Dwyane Wade è tornato a dominare almeno per una notte (fonte: USA TODAY Sports)

Dwyane Wade è tornato a dominare almeno per una notte (fonte: USA TODAY Sports)

Coach Spoelstra prova a mischiare le carte inserendo in quintetto base Mike Miller al posto di un fin qui deludente Udonis Haslem e ridando minuti a Shane Battier a discapito di Chris Andersen. Inizialmente la mossa non sembra dare frutti poiché San Antonio riparte da dove si era fermata e con le triple di Green e Neal vola sul 15-5. La differenza rispetto a gara3 la fanno però LeBron James, che attacca il canestro e segna anche i piazzati, e Dwyane Wade, che sembra quello delle Finals 2006. Approfittando del primo riposo che Popovich concede a Tony Parker, Miami ribalta l’inerzia della gara (26-29 a fine primo quarto) e raggiunge la doppia cifra di vantaggio (31-41 a 7’ dall’intervallo lungo). Pazientemente, però, gli Spurs recuperano e grazie anche a 7 punti quasi consecutivi di Boris Diaw vanno alla pausa sul 49 pari (con la schiacciata di Bosh per il +2 che arriva a tempo scaduto). La partita è avvincente e le due squadre si alternano alla guida del punteggio con una leggera prevalenza di Miami nel finale di quarto (76-81). L’equilibrio si spezza definitivamente in apertura di ultima frazione per mano della coppia Wade-Bosh. I due firmano interamente il parziale di 16-6 che spinge gli Heat al +15 (85-100) a 5’17” dalla fine che chiude definitivamente la contesa, con Popovich che toglie progressivamente i suoi titolari e James ad arrotondare il tabellino fino al +16 finale.

Miami Heat @ San Antonio Spurs 109-93 (serie sul 2-2)

MVP: Dwyane Wade. Tuffo nel passato per il n° 3 in nero che, seppur claudicante, per una sera si dimentica degli acciacchi e sfodera una prestazione monstre da 32 punti con 14/25 al tiro, 6 rimbalzi, 4 assist e 6 palle rubate in quasi 40’ sul parquet.

LVP: se San Antonio vuole vincere il titolo, Popovich deve trovare il modo di rigenerare Manu Ginobili. L’argentino chiude con un’altra prestazione incolore da 5 punti con 1/5 al tiro e -22 di plus/minus. Al di là delle cifre, comunque, quello che preoccupa è che non riesce più ad attaccare il ferro a difesa schierata, accontentandosi del tiro da fuori facilitando così di gran lunga il lavoro degli avversari.

On Fire: LeBron James chiude da miglior marcatore a quota 33 (15/25 al tiro con 11 rimbalzi) anche se gli ultimi 9 punti arrivano a partita ormai segnata (importante invece il suo apporto nel primo tempo per rimettere davanti Miami). Chris Bosh è finalmente convincente e decisivo e chiude con una doppia doppia da 20 punti (8/14 dal campo) e 13 rimbalzi. Buon contributo anche quello di Ray Allen con 14 punti (5/10 al tiro) in uscita dalla panchina. Per San Antonio 5 uomini in doppia cifra con Tony Parker che ne mette 15 (con 9 assist) nel solo primo tempo e sparisce nella ripresa (probabilmente condizionato dall’infortunio). Neal e Green non ripetono le prove di gara3 ma comunque chiudono rispettivamente con 13 e 10 punti con 6/9 da 3 in coppia.

Tim Duncan questa volta non ha dettato legge el pitturato (fonte: USA TODAY Sports)

Tim Duncan questa volta non ha dettato legge nel pitturato (fonte: USA TODAY Sports)

Losing Effort: Tim Duncan è il migliore degli Spurs a quota 20 punti (6/10 al tiro) anche se sotto le plance non è dominante come al solito (soli 5 rimbalzi).

The Unexpected: Boris Diaw chiude con 9 punti (3/6) in 11 minuti ed è importante nella rimonta di fine primo tempo degli Spurs, ma poi si eclissa nel secondo come diversi suoi compagni.

Stat of the night: nonostante San Antonio tiri per la terza volta consecutiva col 50% da 3 arriva una sconfitta per gli Spurs che pagano il brutto 23/56 (41%) da dentro l’arco, il deficit a rimbalzo (36-41), le 7 stoppate subite e soprattutto le 18 palle perse (contro le 9 di Miami).


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