Questa DNA dai mille volti e mille sbalzi non lascia proprio tempo per rifiatare e ripensare in casa Napoli Basketball, soprattutto se alla luce di un’altra sconfitta persa all’ultima incollatura come quella di lunedì scorso al PalaSassi di Matera.

IL CONTESTO PRE – PARTITA

Altra partita turbolenta e a tratti contratta quella disputatasi in Lucania nel posticipo della 14a giornata, e altra partita che, dandoci il terzo scontro diretto negativo con le altre squadre “nobili” della Division (dopo Ferentino e Capo d’Orlando), ci conferma quella personalità e quelle potenzialità ormai proprie di tutte le squadre già fronteggiate e prossime avversarie della compagine partenopea in questa stagione piena di inediti. Matera era ed è è un campo senza previsioni possibili, e considerando il difficile contesto tecnico e ambientale in cui tuttora navigano i sassesi di coach Ponticiello, sarebbe diventato preda degli azzurri solo con una fuga immediata e rapida, senza trascinarsi su quei binari fuori controllo dell’emotività e del coinvolgimento del pubblico  che avrebbero inevitabilmente lanciato i locali, a loro volta sin troppo ispirati con la visione di gioco Cantagalli e la balistica sopraffina di Pilotti, prolungate rispetto a un energico Aprea, ma soprattutto a un Grappasonni tornato leader dopo l’infortunio delle ultime due settimane.

Per tracciare però una breve analisi sul come si presenta Napoli alla vigilia del nuovo impegno casalingo occorre completezza, e la partita di lunedì, che Napoli ha anche condotto nel primo tempo e che nel secondo tempo aveva rimesso in discussione, portandosi a -1 e -3 rispettivamente nel terzo parziale e in quello finale, ha qualcosa di positivo da cui ripartire. Resta la maggiore selettività delle occasioni dal perimetro, con grandi benefici sulle percentuali dal campo(36% dall’arco con soli 14 tentativi, e 60% da 2); restano l’atletismo e il carattere indomiti di Bernardo Musso, per quasi 20′ sulla soglia del quinto fallo (però 1/6 da 3), così come la pazienza di Simone Gatti, che è cresciuto soprattutto nel terzo quarto, ma registriamo anche la crescita della squadra nel controllo a rimbalzo. Napoli poi , soprattutto sulla scorta di un’ asse Lenardon – Iannilli finalmente più prolifico o comunque più visibile nell’arco dell’intero match (14 punti, 3 recuperate e 10 falli subiti per il primo, 13+7 con 6/7 da 2 per il secondo), ha provato a lavorare a fasi alterne con più pazienza su entrambi i lati del campo, soprattutto nella ripresa (nei cui ultimi minuti spiccano i rimbalzi e i falli subiti di Rotondo), cercando di limitare, ma solo a tratti, quelli che saranno i profili negativi della sua prestazione, cioè le palle perse (avvantaggiando la Bawer con transizioni dai punti facili) e i falli subiti (dove tutti gli avversari, salvo Vico e i tre under, sono parsi incontenibili). A queste debolezze sul campo si affianca poi una debolezza implicita data dalla ristrettezza delle nostre rotazioni rispetto a quelle avversarie. Pesava molto la condizione di Nelson Rizzitiello, eroicamente in campo per ben 30′, così come la mancata discesa in campo di pedine come Guastaferro e Bastone, possibili alternative rispetto a un  Sabbatino fuori ritmo e un Mariani che, ha calcato il campo con insuccesso nei primi 2′ senza più rientrare. Matera invece ha non perfettamente, ma certamente meglio capitalizzato il suo valore aggiunto di sponda under, consistente nel terzetto Aprea-Martone-Tardito.

Questa sconfitta, vistene le ragioni, non ha certamente il sapore di Chieti, ma irrita perchè, come sempre sostenuto, Napoli non è debole rispetto a nessuno sulla carta, quale che sia il campo di gioco, e può sempre sperare di vincere se tutto o quasi tutto sa rispondere alle attese del coach casertano.  Coach che, assieme al Presidente Calise e alla dirigenza, crede nel progetto “Final-Four”, già accolto con festa in casa Omegna: un progetto che, complici anche le tantissime sfide dentro fuori che si svolgeranno a Nord e che penalizzano soprattutto Treviglio, Casalpusterlengo, Trieste e Perugia, Napoli può ritenere fattibile, soprattutto se questa domenica (ore 18), si procederà con la ottava vittoria casalinga della stagione.

