NAPOLI – Le feste sono ormai terminate con l’inizio dell’anno solare, salvo la residua parentesi dell’epifania, e i fuochi d’artificio come sappiamo sono un simbolo emblematico di questa transizione, anche se con il loro uso ci si aspetterebbe un pò di moderazione in più e qualche brutta conseguenza in meno, osservando la triste cronaca di questi giorni.

IL CONTESTO PRE-PARTITA

Eppure qualche altro petardo sarà rimasto nella riserva di quei tifosi e appassionati  che, metaforicamente, attenderanno dopodomani per festeggiare quella che potrebbe essere un lieta appendice del Capodanno 2012. La ragione è semplice: rinascere da un triste anonimato e in poco o più di 6 mesi mesi centrare un obiettivo stagionale non proprio preventivabile non può che far gioire la piazza, e far gioire tanto se si pensa alla situazione che a Napoli si determinava fino al 19 marzo scorso, con tre letterali naufragi alle spalle e uno spirito collettivo più che mai scoraggiato.

La qualificazione alle Final Four di Legnano rappresenterebbe quindi il giusto coronamento di un girone di andata che, come spesso detto, Napoli ha vinto e fatto suo magari non tanto con il bel gioco o lo spettacolo puro in senso estetico, ma soprattutto e spesso con la testa, con le ragioni del cuore, con l’azzardo e di chi sa che, in un campionato con platee anche rumorose ma pur sempre piccole, può non solo affidarsi a un pubblico impareggiabile, ma può anche poter contare su un gruppo che magari attende ancora l’emergere di qualche individualità “in ritardo”, soprattutto nella costanza di resa e nella lucidità di tenuta, ma che ormai può vantare un amalgama eccezionale considerando il suo telaio tutto nuovo, e ad agosto tutto da definire ed orchestrare.

Scendendo però dalle nuvole dei massimi sistemi, armiamoci anche di calendario e valutiamo comunque l’orizzonte di questo emozionante giro di boa. Come già anticipato le concorrenti rimaste sulla strada del KnightsPalace sono quattro, escludendo la già qualificata Omegna. Per due di queste (Torino e Trieste) toccheranno due campi sulla carta superabili ma comunque rognosi: Santarcangelo e Perugia non sono campi da fortino, sia chiaro, ma se gli uomini di coach Padovano, prossimi avversari della PMS, non hanno mai lesinato partite lottate fino all’ultimo possesso, mostrando anzi un coraggio da noi stesso ammirato nel confronto unico del mese di ottobre, la Liomatic di Steffè ha ceduto a più riprese fra le mura amiche senza colpo ferire, salvo che nelle vittorie a mani basse contro Anagni e Capo d’Orlando, quindi con prove che hanno spesso stressato la digestione del pubblico bianco-rosso: chiamare gli Angels del PalaMadison per qualche conferma.

Quindi per le concorrenti impegnate in trasferta prevediamo bottino pieno, anche se con riserve maggiori per i ragazzi di Faina (a cui si è recentemente riaggregato Tassinari) rispetto agli effettivi di Eugenio Dalmasson, che dovranno anche recuperare il turno interno contro la Paffoni di coach Di Lorenzo.

Turno interno sarà invece il prossimo per Trento: infatti di fronte agli aquilotti di Pazzi e Santarossa, capolista provvisori a Nord-Est e forti di ben sei successi consecutivi (alcuni anche di peso contro Casalpusterlengo, Trieste e Torino in sequenza), ci sarà Pavia, fanalino di coda a Nord-Ovest ma come i casalinghi in striscia aperta  positiva, e precisamente dall’11 dicembre scorso: infatti alla vittoria interna del Ravizza contro Siena sono seguiti altri due successi strategici in chiave salvezza, ottenuti rispettivamente contro Santarcangelo e una Casalpusterlengo, la cui caduta libera ha trovato freno soltanto nell’ultimo impegno dello scorso anno contro Perugia, e non senza faticare.

La vittoria, soprattutto alla luce di questo buon break messo a segno dai pavesi con un Pederzini in grande spolvero, non si profila quindi così prevedibile e scontata come può sembrare, e coach Buscaglia non potrà vivere il confronto con pienissima distensione.

UN VALORE AGGIUNTO ALLA SFIDA: IL RITORNO DI “MIMMO” MORENA

Al pari di quanto dovrà fare la BPMed, che pur godendosi in casa una tabella di marcia da prima della classe, non può dormire sogni tranquilli e dovrà quindi prestare massima attenzione al prossimo avversario (PalaBarbuto, giovedì ore 20.30), e soprattutto se, scalpo Ferentino in cascina, sarà guidato da un giocatore che da solo, con la sua presenza, arricchirà di significato storico questo confronto, tutto giocato sull’asse dell’ A16.

