Danny Green (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

Danny Green (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

San Antonio Spurs @ Miami Heat 84-103 (serie 1-1)

Spurs

Parker 5. Serata molto difficile quella del francese che in attacco soffre su ogni fronte, perde 5 sanguinosi palloni e non riesce a trovare la via del canestro (13 punti con ben 14 tiri).  In difesa fatica a contenere Mario Chalmers.

Green 8. Nettamente il migliore tra i neroargento gioca la miglior partita dell’ anno. Non solo per i 17 punti, con 5/5 da 3, ma anche per il buon lavoro svolto in difesa dove è riuscito a contenere LeBron James in più di un’occasione.

Leonard 6.5. In attacco fatica, ma è il miglior antidoto contro LeBron di tutti i Playoff e a rimbalzo è una sentenza. Ieri sera ha catturato 14 carambole di cui ben 6 sotto il tabellone offensivo.

Duncan 5.5. C’è poco da salvare nella sua partita. Certamente non la prestazione al tiro, un bruttissimo 3/13 che gli impedisce di raggiungere la doppia cifra. Meglio in difesa e a rimbalzo, ma è un lontano parente rispetto a quello scintillante visto contro Memphis.

Splitter 4.5. Passerà alla storia per la tremenda stoppata subita da James, ma questo è uno degli aspetti meno influenti della sua gara. Chiude con solo 4 punti e soprattutto cattura un solo rimbalzo in oltre 22 minuti.

Manu Ginobili (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

Manu Ginobili (Photo by Andrew D. Bernstein/NBAE via Getty Images)

Ginobili 4.5. Il peggiore tra le stelle di San Antonio. Spara a salve da 3 punti (1/4), perde qualche pallone di troppo e non riesce mai a lasciare il segno sulla partita. Il confronto tra numeri 6 con Ray Allen questa volta è impietoso.

Diaw 5,5. Come in gara 1 Popovich gli ritaglia un ruolo da gregario e come in gara1 la sua presenza sul parquet passa quasi inosservata.

Joseph 6,5. Sfrutta come meglio non si può i pochi minuti in campo. Con lui gli Spurs trovano un 7-0 importante nel terzo periodo, poi rientra nel garbage time. In Texas potrebbe avere qualche minuto in più.

Neal 6. Le sue doti di realizzatore sono sempre utili per gli Spurs, ma perde 3 palloni e in difesa non è certo un muro invalicabile.

McGrady 6. Entrato a partita abbondantemente finita raccoglie 2 rimbalzi, smista 2 assist e trova una stoppata. Anche se vecchio e logoro il suo resta un talento cristallino.

 

Heat

Mario Chalmers (Photo by Issac Baldizon/NBAE via Getty Images)

Mario Chalmers (Photo by Issac Baldizon/NBAE via Getty Images)

Chalmers 8. Il migliore tra gli Heat. Non solo segna 19 punti con il 50% dal campo, ma è uno dei protagonisti dell’allungo di Miami. Ancora una volta, come dimostrato più volte in passato, quando la palla scotta “Rio” difficilmente tradisce.

Wade 6,5. Il suo tabellino dice 10 punti con 5/13 dal campo. Nonostante una serata difficile al tiro però è lui, con Bosh, a tenere Miami a galla nel primo tempo quando molti compagni, su tutti James, non trovano il canestro. Impreziosisce la sua partita con 6 assist.

James 6.5. Dopo la strepitosa gara 1 “Il Prescelto” in attacco gioca una partita decisamente sottotono. Si sveglia quando Miami ha già una decina di punti di vantaggio e chiude definitivamente il match con un paio di giocate da antologia. La differenza la fa in difesa, dove è un pericolo costante per  chiunque abbia la sventura di fronteggiarlo.

Haslem 5. Giocatore in difficoltà, anche nella serata complessa di Duncan e Splitter fatica oltremodo. Andersen al momento offre molte più garanzie.

Chris Bosh

Chris Bosh

Bosh 7. Segna poco (12 punti)  ma tira bene e soprattutto non si avventura più oltre la riga dei 3 punti dove è tutt’altro che affidabile. A rimbalzo è una presenza costante e questa volta vince non pochi duelli, su due lati del campo, contro i pari ruolo avversari.

Miller 7. Come nelle Finals 2012, entra, segna da 3 punti minando le certezze avversarie e torna in panchina. Ieri sera per lui 9 punti con 3/3 dalla grande distanza.

Allen 7. Pericolo pubblico numero 1 in uscita dalla panchina mette un paio di triple davvero importanti e tiene in apprensione la difesa avversaria quando mette la palla per terra.

Andersen 7. Presenza fissa sotto canestro, porta l’energia e il dinamismo che mancano agli altri lunghi degli Heat. Con lui in campo Miami ha un altro passo. ieri sera poi si è concesso anche un inusuale 3/4 ai liberi.

Cole 5. Assieme ad Haslem l’unica nota negativa di giornata. In attacco è quasi dannoso e in difesa fatica non poco contro gli esterni avversari. Ormai le gerarchie sembrano chiare, Norris troverà poco spazio, giusto per far riposare Chalmers.


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