Marc Gasol vs Dwight Howard. Grizzlies vs Rockets, primi e secondi nella Southwest Division (foto: facebook.com/nba)

Marc Gasol vs Dwight Howard. Grizzlies vs Rockets, primi e secondi nella Southwest Division (foto: facebook.com/nba)

UPS&DOWNS – La Southwest è sicuramente la Division con più qualità e competitività di questo avvio stagionale: ben quattro squadre su cinque sono ampiamente qualificate ai playoffs e l’unica esclusa da questo gruppo è una franchigia che comunque si sta mantenendo intorno al 50% di record. Al comando c’è Memphis (15-3), la piacevole sorpresa del primo mese abbondante di “Regular Season”. I Grizzlies hanno un’identità difensiva straordinaria e sono l’organico che gioca più palloni in post di tutta la NBA, situazione che i sapienti lunghi di coach Joerger (Gasol e Randolph su tutti) sfruttano sia per concludere ma soprattutto per creare tante diverse situazioni per gli esterni. Amano giocare assieme, passarsi la palla e lottare su ogni possesso. Al secondo posto troviamo Houston (14-4), che pur dovendo rinunciare a Dwight Howard (problemi al ginocchio) per diverse gare, stanno volando sulle ali del solito James Harden; la panchina di coach McHale si sta facendo trovare pronta e la difesa sta funzionando in maniera ottimale. Sta rispettando le aspettative, dopo l’esaltante mercato estivo, Dallas (15-5); i Mavs devono ancora aggiustare molti aspetti del loro gioco specialmente in fase difensiva e nella concentrazione all’interno delle seconde metà di gara, ma il potenziale sta venendo fuori grazie particolarmente allo scoppiettante attacco di coach Carlisle: del resto, con Ellis (20.7 punti), Nowitzki (19.6 punti) e Parsons (14.9 punti) in quintetto è difficile segnare poco. Nonostante un inizio difficile anche per colpa degli infortuni, i campioni in carica di San Antonio (13-5) hanno ingranato la giusta marcia, distribuendo alla perfezione i punti segnati, esibendo il loro solito basket, difendendo forte e seguendo gli ordini nel “nostro” coach Ettore Messina quando Gregg Popovich ha riposato per motivi di salute. Spesso faticano molto a mantenere lo stesso ritmo per 48’, ma pian piano potranno guadagnare sempre più posizioni a Ovest e la voglia di conquistare il primo “back to back” di titoli della storia nero-argento scorre nelle vene di tutti gli Spurs. La serie di 7 vittorie consecutive appena chiusa può lanciare definitivamente Tony Parker e compagni, ancora privi di Splitter e Mills. E’ ancora un cantiere aperto New Orleans (8-8), partita con l’intento di stare al passo delle prime 8; i Pelicans di un Anthony Davis da MVP (spesso da solo sull’isola) stanno mostrando un gioco ancora molto grezzo sotto ogni punto di vista e le poche vittorie esterne non sono per nulla un buon sintomo. Potranno chiudere con un 50%, ma a Ovest non basta.

HOTMarc Gasol sta giocando nettamente la miglior pallacanestro della sua vita. Il centro spagnolo è l’anima e il cuore di questi Grizzlies e si sta confermando a tutti gli effetti come un vero e proprio All-Star; con punti (19.4), difesa (1.5 stoppate, 1.1 rubate e tante altri fattori fondamentali che nelle statistiche non si trovano), rimbalzi (8.0) e costanza Gasol è emerso, sulle orme di ciò che ha fatto vedere di discreto nelle ultime due stagioni, come vero e proprio trascinatore del “team” e, nonostante un atletismo non eccelso, il catalano sta continuando a mostrare tecnica sopraffina e delle mani che raramente i lunghi di tale stazza possiedono.

La prima stagione è stata dedicata all’adattamento, la seconda all’esplosione e la terza sembra proprio quella della consacrazione come dominatore del presente e del futuro della Lega. E’ un Anthony Davis formato MVP quello che stiamo vedendo in questo avvio d’annata e se la prima scelta del 2012 dovesse proseguire su questi passi potrebbe realmente togliere il titolo di miglior giocatore della “Regular Season” a Kevin Durant. L’impressione che si ha quando si vede giocare l’ala grande ex Kentucky è quella di una netta superiorità da parte sua su entrambi i lati del campo; sta mettendo a servizio della squadra i suoi miglioramenti mentali e tecnici, specialmente dal punto di vista della presenza difensiva e di un tiro dalla media distanza sempre più efficace. 24.9 punti, 11.3 rimbalzi e 3.1 stoppate recitano attualmente le statistiche di Davis, che è finito sulla copertina del numero dell’8 dicembre di Sport Illustrated.

