Terza puntata e tante altre novità. Partiamo con le parole di Kawhi Leonard che scacciano la tensione (presunta) tra il giocatore e i San Antonio Spurs. Michael C. Wright di ESPN riporta di un Leonard che senza mezzi termini ha detto di voler restare fino alla fine della sua carriera con gli Spurs. Oltre a questo Leonard ha parlato al San Antonio Express-News del suo infortunio al quadricipite femorale destro: “Non ho una data di rientro certa al momento. Devo solo continuare a fare quello che sto facendo perché i progressi sono davvero ottimi”. Progressi che possiamo immaginare siano ottimi, ma resta il fatto che Leonard in stagione ha giocato soltanto nove partite. Adrian Wojnarowski riporta che la data cerchiata di rosso sul calendario di Leoanrd e degli Spurs è il 31 di Marzo, a poche partite dalla fine della regular-season ma che potrebbero dare un minimo di ritmo al giocatore in vista dei playoff. Staremo a vedere che cosa succederà e se davvero riusciremo a vedere in campo il campione in maglia nero-argento.

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I Toronto Raptors sono la prima squadra di questa stagione ad aver raggiunto la qualificazione certa ai playoff. Grazie alla vittoria in casa dei Detroit Pistons per 121 a 119, in una partita tiratissima risolta solo all’overtime, grazie al talento di DeRozan (42 punti per lui) e al canestro del 121 a 119 finale di un giocatore che in questa stagione sta facendo vedere cose molto interessanti: Fred VanVleet. Seconda stagione in Canada per lui, con una media di 19.5 minuti giocati segna 8.1 punti, smista 3.1 assist e manda a bersaglio 1.2 triple a partita. Uno dei componenti della sesta miglior second-unit della lega con 41.1 punti a sera complessivi. Seguono a ruota i Boston Celtics che, vincendo sul campo dei Timberwolves, si qualificano matematicamente ai playoff. Le due squadre in testa alla Eastern Conference sembrano intenzionate a dare qualche pensiero in più a LeBron e ai Cavs che non sono così sfavillanti in questa stagione. Potremmo avere una corsa alle finali ad Est più interessante del previsto.

Derrick Rose riparte da Minnesota! L’mvp del 2011 firma fino alla fine della stagione per 460 mila Dollari. Ai Timberwolves mancano 16 partite di stagione regolare e gli eventuali playoff. Rose in questa stagione aveva giocato 16 gare con Cleveland prima di essere ceduto agli Utah Jazz che però lo hanno immediatamente tagliato. Rose era a Minneapolis già da quasi un mese; come avevamo riportato sul nostro articolo riguardante la trade deadline, si era già praticamente accordato con la squadra di Tom Thibodeau, ma il suo ex allenatore gli aveva concesso qualche giorno per occuparsi del figlio appena nato. Già in estate le due parti erano state molto vicine ma allora non se ne fece nulla. Le parole di Rose sono incoraggianti: “sto cercando la possibilità di dimostrare che posso giocare ancora a pallacanestro a questo livello. Non ho mai pensato di lasciare, amo il gioco; le parole ora servono a poco devo dimostrare sul campo tutto questo. Ritrovo un allenatore che amo e che ha sempre tirato fuori il meglio di me, grazie anche al suo approccio sincero e diretto. Oltre a lui ritroverò Gibson e Jimmy (Butler) con cui ho giocato tantissime partite e questo mi aiuterà ancora di più a sentirmi a mio agio”. Impossibile non avere qualche perplessità su Rose, dopo le su vicende passate tra sparizioni, accuse di stupro e infortuni continui. Va detto però che il ricongiungersi con Thibs potrebbe fargli decisamente bene. Allenatore dei T-Wolves che sembra avere le idee chiare su Rose: “gli infortuni lo hanno fermato tante volte durante la carriera, ma la scorsa stagione aveva 18 punti di media e anche quella attuale ha disputato buone gare”. Un po’ meno chiaro per quanto riguarda il suo eventuale utilizzo in campo: “Può dare più versatilità al nostro backcourt; lui con Jones e Jeff Teague possono scambiarsi di ruolo e giocare sia point-guard che guardia, soprattutto in una NBA come quella attuale dove le posizioni predefinite non esistono più”. E qui arriva il mistero: Teague e Jones in stagione hanno giocato un totale di 15’ insieme. Non proprio incoraggiante per Rose.

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Stephen Curry ha dovuto lasciare la sfida contro i San Antonio Spurs dopo appena due minuti di gioco a causa di un problema alla caviglia destra. Caviglie che nel corso della stagione gli avevano già fatto perdere 11 partite, e che nel corso della carriera lo hanno sempre condizionato. Il giocatore dopo l’infortunio è rientrato negli spogliatoi sulle proprie gambe, ma visibilmente dolorante, senza poi rientrare nella partita. La notizia certa è quella che rimarrà fuori stanotte contro Portland per rimanere a “trattare” la caviglia dolorante con la trainer degli Warriors Chelsea Lane. Curry con i suoi 28.6 punti di media stava giocando ad un livello molto alto, ora vedremo quante partite dovrà saltare e se ne salterà più di una perché Steve Kerr ha dichiarato che il giocatore è day-to-day e che se dovesse rispondere bene ai trattamenti potrebbe esserci già domenica contro Minnesota. Per il recente passato difficile pensare ad un recupero lampo, ma sarà importante per lui e per Golden State sperare in un rientro veloce per prendere ritmo in vista dei playoff.

Un Joel Embiid arrabbiato alla fine della partita contro i Miami Heat si scaglia verbalmente contro Hassan Whiteside  per il comportamento scorretto durante la partita. Ai microfoni di Jessica Camerato di NBC Sports Embiid dice: “Ha provato a colpirmi volontariamente dietro al collo probabilmente perché sa che io ho problemi in quella zona. Ho visto chiaramente e sicuramente non dimenticherò”. La diatriba tra i due, verbale fino a ieri notte, parte già da inizio stagione quando su Twitter si sono scambiati parole non proprio di apprezzamento; Embiid definiva Whiteside “soft” cioè non un lottatore in campo e Whiteside rispondeva dicendo di attenderlo negli scontri diretti: parole mantenute! I due non si troveranno di nuovo in stagione e un incrocio ai playoff per le due squadre è poco probabile. Non ci resta quindi che vedere se la “guerra” continuerà sui social.

Spavento in casa Celtics per la brutta caduta di Jalyen Brown dopo una schiacciata. Il giocatore dei Celtics è caduto malissimo dopo essersi appeso al ferro ed è stato immediatamente soccorso dallo staff medico. Ovviamente in NBA dopo cadute del genere si applica subito il “concussion protocol” per scongiurare la presenza di danni pesanti a testa o schiena, e prima di dare l’ok ad un giocatore per poter tornare in campo si devono svolgere test molto severi. La buona notizia in casa Celtics si deduce dalle parole di coach Brad Stevens: “Sembrano scongiurati infortuni a collo o schiena. Brown nel lasciare l’arena si sentiva già molto meglio”.