NAPOLI – Domenica alle 18 si torna finalmente in una realtà che non solo per le dimensioni di seguito è simile se non superiore a quella di Napoli, ma che per tutti gli appassionati partenopei, nonostante il diverso avversario rispetto a quello di giornata, rappresenta un luogo di tanti ricordi emozionanti. Ripensando difatti a Siena (che per l’ultima volta si è incrociata con la vera Napoli il 3 febbraio 2008), non si possono dimenticare episodi che fanno palpitare al solo pensarci: le tre vittorie consecutive su parquet di Viale Sclavo dal 2003 al 2005 in regular season (rispettivamente 81-89 con 35 di MP3 Penberthy; 80-85 con 5 uomini in doppia cifra e  96-99 con canestri decisivi di Dalipagic), ma anche i cardiopalmici quarti di finale di Coppa Italia nella stagione 2002/2003 (vinti per 95-92 ai supplementari con 20 punti di Bennett Davison e 23 punti dello stoico Marty Conlon, assieme al cecchino di Los Gatos – 19 punti – autentico trascinatore degli azzurri in quel magico overtime), del tutto contrapposti a quelli che vennero disputati esattamente quattro anni dopo all’allora PalaMalaguti da detentori dell’alloro intermedio (86-69 ma incancellabile schiacciata di Air France Morandais dalla linea dei liberi che, pur scaturendo da un’infrazione di passi con presunto sfondamento su Stonerook, fu resa valida restando negli annali di quella Final Eight felsinea).

Oggi però gli attori e il contesto sono diversi: sul nostro versante c’è una nuova società i cui utlimi risultati rivelano la bontà di un progetto che a piccoli passi, e con uomini di volontà e poche chiacchiere, vuole ridare dingità a una città ferita nelle ultime stagioni da orrori e pasticci di ogni sorta; dall’altra non c’è la Mens Sana (che si però di poter risifidare e superare al più presto), ma una realtà che, nonostante i diversi risultati rispetto alla suddetta, va da sempre ammirata e apprezzata per il suo contributo nel garantire all’Italia giovani e prospetti che le assicurino un avvenire nel segno della continuità. Una realtà anzi tanto più da osannare perchè da sempre capace di restare in piedi e di evolversi grazie ai giovani, alla loro vitalità, alla loro genuinità ,al loro desiderio di emergere.
La Consum.it è infatti la squadra più giovane della neonata DNA con un’età media poco superiore a 19 anni, puntando tutto sulla corsa e sulla freschezza atletica dei propri ragazzi. Gli addetti ai lavori hanno dal principio i senesi tra i candidati per la retrocessione, ma questa squadra apparentmente tenera e friabile, facendo sempre leva su un gruppo molto affiatato e il giusto mix di esperienza di Mei e Simeoli, ha stupito tutti perfezionando un miracoloso record di 3 vinte e quattro perse, agguantando successi chiave nell’ottica salvezza (Chieti,Fabriano e Latina), e sfoderando prestazioni di rispetto con avversari impari stando alla carta: l’equilibrio alla seconda contro Ferentino, il 31-9 del terzo quarto contro Perugia e la resistenza offerta contro Anagni prima di capitolare sono i segni di un avversario con tante atipicità sia tecniche che tattiche, e che per essere prevalso (soprattutto alla vigilia del primo big-match intra-conference contro Ferentino), dovrà misurarsi non solo con tutte le virtù dell’esperienza del quintetto BPMed (il cui rendimento ottimale è condizione indipensabile per i 2 punti) , ma anche con gli ulteriori progressi di un turnover che inizi a trovare nella semplicità di Rotondo e nell’estro a tutto campo di Sabbatino costanti punti fermi rispetto alla volubilità degli altri tasselli della linea verde napoletana.   
