Prima nelle crude vesti amaranto di Guarino,Bonfiglio e Carrizo, spietati in quell’avvio di gara davvero troppo impari e schiacciante per essere vero e ripresentarsi in futuro, poi nelle sembianze di Benevelli e Zanelli, che, soprattutto nel finale di partita, e complice anche un Musso nervoso perchè lasciato troppo solo e troppo gravato di mille responsabilità, hanno intinto il coltello proprio lì dove Napoli dovrà necessariamente ricostruire la sua forza, e cioè in corrispondenza dell’asse play/pivot, occupato dalle presenze a corrente alternata di Simone Lenardon e Andrea Iannilli. Quindi non solo nella presenza di una regia che sia visibile e che dia ordine al gioco (eivtando le vere e proprie emorragie di palle perse, anche e soprattutto su extra-possessi), ma soprattutto in un pivot che sia davvero “pivotale”, cioè insostitubiile nell’aromnizzare il gioco e che, a partire da un’essenzialità tattica, sia servito il più possibile lì dove può imporsi e ferire, spezzando così quella monotonia “senza ritmo” dall’arco che spesso si è mal digerita in queste prime settimane e che, proprio grazie alla disponibilità “interpreti dalle buoni doti fisiche” come lo possono essere Gatti e Rizzitiello, non può più compromettere partite che in fondo premiano le nostre capacità difensive e le nostre virtuosità emotive. Infatti in queste partite l’organico bianco-azzurro ha sempre mostrato un buon profilo difensivo, ma soprattutto una modalità di concepire questi primi confronti come duelli fino alla quindicesima ripresa, duelli che, in un ring dove il KO può anche non esistere, ci sono i punti e quelli servono eccome in funzione del risultato. Ciò detto si evidenziano alcuni trend di crescita, e alcuni di essi sono anche riconducibili alla panchina. Anzitutto la lezione appresa a rimbalzo contro Ferentino sembra sia stata ben assimilata, e i 47 rimbalzi avrebbero da soli chiuso il match a favore degli uomini BPMed senza le 25 palle perse che hanno purtroppo compensato questo lodevole indicatore di gioco. Concentrandoci poi nello specifico sulla panchina, crescono i due tasselli portanti del turnover azzurro. Paolo Rotondo infatti, con la sfida di giovedì, comincia ad offrire grande affidabilità anche nella copertura a rimbalzo, andando ben oltre l’immagine del lungo smilzo bravo con poco tiro ma tanta buona tecnica nei pressi del ferro; Nunzio Sabbatino, inoltre, ha raggiunto la prima doppia cifra della stagione e, sebbene ancora spesso mal prestato al perimetro, è sempre più conscio delle sue abilità in penetrazione mis-match, producendo buone iniziative a cui certamente in futuro si dovrebbe affincare un carico di falli subiti maggiore e di palle recpuerate sul portatore più consistente. Non tutto tace quindi per una Napoli che deve tornare a ruggire, facendolo magari subito, agevolata sia dal rientro fra le mura amiche di Fuorigrotta, quindi da un pubblico che si spera sempre più massiccio, oltre che da un avversario con cui, pur nel massimo rispetto e con tutte le doverose precauzioni, ci può e ci dovrà essere partita. Ci riferiamo in tal caso alla U.S. Basket Recanati (PalaBarbuto, domenica, ore 18), targata ormai La Fortezza come d’abitudine nelle ultime quattro stagioni agonistiche, non a caso le più significative a livello storico per i colori gialloblu: un realtà, quella guidata dal presidente Pierini che, se nei luoghi d’origine può ricordare istintivamente l’immaginario di spazi bucolici e pensosi da cui ha tratto ispirazione la mente di Giacomo Leopardi, la sua infinita poesia e il suo pensiero possente e struggente, essa tttavia non può non possedere, agli occhi di un qualsiasi appassionato del dilettantismo, tutti i tratti di un segno distintivo a sè stante, di un qualcosa di autonomo e unico nel panorama della pallacanestro maceratese, insomma un fermento che, pur non avendo a monte una radicatissima storia, la sta tuttavia scrivendo a suon di permanenze in categorie mai occupate fino a tre anni fa, e forse persino impensabili fino a qualche anno prima.