NOT – Doveva essere un valore aggiunto che partiva dalla panchina, ma per ora si sta rivelando solo un playmaker che ha fretta di dimostrare troppo in poco tempo e che sta facendo più fatica del previsto ad ambientarsi lontano dalla sua amata Orlando. Troppe palle perse, poche idee e percentuali davvero non invidiabili per quella che si sta rivelando, per ora, la peggior stagione individuale della carriera di Jameer Nelson.

UNEXPECTED – La rinascita di Courtney Lee, dopo i deludenti anni a Boston, è definitivamente avvenuta dopo i buoni segnali della passata stagione. Il suo “buzzer beater” su “alley-oop” contro Sacramento, identico a quello che aveva sbagliato nelle finali del 2009 contro i Lakers con i Magic, è senza dubbio uno dei momenti più eccitanti del primo mese di stagione regolare. 12.7 punti di media per un Lee decisamente contagiato, nel senso più positivo del termine, dall’aria vincente che tira in quel di Memphis.

Mike Conley è sempre stato un giocatore sottovalutato ma costantemente solido e chirurgico, anche se non in molti si aspettavano che riuscisse a replicare gli ottimi numeri messi assieme l’anno scorso. Se l’attacco di Memphis funziona è specialmente grazie al playmaker 27enne nativo di Indianapolis, la vera luce del sistema offensivo dei Grizzlies che sta anche riuscendo a continuare a togliersi qualche soddisfazione in termine di punti segnati (16.2 di media).

Ellis e Nowitzki: i due trascinatori dei Mavs (foto: isportsweb.com)

Ellis e Nowitzki: i due trascinatori dei Mavs (foto: isportsweb.com)

STATS L’attacco dei Mavericks non solo è uno dei più belli e divertenti da vedere, ma è anche quello che produce di più dal punto di vista delle statistiche. Dallas è prima nella NBA con la bellezza di 110.2 punti segnati di media a partita ed è quinta per quanto riguarda gli assist distribuiti, che sono 24.4 ad uscita. I Mavs hanno vinto tutte le partite in cui hanno realizzato almeno 105 punti e le loro cinque sconfitte sono arrivate quando hanno messo a referto 100 o meno punti. Equilibrio in tutte le posizioni, talenti offensivi, abilità in contropiede e pazienza a difesa schierata, ma anche le statistiche danno ragione al sistema offensivo di coach Carlisle. E se Tyson Chandler dovesse continuare ad essere così determinante non solo in difesa, Dallas potrebbe sognare davvero in grande.

INJURIES – Gli infortuni non vogliono dare tregua all’esterno Eric Gordon. Il 25enne poteva rivelarsi un fattore decisivo per i Pelicans 2014-15, ma dopo un buon avvio stagionale da quasi 10 punti di media, la sfortuna è tornata da lui. Gordon infatti si è procurato una lesione del labbro glenoideo della spalla sinistra il 22 novembre, non c’è ancora una data per il rientro in campo e il giocatore deve decidere se operarsi o meno.

Campanello d’allarme per Dwight Howard, fermo per un infortunio al ginocchio. E’ da 7 partite che il centro nativo di Atlanta, autore di 18.8 punti e 11.3 rimbalzi ad allacciata di scarpe, non tocca un parquet e per ora la squadra non sta avendo particolari problemi senza di lui. Ma a lungo andare la sua mancanza comincerà a sentirsi specialmente in termini di presenza sotto le plance ed energia e la sua assenza potrebbe portare grosse insidie a coach McHale.

Non abbiamo, nelle prime 18 gare, mai visto i veri Spurs, perché due giocatori di sistema molto importanti come il playmaker Patty Mills e il centro Tiago Splitter sono ancora ai box. L’australiano, uno dei migliori per San Antonio durante gli scorsi playoffs, si è operato alla spalla (cuffia dei rotatori) in estate e la riabilitazione sta andando per il verso giusto: entro la fine di febbraio scenderà in campo. Il brasiliano, invece, ha fatto una breve comparsa sul parquet il 5 novembre contro Atlanta, ma da quella data non è più tornato sempre per il problema al polpaccio destro che lo tormenta da tempo. Nei prossimi incontri potrebbe assaggiare il campo per qualche minuto.


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