VIRTUS SIENA: LA STORIA
La Virtus Siena viene fondata il 1 settembre 1950 dal sacerdote senese don Armando Perucatti, inizialmente con una squadra giovanile della categoria Allievi, poi dal ’53 il primo campionato senior (Prima Divisione), mentre dal ’58 al ’65 matura la prima esperienza in Serie B. In questi anni, grazie agli sforzi della Virtus, la Siena delle gerle conosce le prime strutture outdoor e indoor dedicate alla pallacanestro, fra cui il palazzo di Via Vivaldi fino al 2000 sede delle gare interne (si dovrò poi optare per l’attuale PalaEstra). Verso la fine degli anni’60, caratterizzati dal passaggio di proprietà nelle mani degli Sclavo, industriali farmaceutici, si osiclla tra la serie D e la serie C, che i rosso-blu riconquistano proprio nel ’68 restandovi fino al ’77, quando lo sponsor Sapori, fino ad allora sponsor e azienda proprietaria della società, approda all’amica nemica sponda mensanina. Allora come oggi  restano le difficoltà economiche, ma, sempre in linea con il passato, ci sono i giovani a garantire la sopravvivenza e i risultati,accanto alla mano sapiente di figure come Alessandro Finetti (che succede all’impareggiabile Don Perucatti dopo 25 anni di presenza in panchina e che guiderà negli anni’80 il floridissimo settore giovanile), Alfredo Barlucchi (che lancia tanti prospetti fra cui Fabio Bruttini, presidente della società dal 1989 e neopresidente di Lega) e Roberto Morrocchi. Ciononostante i risultati sportivi giungono a singhiozzo e si dispiegano in una successione di promozioni e retrocessioni che poi verso la fine degli anni’80 si stabilizza in una lunga permanenza in serie C (poi divenuta C1). A partire dal 1990 (anno in cui arriva il coach delle due future promozioni  Marco Collini), si delinea il legame con l’azienda bolognese N.C.H., che resterà sponsor della Virtus per ben quindici stagioni: stagioni contrassegnate prima dalla promozione in B2 nel ’92, poi dalla promozione in B1, prima sfiorata con Pistoia e San Giovanni Valdarno, poi raggiunta nel ’98 grazie alla stella di Forlì Rod Griffin (primo straniero nella storia della Virtus). Gli anni seguenti sono fatti di tante salvezze (fra cui la prima contro la Petrarca Padova) e di qualche minima soddisfazione (play-off raggiunti soltanto nel 2001 grazie all’innesto in corsa di coach Dado Lombardi), ma  soprattutto del contributo di tanti condottieri presto apprezzati in tante altre piazze, fra cui coach Maurizio Lasi, così come Vincenzo Di Viccaro, Andrea Raschi, Massimo Gattoni, Marco Giuri e Roberto Rullo. Una svolta radicale si verifica nel 2006, con la chiamata di coach Stefano Salieri (reduce da ottime esperienze tra Imola e Veroli) e il supporto economico del Monte dei Paschi: nascono così formazioni sempre molto giovani ma mai acerbe e ricche di tanti futuri protagonisti di questa categoria e di livelli superiori: Gianluca Tomasiello, Thomas De Min, Federico Pugi, Emanuele Rossi, Marco Evangelisti e Daniele Casadei, Luca Furlanetto e Manuel Diomede sono gli alfieri di anni costellati da ripetute qualificazioni ai play-off (semifinal nel 2008 e nel 2010), da due Coppe di Lega conquistate nel 2008 (contro Trapani) e lo scorso anno contro la Bitumcalor , ma soprattutto dai costanti successi di uno dei settori giovanili più invidiati d’italia (Scudetto Under15 eccellenza nella stagione 2008-09 e lo scudetto under 17 2010-2011, oltre a quattro finali assolute raggiunte: tre Juniores e una Under21): in questo trend stona l’11° posto maturato clamorosamente nella scorsa stagione e da cui è conseguita una retrocessione poi sventata grazie alla catena di ripescaggi alimentata dalle vicende di Venezia, Trapani e Casalpusterlengo.