L’AVVERSARIO – ANAGNI

Dall’altra parte un avversario apparentemente malleabile ma in realtà piuttosto rognoso, soprattutto per le risorse nascoste che si celano dietro la sua panchina e la sua gioventù predominante. Ci riferiamo all’Anagni Basket di coach Luciano Nunzi, che, da sempre fedele a una mission basata sull’investimento di giovani di qualità, ha saputo attendere la giusta amalgama tra vecchi e nuovi, raggiungendo oggi un equilibrio che le permette di guardare con una certa fierezza ai suoi risultati, soprattutto in casa, dove ha ceduto soltanto contro Trieste, Capo d’Orlando e Chieti in partite piuttosto tirate. Ma anche in trasferta la Romana Chimici non ha deluso, mostrando ottime credenziali, soprattutto nei confronti di Firenze, San Severo, e Fabriano, perdendo spesso di poche lunghezze. Si delinea così un record di 6-7 che, sospeso tra Latina e Matera (dove due domeniche è stata ottenuta la prima vittoria fuori dall’ormai prossimo PalaCiotti), permette ancora ai papalini (che Napoli non incrociò al Memorial Dalto di Agropoli in settembre) di poter essere parte attiva in un discorso che, roster di inizio stagione alla mano, sembrava codificarlo come anello debole di un gironcino di ferro.

Ma Anagni, come ogni splendida realtà di questa categoria, ha una sua storia e un suo presente.

ANAGNI – LA STORIA

Occupandoci brevemente del primo, nella città di Anagni lo sport della pallacanestro ha sempre avuto ottime tradizioni, e, soprattutto a partire dagli anni ‘70 in poi, è stato quello sport, forse l’unico, che tanto lustro ha dato all’immagine della città.

Tra la fine degli anni ‘80 ed i primi anni ‘90 si raggiunsero i massimi traguardi sportivi: la squadra femminile militava nel campionato A2 mentre la squadra maschile nel campionato B1. Furono quelli gli anni in cui gli anagnini manifestarono tutto il loro affetto alle squadre, alla società ed alla pallacanestro in generale. Tanti furono i tifosi, molte le persone che si appassionarono.

Dalla metà degli anni ‘90 purtroppo il basket sembrò come scomparire, allontanarsi, dalla città di Anagni anche e soprattutto dopo una serie di stagioni sportive non troppo positive. Fortunatamente però, la pallacanestro venne tenuta in vita da uno sparuto ma caparbio gruppo di persone che riuscirono a mantenere un filo di continuità con il glorioso passato.

Nel 2003 furono coinvolti nella società Acli Basket Anagni i coniugi Di Palma, appassionati prima, tifosi poi, dirigenti in seguito.

Si riparti, nel settore maschile senior, nell’allora C2 (attuale C Regionale), con la guida di coach Antonio Efficace: nella prima stagione si raggiunse la seconda fase, puntando nella stagione successiva alla promozione nella serie C1. Purtroppo l’obiettivo sfumò ai play-off, ma la società si sentì pronta per chiedere il ripescaggio ed affrontare la nuova sfida.

Nel 2005 infatti, fu deciso di cambiare tutta l’organizzazione della vecchia società: nacque la A.D. Anagni Basket, società impegnata nei diversi campionati regionali e nazionali. Si procedette al riordino dell’intero settore giovanile, sia maschile che femminile; la squadra “in rosa” conquistò proprio nel 2005 la promozione in B regionale, serie in cui milita ancora oggi. Si partì con il progetto Scuole, che portò all’ampliamento del settore minibasket.

A livello di prima squadra, l’Anagni Basket disputò così il suo primo campionato di C1, nel girone campano-pugliese: il coach Marco Gabriele riuscì ad ottenere un nono posto, che equivalse alla salvezza. L’anno successivo arrivarono ad Anagni altri nomi che rimarranno nella storia del basket biancorosso, come Roberto Buonanno, Raffaele Franzè ed Ezequiel Perazzo, che si affiancarono agli “anagnini acquisiti” Giorgio Fiorini, Renato Rocchi e Alessio Iacoangeli, ma la stagione non riuscì a decollare, tanto da far decidere alla società un cambio in panchina, sulla quale si sedette coach Giuseppe Maglio; quell’anno la squadra riuscì nell’intento di raggiungere i play-off, nei quali venne battuta da Monte di Procida.