Domenico “Mimmo” Morena, bandiera di due lunghe stagioni della pallacanestro napoletana, farà infatti ritorno a quel PalaBarbuto che proprio con lui in veste di capitano dell’allora Pompea, aprì i suoi battenti alla pallacanestro giocata (12 ottobre 2003, vittoria contro la Varese di Dodo Rusconi, McCollough,Meneghin e Nesby per 91 a 84), e da cui l’attuale capitano cussino manca da più di quattro anni, esattamente dal 19 maggio 2007, quando in gara 2 dei Quarti Playoff, e con il punteggio di 64 a 68, maturò la sconfitta contro la Lottomatica del mai amico Jasmin Repesa.

Partita tirata fu quella con cui forse, senza neanche pensarlo (e volerlo, pensiamo noi), si congedò l’emblema di un progetto che, dopo la promozione del 2002, cercava proprio attraverso di lui il nodo con quel passato di cui lui stesso è il testimone più emblematico.

Ci saranno quindi anche i ricordi a rendere speciale una sfida che, se avrà una chiave di lettura a prescindere, sarà quello della resistenza e del controllo delle emozioni. Non ingannino poi i numeri in trasferta del Cus Bari, i cui successi lontano dal PalaFlorio risalgono ad inizio stagione: tutti passivi limitati quelli dei pugliesi, che hanno sempre offerto sfide risolte all’ultima incollatura, e che non demordono mai.

BARI – L’AVVERSARIO

Del resto non può demordere una formazione che, in piena corsa per la leadership della Division Sud-Est, di carattere ne ha da vendere e lo ha dimostrato, non solo stringendo i denti con formazioni del calibro di Trieste ed Omegna, e non solo con successi più o meno convalidati ma sostanzialmente propri come quelli di Castelletto e di Torino. Viste poi le clamorose vittorie casalinghe  contro Trento, Capo d’Orlando, Recanati e Ferentino, e visto il seguito crescente (dalle 2.500 alle 3.500 le presenze medie nel girone d’andata), l’incontro tra Bari (i cui primi barlumi di tradizione risalgono al 1944) e il basket nazionale non si declina più come remota idea astratta o visione fatta di soli nobili propositi, ma un progetto in via di realizzazione, un progetto che, culminato con l’accoglimento della richiesta di wild card nel mese di aprile (in quell’occasione concorreva con altre 9 società fra cui le altre prescelte Firenze,Trento e Napoli), vantava già un sostanziale “placet” dallo scorso anno, quando la Nazionale scelse il capoluogo pugliese come sede di alcuni suoi impegni internazionali.

Ciononostante il C.U.S. Basket arriva per restare, cercando anche di sfruttare l’alta competitivtà verso il basso del suo gironicino di appartenenza. E i segnali non mancano: dall’accordo di sponsorizzazione in settembre con il gruppo Liomatic, azienda impegnata attivamente nel mondo cestistico a livello di partnership, già sponsor di Perugia Basket e di altre società di pallacanestro, alle scelte di un roster che ha provato a tratte il meglio dall’esperienza ostunense della scorsa A Dilettanti senza rinunciare ai migliori attori della sua pregressa esperienza in B Dilettanti, serie raggiunta nel 2008 grazie al binomio con Chimica D’Agostino, durato fino alla scorsa stagione, e composto da Luca Ciocca e Domenico Barozzi, quest’ultimo ala al pari del primo e produttore fino ad ora di un fatturato pari a 5,1 punti con il 50% da 2 oltre a 3,7 rimbalzi in 18′.

BARI – IL ROSTER

La Liomatic Group (questa la sua dicitura ufficiale) presenta almeno in quintetto base un ottimo mosaico, potendo contare su alcuni giocatori stagionati ma ancora di primissima fascia per la categoria: ricordiamo che tre di questi, oltre alla guida tecnica Giovanni Putignano, provengono dall’Assi Basket Ostuni, formazione che lo scorso anno in A Dilettanti fu artefice di uno splendido cammino play-off, una volta acquisito il secondo posto in stagione regolare nel girone B: superate infatti Ruvo di Puglia e Treviglio con due serie combattute sino alla quinta gara, ha sfidato Trapani nella finalina per la seconda promozione disponibile. Lotta persa in straights matches quella contro i granata di Giovanni Benedetto, ma non vana, perché grazie al ripescaggio si tramuta in una prima e storica promozione in Legadue.