VIRTUS SIENA: IL ROSTER E ALCUNE ANNOTAZIONI TATTICHE
E nonostante alcune coincidenze permtettessero di restare tecnicamente a galla, il 2011-2012 senese in DNA non è iniziato sotto una buona stella: una società fino a metà luglio latitante senza coach e la mancata certezza nella continuazione del rapporto con la Monte dei Paschi (proprietaria del main sponsor Consum.it) hanno rallentato notevolmente il mercato esitivo dei rosso-blu, facendo sì che fino alle soglie della prestagione non si riuscissero a reperire le risorse economiche e tecniche necessarie per l’allestimento del roster. Cionostante l’impegno di Fabio Bruttini (che a retrocessione avvenuta ha comunque mosso una richiesta di wild card) non si è reso vano, e sin dalla panchina scaturisce una rosa di scelte che eivdenziano tutta quella volontà di rischiare e di scommettere che ha sempre contraddisinto questa società di genuini temerari appassionati. Innanzitutto l’indicazione di una guida in panchina che rifletta del tutto questo spirito di sana appartenenza: il giovane coach Matteo Mecacci. 24enne nato a Siena, lavora dal 2003 nella seconda società senese, poi, a partire dal 2005, comincia prima ad allenare nel settore giovanile dell’under 16 regionale (con cui nel 2007 vince il Torneo Delle Province), e infine l’anno seguente, all’età di soli 21 anni, entra nella prima squadra come assistente di coach Stefano Salieri, con il quale vince anche una Coppa di Lega nel 2008.
Oggi quindi la società, reduce da un mercato piuttosto turbolento, scommette su di lui ma nello stesso tempo su una squadra giovane che, nonostante la debolezza teorica, vuole soprendere ma non senza annoverare un duo di ‘veterani’ temibili : Nicola Mei ( play/guardia ex Recanati e Sant’Antimo classe 1985, cavallo di ritorno molto navigato,  ottimo tiratore e artefice di un grande inizio di campionato con eccellenti medie realizzative: 16.1 punti a partita con 2,9 recuperate , 6,3 falli subiti e 3,1 assist) e Stefano Simeoli (ala del 1986 ex Ruvo, con 14.3 punti a partita e 7,2 rimbalzi accanto al 54% dal campo), con a seguire uno dei giovani più promettenti del ’92, il gigante play romano Gabriele Spizzichini (8,6 media punti a partita accanto a 1,9 assist, 4,4 rimbalzi e 4,9 falli subiti).
Tuttavia il vero punto di forza di questa società è il vivaio: non a caso, come già accennato, la Virtus, è campione d’Italia in carica under 17 e vice-campione d’Italia con l’under 19, dove, a Cividale del Friuli, ha ceduto solamente in finale alla blasonata Benetton Treviso.  Sette elementi di quest’ultima formazione fanno così parte dei dieci che la squadra di coach Bartocci si troverà di fronte domenica e sono Riccardo Bernardi (guardia ’93), Corrado Biancone (ala grande ’94 nel giro della nazionale under 17), Marco Cucco (play ‘94  vincitore dello scudetto con l’under 17 insieme a Riccardo Rovere, ala classe ’94  piuttosto eclettica e in grado di ricoprire più ruoli), Gabriele Mirone (centro,’92), Marco Pascolo (ala ’93 da 6,7 punti con il 44,5% dall’arco e 2,6 rimbalzi ), e Amedeo Tessitori (pivot ’94).
Di questi dovrebbero partire dallo starting-five proprio Tessitori, talentuoso centro dalle buoni mani  (uno dei migliori prospetti italiani classe 1994 che dall’alto dei suoi 2,05cm sta facendo la differenza sotto il canestro con 13,9 punti di media e 8,7 rimbalzi a partita per una valutazione finale media pari 17,6), ma anche lo stesso Pascolo, proveniente dal Friuli e tiratore micidiale dalla distanza. A giostrare da play troviamo quindi Gabriele Spizzichini, proveniente sempre da un’altra nobile Virtus , quella di Bologna (per lui 8,6 punti e i 4,9 falli subiti che spiegano le sue grandi doti di penetratore e realizzatore dalla lunetta), dunque  negli ultimi due ruoli rimasti, guardia e ala grande, giostreranno gli unici senior dei toscani già menzionati, sicuri protagonisti di una sfida impari ma per nulla scontata.