L’anno 2007-2008 è l’anno della svolta. La squadra punta decisamente a salire di categoria, per cercare di riconquistare il palcoscenico della campionato nazionale di B2. Nel mese di dicembre, però, c’è un nuovo cambio in panchina: arriva Luciano Nunzi, anche lui romano, con grande esperienza alle spalle nel settore giovanile della Fortitudo Roma e nelle prime squadre della Luiss. Quella di Nunzi è una cavalcata che lo porta alle famose finali con Scauri, con l’Anagni Basket che vince la serie 3 a 1 e si aggiudica l’ingresso nella futura B dilettanti davanti ad un pubblico DI 1500 persone.

Di pari passo, veniva portato avanti il progetto sociale che la società stava portando avanti, mirato al sano sviluppo dei giovani e il radicamento della società nel territorio anagnino, per aumentare la fiducia dei tifosi e non solo.

Importante, a tal proposito, è stata, tra il 2008 e il 2009, la costruzione del Centro Sportivo Anagni Basket, al cui fianco sono state costruito nuove strutture: un nuovo campo affianco all’ex pallone, 5 spogliatoi, un bar, uffici, una palestra,  un playground e la copertura fissa del vecchio campo. Ad oggi, la società può, quindi, offrire ai propri ragazzi tre campi su cui allenarsi e una palestra per migliorare e curare la crescita fisica dei propri atleti.

Dopo il primo anno di B dilettanti, l’Anagni Basket, con il supporto del main sponsor Romana Chimici del dott. Pasquale Specchioli (vecchio amico del Presidente Di Palma e grande appassionato di sport e dei suoi sani valori) conquista, il 14 Aprile 2010, durante la sua seconda apparizione nella serie, la promozione in A Dilettanti, terzo campionato nazionale, sempre alla guida di Coach Nunzi. Si è raggiungnto così quell’apice già toccato all’inizio degli anni ’90, con l’obiettivo di difenderlo al meglio, nel rispetto di ogni equilibrio.

ANAGNI – IL ROSTER

Infatti  nessun passo più lungo della gamba per la organizzatissima realtà di Via San Magno, nonostante il sesto posto dello scorso anno permettesse anche qualche piccolo sogno play-off, distante solo 4 punti a fine anno.

Anagni si è quindi presenta ai blocchi di partenza dopo una prestagione tormentata, e grande rigore e realismo hanno influenzato il mercato papalino, che perde sì uomini di valore come Caceres,Romano (destinazione Latina) e Giampaoli (ceduto a Firenze), ma in favore di un roster che rompa nella continuità di una filosofia di gioco basata sul gruppo e sull’intercambiabilità dei rapporti di forza interni alla squadra stessa.

In quest’ottica si sono quindi configurati i due primi rinforzi, tutti sotto canestro, ed entrambi chiamati a prove in realtà più ambiziose dal team da cui provengono (Molfetta).

Il primo è rappresentato dall’ala grande Jacopo Pozzi: lombardo classe ’87, lungo duttile capace anche di giocare nel ruolo di tre, possiede ottimi movimenti dentro e fuori area e buona mano dalla lunga distanza. 6,9 punti + 4,7 rimbalzi in 23′ nella scorsa stagione, al momento fattura 8,1 punti con il 36% da 3  (0/5 nell’ultima contro Chieti) oltre a 4,4 rimbalzi.

Passiamo quindi al 25enne centrone oriundo da doppia doppia Diego Corral: pivot puro , è dotato di grande prestanza fisica, grazie anche ai suoi 205 cm, a cui si uniscono doti atletiche e velocità di piedi insolite da trovare in un giocatore della sua stazza. 56% da 2 e 61% dall lunetta con 17,5 di valutazione media in Puglia, si è distinto in queste prime 14 partite per il suo 6° posto nella graduatoria delle stoppate, a cui si uniscono 6,7 rimbalzi e il 60,6% da 2, anche se ancora difetti si registrano nei falli subiti e nelle palle perse.

