SLOVENIA-GRECIA 73-65

Finisce con l’apoteosi del pubblico sloveno e della Slozice, che tributa il meritato omaggio ai suoi gladiatori, che dopo aver battuto la sino ad allora imbattuta Italia piegano- dopo averla spezzata- la Grecia di Andrea Trinchieri, reduce dall’epica riscossa contro la Spagna. Una gara che per molti tratti è la sublimazione di questo meraviglioso sport, fatto di tesi e antitesi: la Slovenia che corre come la staffetta giamaicana, punta il bersaglio greco sin da subito e scava un solco irrecuperabile, fino a raggiungere le 26 lunghezze di vantaggio. Giunta all’apice, la squadra di coach Malkovich allenta la presa e la Grecia recupera 20 dei punti sotto i quali era stata spinta all’inferno. Ma non basta. Goran Dragic è il simbolo del nazionalismo sloveno cestistico di Eurobasket 2013, ma anche Lakovic, Zoran Dragic, Begic e Nachbar sfoggiano giocate deliziose. Tra i greci Spanoulis si sveglia troppo tardi, Bourousis non incanta, Papanikolau finisce scavigliato, gli altri non sono affatto all’altezza né del compito né dell’occasione. Un epilogo davvero triste per il Poeta Guerriero Trinchieri. Un finale amaro, amarissimo.

LA CRONACA

QUINTETTI INIZIALI

Grecia: Spanoulis, Printezis, Papanikolau, Bourousis, Zisis
Slovenia: G. Dragic, Z. Dragic, Nachbar, Vidmar, Joksimovic

Un avvio scoppiettante: Spanoulis rompe il ghiaccio con due tiri liberi e una penetrazione, mentre Goran Dragic infiamma subito l’arena di Lubiana con due triple,  una fulminante corsa verso il ferro e un’azione da tre punti, che fissano il punteggio sull’ 11-4 per la Slovenia  dopo 2 minuti. Dragic è una furia incontenibile, che si alimenta del clima da bolgia dantesca ricreato dai tifosi sloveni nel palazzo. L’attacco sloveno è monopolizzato dal suo talento smisurato. Bourousis spezza il break ma combina i soliti pasticci difensivi, di cui approfitta Mirza Begic. 13-6 per la Slovenia a metà quarto, Trinchieri chiama il primo time out. Leonida Kaimakoglou non frena il suo impeto guerriero e commette antisportivo dopo una palla persa di Spanoulis, dando alla Slovenia il massimo vantaggio: 19-8 all’8’. Si ridesta dal torpore Papanikolau con una tripla, cui replica il veterano Lakovic, che buca da lontanissimo la zona ordinata dal Poeta Guerriero Trinchieri. Bourousis sfoggia un’inaspettata cattiveria difensiva, Fotsis prende persino un rimbalzo offensivo più fallo, rischiando di far grandinare su Lubiana. Lakovic, al solito sublime, sale in cattedra segnando gli ultimi 4 punti della frazione: 26-13, Grecia doppiata in soli 10 minuti.

Non cambia la musica nel secondo quarto, con la tripla di Blazic che fissa il tabellone luminoso sul 29-13. Zizis sfoggia fosforo e punti, Spanoulis segna e subisce fallo per il break di 5-0 a favore degli ellenici. Goran Dragic riprende a macinare dinamismo e punti a ritmo infernale, la difesa slovena soffre e va in bonus falli dopo appena 3 minuti. La Grecia non eccelle in lucidità offensiva, i fratelli Dragic mettono in cascina altri 5 punti e la Slovenia vola sul 37-22. E’ la serata dell’orgoglio patriottico e nazionalista, per i beniamini di casa.  Dopo il time out Spanoulis perde palla, Goran Drafic corre come Usain Bolt ed è +17. ‘Fosforo’ Zisis tiene a galla la barcollante scialuppa greca, Printezis si  batte come un leone nel pitturato, ma gli arbitri sono piuttosto indulgenti con gli sloveni. Spanoulis non vede il canestro,  sul suo errore segna persino Joksimovic. 13 punti in contropiede per gli sloveni in 18 minuti, zero per la Grecia, e 60%  nel tiro dall’arco per la Slovenia. Poco altro da aggiungere, tatticamente. Nachbar viene stoppato, ma Zoran Dragic va a rimbalzo e appoggia facilmente il 43-27 con cui si chiude la prima parte del match. Due frazioni in cui sul parquet c’è stata una sola squadra, assieme a  un comprimario di lusso ma del tutto abulico. Punto.

