I playoff. Un momento straordinario, capace di raccontare storie che non si troverebbero altrove. Il momento in cui ogni giocatore cerca il suo altrove. Il momento in cui fare la solita brutta figura con pronostici che non troveranno mai realizzazione….

Miami – Chicago

Chapeau ai Bulls, indipendentemente da come andra’ a finire. Arrivare in semifinale di conference senza Hinrich e Deng nelle partite piu’ importanti, con Noah a pezzi, Robinson capace di genialate (e fesserie) epiche e Belinelli che fino a cinque minuti prima era piu’ congelato dei 4 salti in padella e’ stata un’impresa. La citta’ del vento ha fatto i conti con l’assenza di Rose per tutta la stagione, e sono certa che molti si chiedano perche’ la star dei Bulls se ne stia in panchina ad applaudire in giacca e cravatta nonostante il recupero fisico sia completato. Rientrare da un infortunio come il suo e’ una questione piu’ mentale che fisica, e questo ritardo nel ritorno in campo di Rose ci racconta di un ragazzo che ha ancora nella mente il rumore dei suoi legamenti che si rompevano, il dolore di quel breve interminabile momento, e che questi ricordi sono piu’ netti della voglia di tornare. E comunque un rientro adesso potrebbe essere piu’ un danno che un beneficio. Miami? Cosa si puo’ dire che non sia gia’ stato detto? Niente. Quindi taccio. Pronostico: Miami 4-1

New York – Indiana. I Pacers non sono belli da vedere, spesso stanno in campo per interminabili minuti senza fare canestro. Ma sono fastidiosi, ti entrano nella pelle (come hanno dimostrato già in gara 1), mascherano un talento non eccelso con la loro presenza mentale, anche quando le cose vanno male. I Knicks sono il contrario. Una squadra che fa pensare ad un cielo di marzo. Momenti in cui segnano anche dal parcheggio del Madison e momenti in cui neanche una vasca da bagno sarebbe sufficiente. Carmelo Anthony sempre piu’ uomo “chiavi in mano” della squadra, JR Smith capace di farti saltare sulla sedia o di farti venir voglia di inseguirlo con un randello nodoso (cit. Buffa). Indiana fuori casa gioca a punteggi abbastanza bassi, New York dipende molto dal tiro da 3. Se lo spettacolo ha un senso nella NBA, i Knicks non possono non passare. Pronostico: New York 4-2.

Oklahoma City – Memphis. Ricordate la scena di Forrest Gump in cui lui, dopo aver attraversato gli Stati Uniti a piedi, si ferma e, davanti ai suoi seguaci in trepidante attesa, dice “sono un po’ stanchino”? Ecco, quando guardo Kevin Durant quella scena mi torna in mente. Dopo gara3 contro Houston KD ha mandato un messaggio a Westbrook ai microfoni di ESPN: “I love you Russ“. Bello. Bellissimo. Ma in campo, con tutto il rispetto per gli altri Thunder, Durant e’ solo. E dall’altra parte c’e’ una squadra enormemente maturata rispetto alla sorsa stagione, una squadra che si basa sui corpaccioni di Randolph e Marc Gasol (ma quanto e’ bravo il fratellino di Pau?). Contro i Clippers Memphis ha dimostrato di saper imporre il proprio ritmo, e di saper reggere con un quintetto enorme anche avversari che scelgono di giocare small. E nelle risse Zebo e’ inarrivabile…..pronostico Memphis 4-2

San Antonio – Golden State. E’ come la sfida fra magistrati e artisti. Gli Spurs sembrano i padri fondatori del gioco, sempre la cosa giusta al momento giusto, senza sbavature, tutti sanno cosa fare, come e quando farlo. I Warriors, nomen omen piu’ che mai, lottano. E divertono. E danno l’idea di divertirsi. Hanno perso per strada Lee, ma in fondo non ce ne siamo accorti nella serie con Denver. Chiaramente dipendono da Steph Curry, e questo li dovrebbe rendere prevedibili. Ma come fai a prevedere cosa fara’ uno che gioca su una caviglia spezzettata, non segna per 20 minuti e poi ne mette 20 in un quarto, prende botte ma e’ sempre li’? Il pronostico dice Spurs, magari in 5 partite, ma la simpatia che ha fatto impazzire un pezzo di California non si puo’ non sentire…

PAOLA ELLISSE