Kobe Bryant, ora lo vedremo più spesso così (AP Photo-Michael Conroy)

Kobe Bryant, ora lo vedremo più spesso così (AP Photo-Michael Conroy)

La risonanza magnetica ha confermato le sensazioni del post-partita e la prima diagnosi dello staff medico dei Lakers si è rivelata esatta. Completa rottura, di terzo grado, del tendine d’Achille: per Kobe Bryant è l’infortunio più grave della carriera che, dopo l’operazione che si svolge proprio in questi minuti, lo costringerà a stare lontano dai campi dai 6 ai 9 mesi.

L’annuncio è stato dato dal trainer gialloviola Gary Vitti che ha specificato pure come Kobe dovrà tenere il piede immobilizzato per il primo mese dopo l’intervento. “Non ho mai dovuto affrontare una situazione del genere – ha detto – E’ una novità assoluta per me. Ovviamente un sacco di giocatori hanno avuto lo stesso infortunio, quindi posso guardare loro e capire quale percorso ha consentito un recupero più rapido ed efficace”.

Kobe, già dolorante a caviglia e ginocchio, ha visto il proprio fisico chiedergli il conto a poco più di 3′ dal termine della sfida vinta contro i Warriors, quando si è accasciato a terra praticamente dopo aver battuto Harrison Barnes dal palleggio. Sentito un fastidio e un dolore insolito, ha chiesto al rookie dei Warriors se l’avesse colpito con un calcio – tipica sensazione per questo tipo di infortunio – ma una volta ottenuta risposta negativa ha capito che era successo qualcosa che non aveva messo in preventivo. Un episodio che colpisce lui, i Lakers che si era preso sulla spalle – nelle ultime partite ancora più del solito – per portarli quantomeno ai playoffs, ma anche i tifosi di tutto il mondo, che gli hanno fatto pervenire infiniti messaggi di sostegno.

Dopo l’intervista rilasciata con le lacrime agli occhi, che ha trasmesso davvero strane sensazioni agli appassionati abituati a veder emergere ben altra luce da quello sguardo, ed aver avuto una prima reazione davanti alle figlie che lo avevano raggiunto, già dallo sfogo notturno sulla sua pagina Facebook, Bryant aveva fatto capire di essere ancora animato da quella clamorosa rabbia agonistica e quella forte determinazione che gli hanno permesso di raggiungere risultati pazzeschi.

“Forse è così che deve finire il mio libro. Forse Padre Tempo mi ha sconfitto… O invece ancora una volta forse no! – si legge in un passaggio del suo messaggio – Perdonate questo sfogo, ma non è a questo che servono i social? Mi sento bene a sfogarmi così. A sentirmi come se questa fosse la peggior cosa di sempre. Perché dopo tutti gli sfoghi, si inizia a ragionare davvero. Nel mondo ci sono cose molto più importanti di un tendine d’Achille rotto. Smettila di compatirti e rimettiti al lavoro con la stessa dedizione e la stessa convinzione di sempre. Un giorno intraprenderò un nuovo viaggio, inizierò una nuova carriera. Ma oggi non è quel giorno”. Tornerà. E, come ha detto Gary Vitti, ci sono possibilità di rivederlo in campo per l’inizio della stagione 2013-14.