Terzo quarto e stesso copione: Blazic fa il centometrista giamaicano e realizza il 45-27, Spanoulis continua a sparacchiare a salve, come ciliegina sull’indigesta torta la panchina greca prende pure un tecnico a causa delle intemperanze di un assistente di Trinchieri, nei cui panni non vorremmo proprio essere. Goran Dragic corre come un ossesso, serve un delizioso assist a Jocksimovic e la Slovenia vola sul +20: 49-29 al 3’, Andrea Trinchieri chiama time-out ma è nel buio pesto di un labirinto, senza apparenti vie d’uscita. L’unica buona notizia per i greci è il bonus raggiunto dagli sloveni dopo un amen, ma Spanoulis sbaglia due liberi sue due. In campo sembra ci sia Dimistris, il suo fratello scarso. Goran Dragic sfonda il ventello, quasi come i punti di vantaggio della Slovenia: 52-30. Va tutto storto alla Grecia, persino la caviglia di Papanikolau: adesso il Poeta Guerriero è al punto più basso degli inferi di churchilliana memoria. Ci si mette pure un tifoso sloveno che sugli spalti suona la fisarmonica, rubizzo come un frequentatore abituale delle sagre alpine in Val d’Aosta, che il cronista conosce parecchio bene. Goran Dragic continua a fare il Derrick Rose e arriva a quota 26, esattamente come il distacco inflitto ai greci: 62-36. Spanoulis segna una tripla d’orgoglio, Bramos segna e subisce fallo, Bourousis colpisce dalla lunetta e a fil di sirena segna Sloukas: parziale di 10-0, Slovenia avanti 62-46 alla fine del quarto, la Grecia recupera almeno l’orgoglio.

L’inizio dell’ultimo quarto non contribuisce a modificare il leitmotiv della partita, fino a quando rientra in campo il fratello buono della famiglia Spanoulis, che segna 6 punti di fila e riporta i suoi a meno 9: 64-55 dopo 4 minuti, ma Begic spezza il digiuno sloveno con un’azione di forza sotto le plance. Sull’ennesimo errore di passaggio di Spanoulis, Nachbar segna da sotto, deliziosamente servito. Begic recupera due rimbalzi offensivi, Zisis infila prima dall’arco e poi dalla lunetta : 68-60 per gli sloveni con poco più di 2 minuti da giocare. Kaimakoglou ruba palla e serve Fotsis per il meno 6 (68-62), poi è lo stesso Kaimakoglou a fallire una sanguinosa tripla. Ultimi 60 secondi e tensione alle stelle, ma l’ennesima palla persa di Spanoulis consegna a Goran Dragic il pallone del +8 e il ventottesimo punto dell’indiavolato playmaker sloveno. Le tre triple greche che finiscono malinconicamente sul ferro siglano la fine. Resta solo l’assordante grido finale della notte di Lubiana. Che si prospetta lunga e gioiosa per gli sloveni, altrettanto lunga- ma molto più dolorosa- per gli ellenici.

 

MVP: Goran Dragic, che gli Dei del Basket ispirano nel segno della più classica tradizione (ex) jugoslava

TABELLIONI

Slovenia: Lakovic 10, Joksimovic 5, Blazic 7, Nachbar 5, G. Dragic 28, Z. Dragic 11, Lorbek 2, Vidmar 2, Begic 3

Grecia: Sloukas 6, Bourousis 6, Zisis 13, Spanoulis 21, Perperoglu 1, Fotsis 5, Papanikolau 3, Kaimakoglou 3, Bramos 5, Printezis 2