Fra questi eroi annoveriamo quindi innanzitutto Mimmo Morena, che l’anno scorso è stato eletto miglior giocatore di B1 con la casacca giallo-blu: per lui in 29′ di utilizzo medio  le cifre stagionali parlano di 8,6 punti + 6,6 rimbalzi, accanto a 1,5 assist. Il suo contributo, limitato da molti falli commessi e non poche palle perse, sorprende dall’arco  con un misero 23% (15/65), ma il nativo di Nagold ha contato e come nelle sfide calde: non a caso le sue doppie cifre stagionali sono tutte maturate contro avversari di fattura e in sfide ad alta tensione come Ruvo, Torino, Capo d’Orlando e Ferentino. Tutti i sintomi di un emotività straripante che per alcuni maligni è la conseguenza di un modo di giocare teso esclusivamente a “rimbambire” gli arbitri dal primo all’ultimo minuto, per altri (e per noi) lo rende a tutti gli effetti leader naturale e inossidabile di questo collettivo.

Ma da Ostuni, luogo di provenienza del saggio e umano coach Putignano, proviene anche un altro volpone della categoria Antonio Ruggiero (detto anche “Antonello”), che fa il suo ritorno a casa. Infatti il 30enne playmaker di 190 cm è napoletano doc, benché cresciuto cestisticamente nel Roseto Basket. La sua carriera, che si è snodata tra le maglie di Ferrara in Legadue, Porto Torres e Fidenza in A dilettanti, ha quindi raggiunto il suo culmine nell’ultima stagione, la seconda ad Ostuni, dove ha messo insieme ben 381 punti (per una media di quasi 13 ad uscita) in 970 minuti di campo in stagione regolare, con un season high di 32 contro Potenza e statistiche di tiro del 53% da due, 36% da tre, 81% dalla lunetta. Dotato di grande visione di gioco (2,7 assist), incisività da sotto (3,4 rimbalzi), ma anche proficuità di realizzazioni (13,6 conl 57% da 2 e l’86% dalla lunetta accanto a 2,8 falli subiti), Ruggiero è, con le opportune distinzioni, il Musso della compagine barese, rilevandosi come 18° cannoniere della lega ma anche 12° assist-man della massima competizione dilettantistica, con tante prestazioni prossime al ventello.

Aggreghiamo poi a questo elenco Marco Bona: play/guardia classe ’89 proveniente dal vivaio di Soresina –  Cremona, dove due anni fa in A1, nell’annata Cioppi-Caja, ha messo la firma per ben 22 giornate, è risultato spesso decisivo nelle performances ostunesi dello scorso anno, mostrando soprattutto nei play-off il meglio del proprio identikit cestistico (8,3 punti col 47% dal campo, 2,4 rimbalzi e 3 falli subiti). Dotato di grandi abilità difensive ma anche di valida fisicità nonostante la sua giovane età , si è mostrato più che mai pronto alla seconda convivenza col già citato Ruggiero, sfoggiando una adattabilità al playmaking magari non sempre riuscitissima, ma con cifre che, pur calando dopo i primi impegni, sono comunque apprezzabili , con contributo al momento di 8,1 punti col 74% dalla lunetta, 3,5 rimbalzi, 2,7 falli subiti, 2,4 recuperate e 2,3 assist (18° assoluto) in circa 26′.

Non si dimentichi poi un ex sesto uomo di lusso come Silvio Gigena, già giocatore di Milano, Bologna, Pesaro e Udine, e chiamato “l’uomo delle foglie” per la sua capacità di sbucare all’improvviso e piazzare una schiacciata, una tripla, insomma il cosiddetto “coniglio dal cilindro” quando meno ce lo si possa aspettare. Giunto in extremis in terra pugliese con qualche chiletto di troppo, anch’egli proveniente da Ostuni ma con prima tappa a Massafra lo scorso anno, ha formato con Morena una coppia di assoluta esperienza per offrire la maggiore sapienza cestistica possibile nel reparto lunghi, tanto in prossimità delle plance quanto dall’arco con un rendimento stagionale in crescendo (11,6 punti col 51% dalla lunga distanza, accanto a 5,2 carambole e 2,9 falli subiti).

I due veterani avranno così il compito di fare da chioccia ai diversi giovani presenti nel roster.