RECANATI – LA STORIA E IL PRESENTE
Infatti se il basket recanatese, i cui primi barlumi si registrano negli anni ’30, trova il suo concreto inverarsi solo nel 1982, a seguito dell’esperienza pilota della Libertas, a sua volta capace di mostrare talenti come Gaetano De Witt o Massimo Padovano, il successo vero, quello del presente, arriva dopo lunghe annate prevalentmente trascoese tra D Nazionale e C2, serie da cui nel 2003 Recanati, grazie alla guida di coach Maurizio Marsigliani, si proietta in C1 per superare il primo ostacolo sul cammino del massimo dilettantismo nazionale. Si approda dunque nella quinta serie nazionale, dove sin da subito la matricola mostra i muscoli, agguantando quei playoff che poi diverranno sistematici, con tanto di tre semifinali e due finalissime: questi sono gli anni di Massimo Padovano, oggi di casa poco più a nord, in quel di Santarcangelo, ma anche di coach Freddari, a cui poi succede, nel 2007, il ritorno di Marsigliani, già scrittore di pagine indelebili. Ma se al nome di Marsigliani si coniuga la storia, la sua presenza non poteva non determinare qualcosa di bello, e cioè la tanto agognata promozione in C1, conquistata con doppio colpo in trasferta ai danni di Castel Guelfo. Ma il desiderare qualcosa non equivale necessariamente all’esserne soddisfatti, adagiandosi sugli allori: in fatti il sodalizizo biancoblu, affidato a partire dal giungo 2008 nelle mani del gruppo edile La Fortezza, rilancia la posta e, forte di un terzo posto in regualr season, sfiora la promozione, ma non la intasca. Il perchè è rappresentato dalla presenza in semifinale di quelle che è un vero e proprio titano schiacciasassi, per di più con la giusta dose di fame per tornare lì dove abitualmente consumava il suo pasto sportivo: si tratta della rinata Scaligera di patron Vincenzi che, anche grazie al supporto economico della Banca Popolare di Verona e dell’Ente Fiere di Verona, allestisce una squadra di prim’ordine, con nomi quali Losi, Gueye, Soave e Silvestrucci ai quali si aggiunge, prima della pausa natalizia, Matteo Nobile, già a Verona ai tempi della A1, al pari del coach-santone Pippo Faina, oggi in forza presso un altra grande decaduta come Torino. La stagione successiva sembra aprirsi all’insegna della serena rifondazione, con la conferma del pilastro Marsigliani accanto a uno strettissimo nucleo di continuità capitanato dall’attuale collante dello spogliatoio leopardiano, e cioè Attilio Pierni. Tuttavia la stagione, soprattutto grazie ad alcuni acquisti azzeccati e innesti in season di elevata qualità (fra cui quelli dell’ex Montegranaro Oscart Chiaramello, ma soprattutto di Marco Silvestrucci, partente proprio da Verona), decolla decisamente nel girone di ritorno, segnato da 8 vittorie consecutive e l’accesso A Dilettanti dalla porta principale della qualificazione diretta. Ciò che resta da raccontare è dunque cronaca di pochi mesi fa: una cronaca che, se nelle premesse sembrava poter suggerire un campionato sereno (si pensi al buon mercato intrapreso dalla dirigenza con la conferma di Chiaramello e Silvestrucci, assieme ai puntellamenti di Parente,Mei con l’acquisizione del talentuosissimo Paederzini) , si è poi concretizzata in un calvario sin dalle prime battute della stagione regolare. 9 sconfitte nelle prime 10 di campionato, il venir meno di Silvestrucci ma soprattutto le troppo corte rotazioni, egemonizzate da Laudoni,Benini, Fossati e Dip loro malgrado, non vengono compensate da un dignitosissimo girone di ritorno , contrassegnato da 8 vittorie (alcune delle quali di prestigio quali quelle contro Trento e Torino, Perugia e Trieste), ma incapace come detto di smuovere i marchigiani dalla palude delle tante retrocessioni a cui la A Dilettanti ha assitito lo scorso anno: 12° posto e KO tecnico su questo ring. In estate giunge però il ripescaggio, grazie al quale la società del Presidente Pierini