Marc Gasol (Christopher Hanewinckel-US PRESSWIRE)

Marc Gasol (Christopher Hanewinckel-US PRESSWIRE)

Spagna – Polonia 89-53 (25-5, 24-8, 27-17, 13-23)
La Spagna macina la Polonia, centrando la terza vittoria larghissima del suo Europeo. Sin dall’inizio è tutto troppo facile, si aprono con niente fin troppe strade per il canestro polacco e nei primi 4’ il vantaggio spagnolo è già sull’8-0. Coach Bauermann è subito costretto al timeout. Ci vuole Koszarek per sbloccare la Polonia a metà del 1° quarto con una tripla. Ma è solo un momento. Le palle perse polacche continuano a fioccare per una cattiva gestione degli spazi in attacco, esattamente l’opposto di quanto fatto dalla Spagna, che sfrutta bene Marc Gasol anche in versione passatore dal post alto (15-3). Un fallo antisportivo, forse eccessivo, di Ignerski su Fernandez lanciato in campo aperto vale altri 5 punti per i campioni in carica, grazie alla tripla di Rodriguez, per un 25-5 al 1° intervallo che mostra come neppure la zona tentata dalla Polonia nei minuti conclusivi abbia minimamente influito sul gioco iberico. Gortat in avvio di 2° quarto prova a ricordarsi di essere un giocatore NBA, ma dopo un paio di possessi il duello con Marc Gasol torna a vederlo soccombere: quando il centro dei Grizzlies segna anche dall’arco la Spagna è avanti 30-7. Il vantaggio continua a crescere con Rodriguez che colpisce sempre da tre e Gasol che per primo raggiunge la doppia cifra a metà 2° periodo (37-11). Il pomeriggio scorre via in scioltezza per coach Orenga, che vede anche Llull andare a bersaglio da fuori e Rubio persino contenere e stoppare un’entrata di Koszarek.  Il 1° tempo si chiude con un eloquente 49-13 stampato sul tabellone e la Polonia a 4/26 dal campo. Poco da aggiungere, anche nella ripresa contro la difesa spagnola i polacchi faticano non solo a segnare ma addirittura a tirare. La cavalcata iberica non si ferma: 76-30 al 3° intervallo, 83-42 al 35’ fino ad un comodo 89-53 finale, con 5 uomini in doppia cifra e il merito di aver portato le palle perse polacche oltre quota 20 (addirittura 21 alla fine).
Spagna: Rubio 15, M. Gasol 15, Fernandez 13. Reb (30): M. Gasol 6. Ast (23): Rubio 5.
Polonia: Zamojski 11, Lampe 10. Reb (36): Karnovski, Ignerski, Gortat 6. Ast (8): Koszarek, Kelati, Szubarga 2.

Finlandia – Russia 86-83 2OT (16-18, 15-12, 10-16, 26-21, 8-8, 11-8)
La Finlandia riprende, dopo la sconfitta con gli azzurri, la propria corsa inaspettata, battendo anche la Russia al termine di una partita mai spettacolare, ma intensa, combattuta e sempre vissuta sul filo dell’equilibrio, tanto che sono serviti due supplementari per deciderla. La rapidità di Voronov è un fattore nel buon inizio della Russia che sale sull’8-2. La Finlandia conferma la tendenza mostrata contro l’Italia di andare sui pick and roll a raddoppiare il palleggiatore, specialmente quando è Shved, si mette in partita con l’aggressività difensiva e con l’esperienza di Mottola che porta a casa falli e tiri liberi (15-10). I russi provano a riallungare con una tripla di Antonov ben imbeccato da Fridzon, ma il finale di 1° quarto è marchiato da Kimmo Muurinen, 5 punti in fila per il 18-16. Finlandia di nuovo in pieno contatto al 10’ e davanti in avvio di 2° periodo con 3 tiri liberi di Rannikko e un appoggio in contropiede di Kotti (21-18). La Russia mostra di non avere particolare inventiva in attacco, se non si attiva Shved, e la Finlandia di avere molti giocatori con un arsenale costituito dal solo tiro da tre. Scambio di triple tra Salin e Fridzon, ma è di Kotti il canestro che sancisce il vantaggio finnico all’intervallo (31-30). La qualità della circolazione di palla russa sale in avvio di ripresa, Fridzon trova bene i compagni ma quando viene imbeccato in angolo da Shved mette la tripla del +4 (40-36) inducendo Dettman al timeout. La Russia vede l’occasione per scappare via, tenendo a secco la Finlandia per 5’ e spiccioli, ma non trova mai continuità nell’esecuzione offensiva e, quando Huff rompe il digiuno, il margine tra le squadre è di soli 5 punti al 30’, 46-41, pur con i finlandesi sotto al 30% al tiro. Shved è spesso un passo avanti agli altri, come quando segna in contropiede il +8 russo, ma la Finlandia non si arrende. Monya e soci sprecano qualche conclusione aperta e due triple di Shawn Huff valgono il -1 (56-55) a ridosso degli ultimi 4’. Gli uomini di Karassev non brillano per lucidità e lasciano ancora spazio ad Huff per il canestro del pareggio. Shved, Antonov e Ponkrashov riportano la Russia a +5 a 1’ dalla fine, quindi, dopo una cattiva lettura di Koponen, il giocatore di Minnesota spreca la palla che avrebbe potuto mettere in ghiaccio il risultato. L’ex giocatore della Virtus Bologna torna dunque protagonista riportando un paio di volte i suoi a -2: ovvio ricorrere ai falli, nella prima occasione la mano di Fridzon ai liberi non trema, lo fa invece quella di Ponkrashov che si ferma all’1/2 (66-63). La Russia sceglie di mandare in lunetta Koponen per evitare di concedere la tripla: 2/2 per lui. A 6” Monya vacilla e non va oltre l’1/2 (67-65). Quindi Shved spende un fallo difficilmente spiegabile a 20 metri dal canestro che consegna a Mottola i due liberi della parità (67-67). Overtime. Shved, bacchettato da Karassev nella pausa, è consapevole di aver fatto una sciocchezza e vuole farsi perdonare: in avvio così è un fattore con una schiacciata e un paio di visioni di cui beneficia Savrasenko per il +4 (73-69) a 3’ dalla fine. La Finlandia però è una squadra caparbia, rimane aggrappata e con 15” sul cronometro pareggia grazie ad un buon movimento in post basso di Gerald Lee (75-75). Shved sbaglia l’ultimo tiro, dunque serve un secondo supplementare. La pressione finlandese sulle linee di passaggio altera spesso il ritmo russo. Sul +3, Koponen vorrebbe congelare il possesso ma perde palla, Fridzon però è superficiale nel condurre la transizione e si fa scippare da dietro da Huff che subisce fallo, ma sbaglia i due liberi. Si resta sull’85-82 a 7” dalla fine. Monya va in lunetta ma ancora ne segna solo uno (85-83), così come Salin dall’altra parte (86-83). Ultima azione per la Russia, con 6.7” da giocare, e conclusione fin troppo rapida e forzata di Monya che non trova il canestro. Vince la Finlandia.
Finlandia: Huff 20, Salin 12, Kotti 12, Mottola 12. Reb (52): Salin, Kotti 10. Ast (16): Koponen 11.
Russia: Shved 25, Fridzon 16, Antonov 10. Reb (52): Fridzon 10. Ast (16): Fridzon, Shved 6.