Il primo che va segnalato su tutti è senz’altro il talentuoso e duttile Fabio Mian, arrivato in prestito da Varese dove ha militato nelle ultime due stagioni. Esterno massiccio e potente, dotato di buon tiro dalla distanza ma al meglio quando può andare in avvicinamento, Mian è anche membro della nazionale Under 18 , nonché uno dei migliori talenti europei dell’annata ’92. Dopo 16 giornate, in cui è oscillato spesso tra lo starting five e la partenza da sesto di rottura, Mian ha totalizzato cinque doppie cifre, e nello specifico 8,6 punti a partita con il 38% da 3, benché cifre di gran lunga rivedibili possono essere quelle concernenti rimbalzi e falli subiti, vista le sue indiscutibili potenzialità.

C’è poi un secondo prospetto da tenere sotto osservazione, benchè i numeri non riflettano tutto il suo potenziale: si tratta del longilineo pivot maltese Samuel Deguara, classe ’91 famoso soprattutto per essere attualmente il cestista più alto e più “piedone” in Italia, visti i suoi 224 centimetri e il suo 58 di scarpe. Arrivato in Italia a 16 anni, e individuato dagli osservatori della squadra trevigiana in un camp organizzato a Ragusa, ha completato la trafila nelle selezioni giovanili della squadra veneta, sino ad affacciarsi, lo scorso anno, nel primo campionato senior, a Caorle, nella vecchia B Dilettanti. Una stagione da 561 minuti in 29 presenze (una media di quasi 20′ a gara), per 281 punti (9.6 ad uscita), 262 rimbalzi (9) e 32 stoppate quella che precede il suo arrivo a Bari, in cui il lavoro sui fondamentali procede a ritmi serrati sotto le cure di Putignano dalla panca e di Morena sul parquet. Appena rientrato da una quattro giorni di raduno con la sua nazionale (terminata con una sfida alla selezione dei migliori stranieri impegnati nel campionato locale), va detto al suo riguardo che la  prestazione contro Trento (12 punti con 5/5 da due, 4 falli subiti e ben 2 stoppare in appena ’11) ha ribaltato un inizio in sordina, ma ad essa non sono più seguite prestazioni roboanti, salvo il buon contributo offerto nella vittoria contro San Severo: al momento, visto il 71% da 2, i 4,6 rimbalzi oltre alle 0,69 stoppate ad uscita (in poco o più di 10′), è facile dedurre che il veneto d’adozione andrà tenuto più alto possibile e lontano dal pitturato, dove al contrario potrebbe sentirsi sin troppo a suo agio con brutte fiammate.

Infine terminiamo l’under chart con Mario Chiusolo. Play bolognese di nascita ma di famiglia meridionale, l’ex Riva del Garda (3,7 punti col 51% da 2 ed 1,3 assist) vanta come Alma Mater i colori blasonati della Virtus Bologna, con cui ha ottenuto anche il titolo italiano juniores 2010. Giunto in corsa al posto del montenegrino Lazovic, e già orbitato in zona San Severo con un periodo di prova andato male a inizio settembre,  il classe ’91 fattura grossomodo numeri simili a quelli della sua prima esperienza in terza serie, producendo in 15′ una buona resa dal perimetro, confermatasi peraltro nelle sue migliori prestazioni stagionali di Fabriano e Pavia (35%), ma anche una buona propensione al gioco di squadra grazie a 1,5 assist medi in compensazione ad appena 0,8 falli subiti ed 1,4 palle perse.

Accanto poi a questa mescolanza di giovani e maturi si pone infine con la sua età intermedia Marco Cardillo, 26 enne beneventano ex di Ferentino. Ottimo conoscitore della categoria (esperienze a Brindisi, Sant’Antimo e Matera), è il giocatore nelle cui mani (assieme a quelle di Ruggero) Bari ripone il maggior affidamento nei momenti topici. Giocatore di fisico e temperamento, vive spesso momenti di trans agonistica e se in serata può fare molto male. Il tiro dai 6.75 non è proprio il suo forte (58% da 2, 32% da 3), comunque l’apporto del giustiziere di Ferentino è indiscutibilmente completo con 11 punti a partita conditi da 5 rimbalzi, 4,3 falli subiti  e ben 2,3 palle recuperate di media in 28′ di utilizzo.

Questi dunque i volti e i nomi degli attori che, assieme ai nostri ragazzi, animeranno una sfida che speriamo onori la pallacanestro e sia fonte per noi di una gioia legata a un primo traguardo storico, del tutto inatteso ma che ormai il pubblico di Fuorigrotta vuole assaporare sino alla fine.