Dal nostro corrispondente

New York Knicks-Memphis Grizzlies 108-101

NEW YORK, NY Attraversare Pennsylvania Station alle sei di sera di un qualsiasi giorno lavorativo è un’impresa al limite dell’eroico. Decine di migliaia di persone in attesa, come i centometristi ai blocchi di partenza della finale olimpica, che sui grandi schermi appaia il numero del binario per poi correre, spingere e scavalcare chiunque si metta sulla strada tra loro ed il treno che li riporterà a casa. Per arrivare a casa dei New York Knicks invece non serve prendere un treno, basta salire di qualche piano. Benvenuti al Madison Square Garden l’arena più famosa del mondo dove stasera New York ospita Memphis.

Avversario ostico per i padroni di casa che però arrivano a questa partita con molte certezze in più:

1. Si può vincere anche senza le stelle: si può vincere anche senza Stoudemire e Chandler. E lo dimostrano le cinque vittorie in fila e l’ottima prestazione di ieri sera a Boston.

Jr Smith, miglior marcatore della gara con 35 punti

Jr Smith, miglior marcatore della gara con 35 punti

2. In fase realizzativa J.R. Smith è secondo (in questa squadra) solo ad Anthony e merita il titolo di migliore sesto uomo.

3. Kenyon Martin migliora di partita in partita e nei playoff potrà essere un fattore.

Inno, presentazione e palla a due con Iman Shumpert subito, inatteso, protagonista: sono infatti suoi 13 dei primi 15 punti con tre triple su altrettanti tentativi. New York sembra semplicemente aver ripreso il discorso interrotto meno di ventiquattro ore fa in Massachusetts. E quando, oltre a Shumpert, anche Anthony e Smith (entrato prima del solito al posto di un infortunato Prigioni) si mettono al lavoro i Knicks portano rapidamente il vantaggio in doppia cifra (37-25 al primo miniriposo).

Ma pure senza il suo numero 7 (che si riposa per quasi tutto il secondo quarto) l’attacco funziona a meraviglia ed è una furia dalla lunga distanza. Novak ne mette tre ma anche Smith, Felton e Prigioni partecipano alla sagra della tripla e Memphis sembra non poter contenere la prepotenza offensiva di New York. Eppure la squadra del Tennessee è seconda come efficienza difensiva di tutta la National Basketball Association ma stasera sembra in confusione contro questi Knicks,

È J.R. il protagonista del primo tempo che chiude con 23 punti mentre New York ne mette a referto ben 69 punti con un rassicurante (ed invero poco prevedibile) +24 su Randolph e compagni.

Patrick Ewing, uno degli idoli del Garden

Patrick Ewing, uno degli idoli del Garden

Nell’intervallo da segnalare l’ovazione per l’autentico mito di quest’arena: Patrick Aloysius Ewing che da quando non è più ad Orlando si fa spesso vedere da queste parti.

Timidi segnali di risveglio in avvio di ripresa per gli uomini in maglia azzurra con una tripla di Conley ed un gioco da 3 punti di Gasol. E ci si mette anche una New York un po’ troppo innamorata della sua circolazione di palla che addirittura in tre occasioni consecutive non arriva nemmeno al tiro nei ventiquattro secondi a disposizione. La partita si innervosisce con gli arbitri che faticano gestirla e fischiano tutti i minimi contatti: cinque falli in tre minuti (al solo Marcus Camby ne fischiano due in trentuno secondi a cui fanno seguire due tecnici che gli regalano l’espulsione).

Si sono invertite le parti: ora è New York in confusione. Allen e Conley sono i protagonisti di questo parzialone che, a dodici minuti dalla fine, porta i Grizzlies ad un insperato -16 (86 a 70). E l’emorragia prosegue anche nell’ultima frazione. La triple di Bayless fanno male ed una New York troppo brutta per essere vera si ritrova con “soli” 10 di vantaggio e nove lunghissimi minuti ancora da giocare.

Smith li riporta a +15 ma i Grizzlies non mollano e Gasol, Prince e Allen trascinano Memphis a due tiri da New York. Mancano due minuti quando Jason Kidd butta dentro una tripla subendo il fallo di Bayless. La palla torna dall’altra parte con Allen che segna quattro liberi in fila e riavvicina Memphis a -4 con trentatre secondi sul cronometro. I Grizzlies scelgono il fallo sistematico. Felton segna il primo libero, sbaglia il secondo ma recupera il suo stesso rimbalzo. Altro fallo, stavolta su Smith. Due liberi a segno e + 7 a ventisei secondi. E la partita si chiude qui.

Nel post partita coach Woodson si è detto soddisfatto del primo tempo e (ovviamente) molto meno del secondo dando però la colpa alla stanchezza ed ai troppi falli fischiati nel terzo quarto.

Zach Randolph, solo 3 punti per lui

Zach Randolph, solo 3 punti per lui

Sulla lavagna dello spogliatoio della squadra di casa erano ancora scritte le chiavi della partita: “In attacco: solo buoni tiri, mantenere le spaziature e passare al compagno libero. Per la difesa: aggredire Memphis fin all’inizio contestandone tutti i tiri”. Indicazioni perfettamente seguite nei primi ventiquattro minuti ma totalmente disattese nella seconda parte. Sulla stessa lavagna lo spauracchio numero uno era rappresentato da Zach Randolph autore di soli 3 punti in venticinque, anonimi, minuti.

I Knicks hanno rischiato di perdere una partita già vinta, ma portano a casa la sesta in fila che diventa la striscia più lunga della lega vista la contemporanea sconfitta di Miami a Chicago.

 

New York Knicks: J.R. Smith 35, C. Anthony 22. Rim (31): .R. Smith 7, C. Anthony 7. Ass (18): R. Felton 4.

Memphis Grizzlies: M. Conley 26, J. Bayless 24. Rim (34): T. Allen 10, M. Gasol 5. Ass (14): M. Conley 6.


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