SPAGNA-GRECIA 75-79

(26-16; 38-41; 57-52)

La Grecia è viva, la Spagna non è imbattibile. Questo il verdetto di una sfida da libro cuore che per gli uomini di Trinchieri poteva significare condanna all’eliminazione. Invece il cuore degli ellenici ed un prematuro problema di falli che ha gravato Marc Gasol ha ribaltato, ancora una volta, le gerarchie di questo Europeo dipingendo una situazione difficile da decifrare

Quintetti: Aguilar, Fernandez, Calderon, Rubio, Gasol; Zisis, Spanoulis, Papanikolaou, Kavvadas, Printezis.

Orenga lancia in quintetto Aguilar mentre Trinchieri mette Kavvadas sulle tracce di Gasol. La Grecia, da medaglia garantita della vigilia, è passata a vivere una gara da ultima spiaggia già all’esordio del secondo turno contro una Spagna favoritissima per l’oro finale.

La posta in palio riverbera i propri effetti sulla lucidità dei greci che, nonostante applichino con diligenza il piano partita del coach ex Cantù (pick’n roll allo sfinimento con mismatch alto-basso), difettano in precisione nelle conclusioni ad alta percentuale. L’arresto e tiro in mezzo all’area non trova fortuna e anche dalla lunetta la Grecia paga dazio. Gli iberici ringraziano e, nonostante qualche allarme alla voce falli fatti (Gasol 2 al ‘6), vanno in allungo grazie ad una transizione letale che li conduce dal 10-6 del ‘5 al 24-14 del ‘9 in esito all’antisportivo di Sloukas su Llull convertito nel 26-16 di fine primo quarto.

20 punti e letture da fenomeno. La Grecia è viva

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Le furie rosse confermano la tradizione delle partenze fulminanti ma chi di antisportivo ferisce di antisportivo rischia di perire. La tripla di Bramos riporta in corsa i biancoazzurri (26-20) che, quando non infilati in contropiede, mettono palate di sabbia negli ingranaggi della fase offensiva avversaria. Sull’ennesima palla rubata nel pitturato nasce il ribaltamento che vale il 28-23 del time out Orenga. L’emorragia iberica tocca il 13-4 senza Gasol, 3° fallo al minuto 11, quando il pick’n roll greco diventa immarcabile ed anche il dominio a rimbalzo non basta più; Bourousis firma il 30-29 del ’16. Completa l’opera un sontuoso Spanoulis che infila otto punti consecutivi e, aiutato da una difesa ellenica di valore assoluto e da un’ottima percentuale dall’arco, trascina i suoi al 41-38 di metà partita.

Il piano partita al rientro è chiaro: la Spagna fa leva su Gasol in attacco e non cambia sui blocchi in difesa mentre la Grecia vuole giocare nel pitturato e pescare falli mentre in difesa ribadisce l’applicazione maniacale dei secondi dieci minuti. Ne escono cinque minuti a tinte difensive dove l’intensità colora il match mentre la retina resta una chimera e due superiorità numeriche regalano alla Spagna il 43-41 del ’25. Solo Printezis suona la carica nel peggior momento offensivo degli ellenici mentre le palle perse (forzate dalla mordace fase difensiva dei Trinka Boys) frenano la fuga spagnola che sulla tripla di Gasol segna il 53-48 del ’29 prima che il centro dei Grizzlies chiuda proprio break personale (11-0) sul 57-52 della terza sirena.

La Spagna festeggia il trionfo il Lituania. Si complica il repeat?

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La bomba che apre l’ultimo periodo fa sprofondare la Grecia a -8 dando la sensazione di mettere una seria ipoteca spagnola sul match. Ma dare per morti i greci è errore capitale; possesso dopo possesso la squadra di Trinchieri si costruisce il rientro chiuso dal sorpasso sul 61-62 al ’35. Il finale si tinge di un duello mozzafiato a colpi di pick’n roll sull’asse Spanoulis-Bourousis da un lato e Rubio-Gasol dall’altro. La Grecia prova a scappare e mentre tutti aspettano Spanoulis a vestire i panni del salvatore dell’Achille ci pensa Bramos con due tiri dal coefficiente irreale che valgono il 75-68 a meno di un giro di lancette dal termine. Il play greco dalla lunetta mette in ghiaccio la partita sino al 79-75 finale. La Grecia è viva, la Spagna non è imbattibile

SPA: Fernandez 20, Gasol 20, Claver 9; Ast (15): Fernandez 4; Rim (34): Claver 11.

GRE: Spanoulis 20, Kaimakoglou 11, Bourousis 10; Ast (13): Zisis e Spanoulis 3; Rim: (28) Kaimakoglou 5.