ha agito nel mercato estivo secondo il dettame “ogni lasciata è persa”. Confermati infatti i devoti Pierini e Fossati, di certo meno bizzosi di alcuni ex come Dip o Parente, la dirigenza leopardiana, sistemata la panchina con Piero Coen (aveva un triennale a Reggio Emilia), ha quindi assestato ingaggi che lasciano persino intravedere speranze play-off, soprattutto se tra questi spiccano marcatori sicuri come le guardie Evangelisti e Gilardi,senza poi dimenticare l’inserimento in post di Chiariello.Sui giovani scelte invece poco coraggiose, ad eccezione di Ceron,figlio d’arte proveniente dal vivaio Reyer. Non anticipiamo però tutto, e conosciamo meglio questa compagine che, capace di rimediare ad un avvio difficile (sconfitte contro le quotate Trento e Torino), e reduce da una vittoria sofferta nel proprio catino contro la Spes di Fabriano priva di Mirko Trapella (complici alcuni infortuni che interessano il roster a macchia di leopardo) (67-63), si sta comunque comportando egregiamente, piazzandosi al primo posto della divisione sud-est a quota 12 punti, punti frutto di un record che, fatto di 6 vittorie nelle ultime 8, ha trovato muro solo nella vitalità nascosta degli Angels di Santarcangelo (71-80) e nella sete di rivalsa di una Bawer Matera troppo stufa dei bassi fondi e dei supplementari da danno con beffa (76-80).

RECANATI – IL ROSTER
Partiamo dalla panchina, su cui siede un coach esperto come Piero Coen, autore due anni fa di un’ottima stagione di San Severo e tornato nel terzo campionato nazionale dopo una sfortunata esperienza in Legadue con i colori di Reggio Emilia. Proseguendo poi con la squadra, che accosta senior di valore ad under giovanissimi, il prome nome che balza agli occhi è quello del capocannoniere. Ossia di Marco Evangelisti, guardia pura classe ’84 proveniente dalla bella e sfortunata stagione di Trapani, portata per mano in Legadue ma poi persa per ragioni off-court. Infatti a nostro avviso questo elemento non compare nella lista del secondo campionato italiano solo per problemi di iscrizione, perchè ormai su questi lidi ha dimostrato ormai da tempo di essere un vero mattatore. Il montevarchino infatti è da tempo di essere un eccellente realizzatore, segnando ben 20,3 punti di media punti in 33.3 minuti di utilizzo, godendo anche di un esplosivo 93% dai liberi (66/71) a cui si accostano cifre dall’arco prossime al 40%. Evangelisti inizia storicamente la sua ascesa nel 2005/06 a Ribera per poi spostarsi l’anno successivo prima a Palermo e poi a Osimo, mentre nel 2007/08 va a Siena per poi riscendere in Sicilia, a Barcellona dove rimane, dal 2009 al 2010, mentre l’anno scorso, come detto, c’è la promozione in casacca granata ma anche la vittoria nella classifica punti (18.30), classifica che nell’arco della stagione contenderà di certo al nostro Bernardo Musso. Dedichiamo tanto spazio al toscano perchè si tratterà sicuramente del pericolo principale che i ragazzi di Bartocci dovranno affrontare, ma certamente non l’ unico; a dargli respiro, infatti, troviamo il giovane e promettente Marco Ceron, under di belle speranze nel ruolo di guardia, prodotto del vivaio Reyer e al primo anno con la maglia della prima squadra fortezzina: nei suoi 24.4 minuti ha realizzato 11.5 punti con il 55,3 % da due (2.8/4.9)e il 73% dai tiri liberi (3.1/4.1), mostrando anche a rimbalzo (4,8) una resa superata solo dai lunghi di ruolo Chiarello e Pierini (rispettivamente 5,8 e 5,9 carambole per match). Si eccepisce comunque al suo riguardo una lieve flessione di rendimento rispetto al picco 4a-8a giornata , anch’ essa maturata da non perfette condizioni fisiche (contro Fabriano appena 4 punti in 12′, 3 falli e -4 di valutazione). In regia Recanati si affida quindi alle sapienti mani del pavese Roberto Fossati, play puramente ancillare classe ’78 che attualmente vanta 6.4 punti in 26′ minuti di utilizzo (39,3% da 