Italia-Russia 76-69

Gigi Datome al tiro acrobatico (foto A. Bignami 2013)

Gigi Datome al tiro acrobatico (foto A. Bignami 2013)

CAPODISTRIA – Inizia come meglio non poteva, o forse come doveva, l’Europeo dell’Italia, che sconfigge la Russia nella probante sfida dell’esordio gettando il cuore oltre l’ostacolo e fa il primo passo avanti nella classifica di un girone che, in virtù del sorprendente successo finlandese su una terribile Turchia, diventa ora di difficile lettura al di là della chiara superiorità, sulla carta e non solo, della Grecia di Trinchieri.

QUINTETTI
Italia: Diener-Belinelli-Aradori-Datome-Cusin
Russia: Shved-Voronov-Karasev-Monya-Sokolov

Aradori prova a partire con il piede giusto in difesa, ma dall’altra parte del campo il suo tentativo non ha fortuna. Il primo canestro porta allora la firma di Gigi Datome, che in transizione fa esultare per la prima volta il pubblico della Bonifika Arena (ovviamente per la stragrande maggioranza italiano, nonostante una rumorosa minoranza russa). I pezzi da novanta delle due nazionali iniziano subito a mettersi in mostra e così, se da una parte Alexey Shved crea per sé e per i compagni, dall’altra Belinelli e Datome prendono subito le redini dell’attacco con soluzioni più o meno costruite. Sokolov fatica più del previsto contro un tenace Cusin, e la difesa azzurra approfitta più volte delle esitazioni avversarie per partire in contropiede. Gli Azzurri provano infatti a scappare toccando il 18-11 a 3’40” dalla prima sirena, ma dopo il time-out la Russia prende la mira dalla lunga e, con le triple di Ponkrashov e Fridzon, si rifà immediatamente sotto. La manovra azzurra sembra perdere fluidità con l’ingresso delle riserve, ma Beli&Gigi non demordono e, con l’aiuto di un Gentile subito aggressivo, concludono il primo quarto con un meritato vantaggio di 7 lunghezze (25-18).

Cusin discute con un arbitro (foto A. Bignami 2013)

Cusin discute con un arbitro (foto A. Bignami 2013)

L’inizio del secondo quarto non è meno favorevole ai ragazzi di Simone Pianigiani, che con una tripla “ignorante” di Belinelli (già a quota 11 a questo punto) raggiungono la doppia cifra di vantaggio. I coach rimettono qualche chilo in più sotto le plance, teorico vantaggio dei più fisici russi, ma Cusin è un leone e manda in visibilio il pubblico prima con la seconda stoppata sul pachidermico Sokolov lanciato verso un canestro facile, poi con un canestro e fallo su splendido assist di Belinelli. La Russia fatica a eseguire attacchi puliti, l’Italia continua a tirare con percentuali stratosferiche e con l’ennesima tripla inventata Gigigante ci regala il massimo vantaggio sul 40-26. Per disperazione, coach Karasev prova anche il giovane play Dmitry Khvostov, ma la musica non cambia e, con un encomiabile Datome ed un monumentale Cusin su entrambi i lati del campo, l’Italia perde solo in minima parte il “capitale” accumulato va al riposo sul 42-29.
La ripresa inizia nel segno di Karasev, che sblocca i suoi da tre e prende un ingenuo fallo offensivo di Datome, ma Gigi reagisce alla grande e, tra canestri “inventati” e impegno sotto le plance (partita giocata quasi interamente da “4” per il neo-Piston), rimette i suoi sui binari giusti. Pianigiani fa di necessità virtù e schiera quintetti bassissimi con quattro guardie e Melli da centro, ma la Russia continua a non approfittarne, anzi soffre anche a rimbalzo, e il profeta nel deserto Shved non riesce che a limitare i danni: dopo tre quarti di gara l’Italia è ancora saldamente in vantaggio (56-42), con una perla di Belinelli a fil di sirena.
Nulla sembra cambiare all’inizio dell’ultimo quarto, se non che la partita cresce di intensità, ma Shved continua la sua sinfonia e, quando l’Italia perde qualche giro in attacco, gli avversari ne approfittano per scendere sotto la doppia cifra di margine con due liberi di Fridzon. Beli e compagni sono visibilmente in debito d’ossigeno, Pianigiani continua a “cavalcare” i suoi uomini di fiducia ma alla lunga la Russia, complice l’imprecisione azzurra dalla lunetta, ne approfitta: Antonov e Monya falliscono diverse ghiotte opportunità di riaprire la gara, ma nell’ultimo minuto l’ex NBA aggiusta la mira e, con una tripla e un canestro in transizione, porta i suoi addirittura al -4 a 24” dalla fine, rivitalizzando il tifo russo e diffondendo il panico tra quello italiano. Sulla rimessa Datome viene immediatamente mandato in lunetta e fa percorso netto, dall’altra parte Fridzon sbaglia da tre ma Belinelli va a infilarsi nella trappola degli avversari e, invece di prendere un prezioso fallo, concede loro un’altra chance: dalla lunetta, però anche Valiev non è impeccabile e l’Italia, con il fiatone e i liberi della staffa di Datome, esce vincitrice da una sfida fondamentale per il passaggio del turno.
Certo la Russia vista questa sera non è avversario insuperabile, e non sarà facile riproporre questa intensità e queste percentuali (almeno fino a ripresa inoltrata) nei prossimi incontri, ma questa sera la truppa di Simone Pianigiani ha dimostrato che, con il giusto spirito, il passaggio del turno è decisamente una missione possibile.

MVP: pur riconoscendo i giusti meriti a Belinelli (in campo per 35′, spesso con oneri di regia), è stato Gigi Datome ad aprire e chiudere la gara degli Azzurri, con 25 punti a referto, canestri da leader vero e giocate di classe sopraffina. Ci sembra giusto, però, premiare simbolicamente anche Marco Cusin, emblema della capacità azzurra di dimenticarsi di assenze, acciacchi e limiti tecnici e dominare quasi dall’inizio alla fine (vincendo anche la battaglia a rimbalzo) contro una squadra talentuosa e fisicamente superiore. I suoi 6 punti, 9 rimbalzi e 2 stoppate non gli rendono completamente giustizia.

Italia-Russia 76-69
Italia: L. Datome 25, M. Belinelli 16, P. Aradori 13. Rim (37): M. Cusin 9. Ass (15): M. Belinelli 5.
Russia: A. Shved 17, S. Monya 13, V. Fridzon 12. Rim (30): S. Monya 5. Ass (14): A. Shved 5.