Meno uno all’alba. E’ proprio il caso di dirlo, visto che la stagione della PMS Torino inizierà molto presto: lunedì 13 agosto il via alla stagione, con l’inizio della preparazione atletica presso la Sisport di via Olivero, con la prima giornata che si concluderà con l’allenamento a porte aperte in programma alle 18 presso l’impianto torinese. Ne abbiamo approfittato per scambiare due parole con il primo, grande acquisto della società gialloblù: non un rapido playmaker, non un lungo dominante, ma un allenatore esperto e di grande qualità come Stefano Pillastrini.

– Siamo arrivati al via della stagione, la squadra è completa e, nonostante l’assenza di Wojciechowski, impegnato con la Polonia nelle qualificazioni agli Europei, sarà pronta per il via. Qual è il suo giudizio sulla squadra e che caratteristiche ha cercato nella selezione dei giocatori…
“La squadra mi piace molto, non dà molti punti di riferimento agli avversari, non abbiamo prime opzioni ma giocatori che sono in grado di fare i comprimari o i protagonisti a seconda delle necessità. Questa è la caratteristica necessaria nella pallacanestro di oggi, specialmente in un campionato in cui bisogna stare al vertice per poi giocarsi tutto ai playoff. Non si può dipendere da uno o due giocatori per poi rischiare di arrivare, per qualsiasi problema, impreparati nei momenti cruciali. Dobbiamo avere giocatori forti ma umili. Abbiamo cercato di creare un bel mix tra esperienza ed esuberanza, privilegiando il talento, indipendentemente dall’età. Le motivazioni sono importanti, abbiamo cercato atleti che avessero la stessa voglia nostra e della società di riportare in alto una città come Torino. Siamo contenti di quello che abbiamo fatto, anche se conta solo la risposta del campo. D’estate si fanno tanti bei progetti, ma poi dobbiamo essere pronti a soffrire perché tutti ci aspetteranno al varco. Moltiplicheranno le energie contro di noi, che siamo da molti considerati tra i favoriti: dobbiamo essere pronti a risolvere ogni problema”.

– Nella sua carriera ha ottenuto molte promozioni, alcune da outsider, altre da favorito. Qual è il segreto per ottenere un risultato così importante?
“I concetti che abbiamo espresso prima sono importanti, ma la cosa principale è essere delle squadre vere, formate da giocatori che mettono da parte gli individualismi, le proprie ambizioni personali, facendo confluire tutto nella volontà del gruppo, andando tutti nella stessa direzione. Nelle squadre vere si è contenti solo se si vince, indipendentemente dalla propria prestazione personale, il risultato è l’unico obiettivo. Questa è la caratteristica più importante nelle squadre vincenti. Son convinto di aver costruito un gruppo in grado di imparare questi valori e di farli propri”.

– Come si articolerà l’avvicinamento al campionato?
“Tanto lavoro, dalle 10 alle 12 partite amichevoli che stiamo mettendo a punto. Un lavoro profondo, che ci porterà anche a non giocare bene il precampionato, perché quello non è il nostro obiettivo. Proveremo le cose che ci riescono peggio lasciando da parte quello che ci riesce meglio. L’obiettivo sarà arrivare pronti alla prima di campionato e se ci sarà da soffrire in pre-stagione lo faremo con piacere”.

– Non siamo neanche a metà agosto, quindi ogni discorso pare prematuro. In ogni caso, quali sono le squadre che la convincono di più?
“Non è ancora chiaro da dove viene il pericolo, ci sono ancora tantissimi giocatori liberi e tante squadre in movimento. Quando i roster saranno completi e quando le vedremo sul campo potremmo dire quali sono gli avversari più pericolosi. Sicuramente le nostre conterranee, Castelletto e Omegna, sono ottime squadre, ma ce ne sono e ce ne saranno sicuramente altre. Dovremo stare attenti a tutte le avversarie che affronteremo”.

– Avesse un microfono e gli appassionati torinesi di fronte a lei, quali sarebbero le sue parole?
“Direi loro di sostentere la PMS, hanno una bellissima società che sogna di riportare la grande pallacanestro a Torino. Per fare questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Ognuno deve fare la propria parte e i tifosi sono fondamentali, specialmente per sostenere quando qualcosa non funziona. Il clima di esaltazione è bellissimo, l’entusiasmo con cui siamo stati accolti si respira per strada, si capisce dalle telefonate che ricevo, dagli attestati di stima. Sarebbe bello mantenerlo anche nei momenti di difficoltà, perché le grandi imprese si costruiscono superando insieme i possibili momenti di flessione. Ho avuto la fortuna di ottenere delle promozioni, di fare delle belle stagioni e non sono mai state facili dall’inizio alla fine. Stagioni che si sono “rinforzate”, che hanno trovato l’energia nei momenti di difficoltà, superandoli in modo brillante. Anche grazie all’aiuto dei tifosi. Ovviamente mi auguro che per la prima volta ci possa andare tutto bene dall’inizio alla fine, ma dobbiamo essere pronti e sostenere il progetto in ogni situazione. Noi ce la metteremo tutta per dare le soddisfazioni che una città come Torino merita”.

Domenico Marchese