Lillard e Aldridge, la coppia di stelle dei Blazers

Lillard e Aldridge, la coppia di stelle dei Blazers

UPS & DOWN – Ora come ora, la Northwest Division sembra avere un’unica e incontrastata padrona: Portland.

Confermato lo scheletro della squadra che tanto bene ha fatto nella scorsa stagione, i Trail Blazers (16-4) sono per tutti gli addetti ai lavori una delle realtà più interessanti della Lega. Stotts ha puntato sul solido e collaudato quintetto Lillard, Batum, Matthews, Aldridge, Lopez: uomini di sicuro rendimento che ormai si conoscono a memoria e interpretano al meglio gli insegnamenti del proprio coach. Un gioco fatto di equilibrio, circolazione palla, abnegazione e ricerca costante del tiro ad alta percentuale. In più, è stato risolto uno dei problemi più evidenti dell’anno passato: la panchina. La società ha operato bene sul mercato azzeccando gli innesti giusti, Blake e Kaman su tutti. Ordinata in attacco e arcigna in difesa, Portland ha tutte le credenziali non solo per poter primeggiare nella Northwest, ma anche per conquistare la finale di Conference.

Un gradino dietro Portland, Denver (9-12). L’inizio stagione della franchigia del Colorado non è stato dei più facili, complici gli infortuni. Superati i primi affanni, i Nuggets hanno reagito trascinati dal duo Lawson-Faried, per poi accusare di nuovo qualche problema negli ultimi giorni. Rimane la ferma convinzione che manchi ancora qualcosa per poter fare il definitivo salto di qualità. Un Gallo al 100% potrebbe sicuramente dare una mano, ma la sensazione è che solo l’arrivo di una stella assoluta possa dare la scossa decisiva al gruppo.

Westbrook e Durant: riusciranno a risollevare le sorti dei Thunder?

Westbrook e Durant: riusciranno a risollevare le sorti dei Thunder?

Giudizio in sospeso per Oklahoma City (7-13). La prolungata assenza di Durant e Westbrook metterebbe in ginocchio qualsiasi squadra, figuriamoci i Thunder che, per essere onesti, tolti i due fenomeni appena citati, sono poca cosa. I ragazzi di Scott Brooks hanno fatto quello che hanno potuto. E allora, mentre Ibaka si è limitato a mettere a referto le sue solite cifre, sono stati Reggie Jackson e Perry Jones a tirare avanti la baracca. Ora che le superstar hanno fatto il loro rientro, tutto potrebbe cambiare. I playoff sembrano lontani, ma con quei due mai dire mai…

Jazz (5-16) e Timberwolves (4-16), invece, i playoff se li possono giusto sognare.
Nella terra dei Mormoni si erano messi il cuore in pace già nella preseason, coscienti che questo sarebbe stato un anno senza infamia né gloria. Una stagione di transizione, avara di soddisfazioni e perfetta per far crescere in tranquillità i giovani del roster. Tanto per essere chiari: il pensiero è già alla lottery. Nel frattempo, Hayward sta dimostrando di essere un giocatore di alto profilo, più di quanto dicano le cifre; Exum è ancora acerbo, ma si fa apprezzare per le potenzialità e il talento difensivo; infine, il pacchetto lunghi (Favors, Kanter, Gobert) fa il suo sporco mestiere e si sta creando un domani.
Discorso diverso per Minnesota. Salutato Love, l’idea era quella di creare un gruppo giovane, talentuoso e futuribile, affidando le chiavi della regia a Rubio e puntando sul sicuro apporto offensivo di Kevin Martin. Gli infortuni di Ricky prima e di Martin poi, però, hanno fatto saltare tutti i piani. La squadra dimostra di essere un cantiere aperto, un gruppo ancora in fase embrionale a cui serve tempo per raggiungere un proprio equilibrio. P.S.: Wiggins è un giocatore, ma chiedergli tutto e subito è prematuro.

HOT – Ormai consacratosi stella a tutti gli effetti, Damian Lillard sta viaggiando a 19.9 punti di media, facendo registrare il suo career-high per percentuali al tiro (45.5% dal campo, 39.7% dalla lunga) e rimbalzi catturati (5.1). In più, energia, una perfetta intesa con Aldridge (un altro “hot”) e tanta tanta leadership.

Tra i più positivi, un altro play: Ty Lawson. Il prodotto di North Carolina ha preso in mano la squadra, diventando l’attuale uomo-franchigia. I miglioramenti non riguardano tanto l’aspetto realizzativo (16,2 punti, in media con le ultime stagioni) ma, piuttosto, quello relativo alla sua capacità di creare gioco.  Con 10.3 assist a partita, infatti, Lawson è secondo solo a Rondo in questa specifica statistica.

NOT – Arrivato a Minnesota nella trade Love, Anthony Bennett stenta a trovare la propria dimensione anche nella nuova squadra. Dopo un anno da rookie piuttosto deludente, dalla prima scelta del 2013 ci si aspettava un deciso rilancio. E invece nulla, nonostante sin qui la possibilità di ritagliarsi un ruolo importante ci sia stata, soprattutto a causa delle numerose defezioni che hanno flagellato i Wolves. Tralasciando i timidi miglioramenti statistici, Bennett sembra ancora piuttosto avulso dal gioco, oscurato da Wiggins e scavalcato per gradimento anche da Dieng, LaVine e Shabazz.

Un altro atteso al riscatto era JaVale McGee. Dopo un 2013/2014 passato più in infermeria che sul parquet, il lungo ex-Washington fatica a ritrovarsi. Per lui poco più di 11 minuti a partita, con 5.4 punti e 3 rimbalzi di media. Troppo poco per un centro atletico, spettacolare e potenzialmente dominante.

UNEXPECTED – Presi in estate per assicurare esperienza e solidità dalla panchina, Blake e Kaman stanno sorprendendo per il loro rendimento ben oltre le aspettative. Il play, al di là delle cifre (quasi 5 punti e 4.5 assist a partita), assicura minuti di qualità e tanta materia grigia. Il lungo ex Lakers, invece, sta facendo registrare 10.3 punti e 6.8 rimbalzi a partita, in soli 19 minuti di impiego.

STATS – Portland è una delle cinque squadre nella top-ten sia per rating offensivo che difensivo. Ed è proprio quando deve presidiare il proprio canestro che dà il meglio. La franchigia dell’Oregon è la squadra che cattura più rimbalzi a partita (48,1; ben 2 in più di indiana), la quinta per stoppate a partita (5.6) e la prima per tiri da 3 concessi (16.9 a partita, pagando appena il 29.6%).


INJURIES – Kevin Martin, leader offensivo dei Timberwolves, dovrebbe stare fuori fino a metà gennaio (come minimo) a causa di una frattura al polso rimediata il 20 novembre contro i Knicks. Invece, per rivedere Ricky Rubio, infortunato alla caviglia, bisognerà aspettare la prossima stagione.
Randy Foye, guardia di Denver, rimarrà fuori fino a metà dicembre per problemi al quadricipite.


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