Gran Bretagna – Germania 81-74 (16-23, 26-15, 17-18, 22-18)
Altra vittoria per la Gran Bretagna, che può davvero sognare una storica qualificazione alla seconda fase. Inizio in perfetto equilibrio fino al 5’, quando la Germania piazza un break di 12-3 che sembra portarla in controllo. King è una sentenza con 9 punti nel 23-13 del 9’, ma la Gran Bretagna non resta a guardare, Clark con due canestri a cavallo dei primi due periodi apre l’11-0 che riporta i suoi avanti sul layup di Lawrence (24-23). Torna a farsi vedere il talento di Staiger già apprezzato nelle giornate precedenti: è lui che rimette  la Germania avanti di 5 (29-34) al 16’, ma i tedeschi non trovano contromisure ad Achara, che finisce il quarto segnando in 2 minuti e mezzo tutti gli 11 punti del suo 1° tempo. All’intervallo è il tabellone recita un +4 britannico sul 42-38. Benzing e Staiger dall’arco ribaltano la partita ad inizio ripresa o almeno credono di farlo, perché in realtà cresce l’impatto, che risulterà decisivo, di Myles Hesson. L’ala di Birmingham, che giocherà al Giessen, proprio in Germania, nel prossimo campionato, attira falli a ripetizione e confeziona 8 punti nel solo 3° quarto che i britannici chiudono avanti di 3 (59-56). La sua prova diventerà ancora più concreta nell’ultima frazione (finirà con 11 rimbalzi, di cui ben 7 in attacco), aperta però da 8 punti in fila di un caldissimo Lawrence. Pleiss e Staiger provano a contenere le distanze, Benzing però si vede solo a tratti e la Gran Bretagna viaggia con le marce più alte e chiude vittoriosa grazie anche ai 19 punti originati dalle 15 palle perse tedesche.
Gran Bretagna: Lawrence 23, Hesson 21, Clark 17. Reb (40): Hesson 11. Ast (10): Lawrence, Van Oostrum, Clark, Johnson 2.
Germania: Pleiss 20, Benzing 12, King 11. Reb (37): Pleiss 14. Ast (7): Pleiss 3.

Bosnia – Macedonia 62-54 (16-15, 13-13, 12-17, 21-9)
Vittoria sofferta ma preziosa per la Bosnia che compie un importante passo verso la qualificazione nell’equilibrato gruppo B. La squadra di Petrovic, dopo il Montenegro, batte dunque anche la Macedonia, che paga il disastroso 3/25 da tre in una giornata da 32% complessivo al tiro. Eppure McCalebb e soci erano partiti avanti 7-0 con 5 punti di Antic e, dopo il 10-0 di controbreak siglato da Teletovic e Djedovic, avevano rimesso ancora il naso avanti grazie ad Ilievski. Gordic però aveva dato alla Bosnia il vantaggio alla prima pausa (16-15) per un copione sostanzialmente ripetuto anche nel 2° periodo chiuso sul 29-28 con un jumper di Teletovic a 24” dall’intervallo lungo. Una grande partita a tutto tondo quella di Djedovic, ma nel 3° quarto il maggior protagonista è Antic, che illude la Macedonia portandola a +5 a metà periodo. La crescita di Wright è un fattore per la Bosnia, anche se la rincorsa si completa solo a 4’35” dalla sirena finale con il 52-52 siglato da Kikanovic. Da quel momento gli uomini di Ales Pipan non segneranno più dal campo, arriverà solo un modesto 1/2 a testa dalla lunetta per McCalebb e Antic. Nessuno in difesa riuscirà a frenare Djedovic e Teletovic: dalle loro mani sgorgherà il 10-2 decisivo.
Bosnia: Teletovic 22, Djedovic 20. Reb (45): Wright 12. Ast (11): Djedovic 6.
Macedonia: McCalebb 19, Antic 17. Reb (34): Antic 7. Ast (8): Ilievski 5.