Di grande importanza poi l’innesto del 2/3 28enne Andrea Malamov: numerose esperienze in categoria con Caserta, Veroli,Sant’Antimo, Matera, Molfetta e poi Ruvo nella scorsa stagione , ha prodotto nel 2010-11 12,1 punti in 20 partite con il 51% da 2 , 3,2 rimbalzi e 2 assist, numeri che ha poi ben ritoccato in casacca anagnina divenendo 19° marcatore della lega  categoria punti col 56% dalla media (13.57), 10° nella categoria assist (2.86), 8° nella categoria palle recuperate (3.00) e tra i migliori in circolazione per i falli subiti (ben 4,9 a partita). Da valutare tuttavia il suo impatto dall’arco (appena 8/50 in stagione, 16%), così come il suo approccio di gioco a volte sin troppo accentratore (4 palle perse di media).

C’è poi la fiducia in un telaio che trova i suoi migliori interpreti nella play-guardia Riccardo Santolamazza, giustiziere della causa anagnina in quel di Matera, e Niccolò Benedusi, unici confermati di peso rispetto alla scorsa annata.

Il primo,  giunto al suo terzo anno in bianco-rosso, e cresciuto nelle nelle fila della Fortitudo Roma, ha maturato dal 2003 un’esperinza che, arricchitasi nella vecchia B1 con le militanza a Montichiari, Patti e Firenze, gli permette anche alcune brevi apparizioni in Serie A in casa Angelico Biella, ma soprattutto, nell’anno successivo, un contratto di Legadue con la Carimatic Pistoia: nella società toscana, colleziona 30 presenze, con 6.0 punti e 3.4 rimbalzi in 20.2 minuti di media a partita. Ad agosto 2009, Santolamazza si è aggregato al gruppo di coach Nunzi, e da allora ne è la bandiera: questo si riflette anche nei suoi ottimi numeri, che parlano del 28enne romano come 11° assist man della lega (2,79) con il 37% dall’arco, ben 4,7 rimbalzi e 4,3 falli subiti, spesso convertiti dalla lunetta con l’85% (53/62).

Il secondo, originario di Finale Ligure (SV), è stato il primo acquisto della scorsa stagione per il sodalizio di patron Di Palma.  Classe ’88,  proveniva da San Severo, con cui aveva ottenuto la promozione in Legadue (6.0 punti in 18.2 minuti di media a partita) , e questa sarà per lui la  quinta stagione, considerando anche i due precedenti campionati a Vado Ligure. Guardia-ala di 188 cm, si è fatto valere soprattutto come buon difensore e buon tiratore dalla distanza, rappresentando lo scorso anno un valido complemento alla verve di Giampaoli, mettendo a segno 7 punti in 23′. Quest’anno le sue cifre crescono: 9,3 punti col 54% da 2, accanto 3,9 rimbalzi e 2,1 falli subiti.

Si rinnova inoltre la politica dei buoni prospetti ’92 quali la guardia Ciribeni (lo scorso anno in doppio tesseramento con Pesaro e Fossombrone in B Dilettanti, totalizzando in 26,4 minuti 11.4 punti e 48% dal campo), il play tascabile Zanelli (campione d’italia under 19 con la casacca di Treviso) e Vanni (pivot di 203 centimetri che ha disputato quest’anno le Finali Nazionali con l’Under 19 con la società di Reggio Emilia): ognuno, nelle proprie possibilità, ha offerto un contributo, che poi, analizzando la volatilità dei singoli, va analizzato match dopo match

Con particolare attenzione andrà infine osservato il pistoiese classe ’89 Massimo Baroncelli: 3/4 di 2 metri molto duttile ed estremamente prolifica nonostante il minutaggio (6 punti con il 33% da 3 in 17′), ha disputato l’ultimo campionato la B Dilettanti con la maglia del Gualdo Tadino, prima, e della Fiorese Bassano, poi (collezionando un totale di 26,6 minuti di media a partita con 10,8 punti di media), mentre nel 2009/2010 vanta un esordio nella prima squadra del Pistoia Basket, attualmente leader in Legadue.

Ci sarà insomma tanto da dire e da vedere dopodomani, sperando in un pubblico massiccio e partecipativo per l’ultimo impegno di questo 2011 tutto da ricordare.