CAPODISTRIA – Ha ragione Franco Casalini. Si farebbe un torto a magnificare soltanto adesso, dopo l’incantevole percorso netto della Bonifika Arena Simone Pianigiani.  Si farebbe torto considerando tutto quanto ha fatto e vinto nei suoi ormai molti anni di carriera, nonostante sia solo un giovane tecnico della classe 1969. Ma la prima settimana dell’Italbasket 2013 è stata tanto sensazionale, tanto travolgente, tanto inattesa (ma certamente anche molto desiderata) che non si può far altro che tributare cori d’elogio al coach della Nazionale.

Oggi, lunedì 9 settembre, su Facebook molti tifosi hanno postato il famoso time out contro Israele degli Europei 2011. Forse è cominciato tutto da lì. Forse le grandi gioie nascono sempre da grandi sofferenze. Forse, il basket è una delle metafore meglio riuscite della vita. Sentiamolo allora, Simone Pianigiani, che ha appena finito di parlare coi giornalisti, facendo un bilancio consuntivo di questa prima fase. Da parte nostra, coach, un inchino e un omaggio convinto. Convinto e pure sincero, essendo di chiara provenienza canturina..

F.P.

(Foto di Savino Paolella 2012)

La forza (vera) di un gruppo quanto mai coeso (Foto di Savino Paolella 2012)

SIMONE PIANIGIANI : “Questa sera i miei giocatori sono scesi in campo con l’approccio giusto, rispettando la Svezia e giocando con durezza, senza rilassatezza pur essendo già qualificati ed avendo speso molte energie negli ultimi giorni. E’ un ottimo segno, stamattina Marco Belinelli ha mostrato di avere dei problemi muscolari, perciò abbiamo deciso di tenere a riposo sia lui che Diener. Abbiamo perso troppi palloni nel secondo quarto subendo il break dei nostri avversari, poi abbiamo raddrizzato il match con un ottimo approccio mentale: c’era il desiderio giusto. Adesso affronteremo tre squadre fortissime, come la Spagna e come tutte le altre; dobbiamo e vogliamo arrivarci con lo stesso approccio.

Non m’aspettavo di arrivare a questo punto imbattuti, sicuramente abbiamo dimostrato che questa Nazionale cresce e continua a crescere. E’ quello che dicevo nel corso dell’estate, quello che avrei voluto vedere. Se poi questa voglia si sarebbe tramutata in cinque vittorie e zero sconfitte non lo potevo sapere, ovviamente. Adesso abbiamo di fronte a noi squadre difficilissime: Croazia, Slovenia e Spagna. Non  c’è altro da aggiungere quanto a difficoltà, credo..

Fisicamente abbiamo dei problemi con Belinelli e Diener, gli altri sono molto carichi, ora due giorni di riposto possono significare molto. Dobbiamo riuscire a mettere tutto quello che abbiamo, potrebbe anche bastare una sola vittoria nella seconda fase.

Noi abbiamo affrontato Russia e Turchia in momenti nei quali le due formazioni erano molto cariche, quindi aver assestato il 2-0 ci ha dato una maggiore serenità. Del resto competizioni come queste ti logorano.. Pensiamo alla Grecia, i cui giocatori  scesi in campo contro di noi hanno- penso- una trentina di titoli complessivi nei palmares: abbiamo giocato mentalmente forti, pur essendo molto giovani. Adesso, come dicevo, giochiamo contro formazioni dal talento smisurato, che tirano con grandi percentuali. Se poi penso ai 12mila tifosi sloveni che ci troveremo a tifare contro di noi, capirete quanto possa essere sereno…

La cosa importante è che i ragazzi non vadano in forzatura, è che ricerchino costantemente un equilibrio. Perché giocano con tanta sicurezza? Credo sia un gruppo che vuole veramente migliorare, anche chi è in Nba cerca di adattarsi a questo tipo di pallacanestro, del tutto diversa. Nell’arco di ogni loro giornata parlano, discutono, vedono le altre partite.. Vincere poi ti dà una fiducia enorme: arriva sempre un momento in cui dal non avere esperienza passi ad averne tantissima. Fa

 Se Gentile e Melli stanno crescendo e diventando dei leader? Questi ragazzi hanno grandi margini di miglioramento, ma vedo crescere anche Andrea Cinciarini. Anche Marco Cusin sta dimostrando moltissimo, ad esempio. Qualsiasi squadra non può prescindere da questo, il gioco di squadra e lo spirito collettivo sono essenziali. Significa accettare un ruolo, suonare uno spartito corretto al momento giusto.  Non significare andare tutti a mangiare la pizza o passare le vacanze insieme”.