3 e 2,7 rimbalzi). Secondo anno in terra marchigiana per l’ex San Severo dal 2006 al 2010, che è stato anche 6° nella classifica assist, classifica in cui però al momento non riesce a presenziare con continuità (appena 1 a match). Pronto a subentragli troviamo un under classe ’91 ma già con lunga esperienza in categoria, avendo giocato ad Ancona, Castelletto, Senigallia prima di accasarsi in casacca giallo-blu: parliamo di Simone Centanni, prospetto scuola Siena che, pur avendo nelle sue mani 4.8 punti in 19.8 minuti, ha brillato davvero solo contro Treviglio e Casalpusterlengo (nelle ultime tre partite 7 punti , 1/8 da 3, e 1,0 di valutazione). Spostiamoci quindi sul perimetro con l’italo-argentino ex Matera Federico Gilardi, giocatore prezioso dal punto di vista degli equilibri di squadra per i gialloblù. Classe ’79, ha giocato gli ultimi due anni con la casacca biancazzurra realizzando 12.2 punti in 28.6 minuti nell’ultima stagione, a cui si era presentato dopo un lungo girovagare tra le piazze della A e della B Dilettanti : nel 2005/06 era a Pistoia, nel 2006/07 prima a Gragnano e poi Bologna, mentre nel 2007/08 “sostava” a Patti.Quest’anno nella città marchigiana, pur giocando 26 minuti, ha solo 6,1 punti mediamente messi a segno: cifre irreali se si pensa che la doppia cifra è stata raggiunta solo 2 volte (contr Trento alla seconda e Matera due settimane fa), e che da 2 le percentuali risultano del tutto anomale rispetto al suo 53% di carriera, mentre persiste il discreto contributo a rimbalzo (3,8), riflesso di una caratteristica comune a tutti i piccoli del roster leopardiana e da tener presente nell’interpretazione del match. Avvicinamoci quindi al canestro, dove la La Fortezza offre una discreta batteria: il veterano ex Bergamo e San Severo Paolo Chiarello è l’elemento più insidioso del roster in questo settore (16° stoppatore di lega, 6,8 punti in 24,6 min e 11+5 contro Fabriano domenica scorsa, ma anche 5,9 rimbalzi e 4,2 falli commessi contro appena 1,8 subiti), ma non va sottovalutata l’importanza di Attilio Pierini (classe 1981, 8,5 punti + 5,8 rimbalzi in 29,3 minuti di media), giocatore che, molto utile nei giochi di Coen sia come rimbalzista sia come realizzatore versatile, colleziona anche 1,9 falli subiti, e il 39% da 2. Due interessanti giovani trovano poi spazio nel roster de La Fortezza: l’ala grande Matteo Pierangeli, classe 1992, che sta ricevendo minuti di qualità (anche in sfide tortuose come quella contro Fabriano, dove ha ben figurato con 8+8 in 23′) , e soprattutto con il pivot Alessandro Cecchetti, classe 1991 che, dopo aver abbondantemente ripagato la fiducia del coach, viaggiando a 8,4 punti di media in circa 15 minuti a partita nelle prime 8 giornate, ha conosciuto una lieve involuzione anche per via di un infortunio che lo ha fortemente limitato (a singhiozzo contro Satanrcangelo e Matera, assente contro Fabriano). Ad alternarsi poi in panchina a disposizione di coach Coen ci sono ben 4 giovanissimi classe ’94 e cioè Gurini, Magrini, Larizza e Flamini. Tanti dunque i potenziali protagonisti di questa sfida: sfida che se da un lato a Napoli permetterebbe il ripropiziarsi della fuga in testa dalla division sud-est (ricordiamo lo scontro per il secondo posto del raggruppamento tra Ferentino e Capo d’Orlando in casa laziale), dall’altro offrirebbe agli avversari giallo-blu la chance di crearsi uno scenario del tutto rassicurante sulla “vetta a sud-est”, considerando la proibitiva trasferta di Bari al PalaSassi e i fastidiosi impegni che attendono San Severo e Chieti (rispettivamente impegnate contro Anagni, reduce dal trionfo su una Ruvo alla deriva, e Fabriano, che perde ma fatica a demordere con la verve di Stanic e Gigena). Tanti quinde le ragioni per fare bene, da una parte e dell’altra, e quindi per accorrere in massa al Palabarbuto (domenica, ore 18) per il quinto impegno casalingo.