Gli Spurs alzano il Larry O'Brien Trophy

Gli Spurs alzano il Larry O’Brien Trophy

MIAMI HEAT @SAN ANTONIO SPURS 87-104  (SERIE 1-4)

La vendetta è servita. Gli Spurs non falliscono il match point tra le mura amiche, stritolando degli Heat troppo James-dipendenti e conquistando così il quinto titolo della loro storia, 7 anni dopo il successo contro Cavs di Lebron e 12 mesi dopo la bruciante sconfitta a gara 7 contro quegli Heat mandati oggi al tappeto. È l’ennesimo capolavoro della premiata ditta Popovich-Duncan, i due fili conduttori tra il primo anello, quello del 1999, e oggi. Un capolavoro che ha tanti volti nella sua unitarietà: da Ginobili a Leonard, da Diaw a Parker, da Mills a Green passando per il nostro Marco Belinelli, che ha portato il suo fattivo contributo nella notte che lo consegna alla storia come primo italiano ad infilarsi l’anello al dito con la bandiera tricolore sul podio.

La Partita. E pensare che l’avvio degli Spurs era stato tutto fuorché semplice. Spoelstra cestina l’osceno Chalmers di questa serie e affida le chiavi della squadra a James, che azzanna la partita come una belva affamata. Lebron con 17 punti e 8 rimbalzi nel solo primo periodo spinge gli Heat addirittura sul 6-22, con gli Spurs capaci di trovare il primo canestro dal campo solo dopo 5’ di gioco. Con Parker e Duncan praticamente nulli, è Ginobili a sbloccare gli speroni. Pian piano gli Spurs entrano nel match, anche perché Lebron non ha spalle su cui contare. Così quando Leonard comincia a mordere alla calcagna del Prescelto, per Miami è notte fonda. Lo stesso Kawhi, con la sua terza tripla su altrettanti tentativi, suggella il sorpasso (37-35 al 19’) dopo che anche Belinelli ci mette lo zampino con due facili in finta-palleggio-arresto-tiro. Ginobili manda in delirio l’AT&T Center con schiacciata nel traffico e tripla ignorante per il +8 (45-37 al 22′) e gli Spurs ci credono davvero.

Gli Heat vanno all’intervallo lungo sotto di 7 (47-40) e ci restano per parecchi minuti al ritorno sul parquet. A dare il la alla fuga texana ci pensa l’uomo che non ti aspetti. Mills fa il Parker inventandosi un terzo periodo da 14 punti con 4 triple a bersaglio e spinge di peso gli Spurs fino al +21 (65-44 al 31’). Spoelstra scongela Chalmers e Beasley, ma con Wade fuori fase ed un James depotenziato dalla cura Leonard gli Heat sembrano sull’orlo del baratro. I due neo entrati portano un pizzico di brio allo stantio attacco degli Heat, ma nell’ultimo quarto ci pensano Parker e Duncan a spegnere le velleità di Miami.

Manu Ginobili, fondamentale nel successo di gara 5

Manu Ginobili, fondamentale nel successo di gara 5

MVP – Kawhi Leonard. Tre vittorie consecutive, tre prestazioni mostruose per una definitiva consacrazione. L’ala degli Spurs fatica in avvio contro la rabbia di James, ma alla lunga gli prende le misure e, con Ginobili, suona la carica nella rimonta neroargento. Costretto ad uscire nel finale per falli, ma chiude l’ennesima partita sontuosa di questa serie con 22 punti con 7/10 dal campo e 10 rimbalzi ed un meritato titolo di MVP delle Finals a soli 23 anni, nel giorno della festa del papà a 6 anni dalla morte del suo di padre.

LVP – Dwyane Wade. Mentre Lebron cercava di fare pentole e coperchi, Flash non riusciva in alcun modo a dargli manforte. Partita tremenda quella dell’MVP delle Finals 2006, chiusa con 11 punti con 4/12 dal campo, venendo distrutto da Ginobili nel confronto diretto che, forse, è stato uno delle chiavi di questa serie.

The Unexpected – Patrick Mills. Nella serata in cui Parker ci mette tre quarti per carburare, ci pensa l’australiano a non farlo rimpiangere. La sua mano si infiamma nel terzo periodo, quando con 4 triple e 14 punti seppellisce Miami spingendo gli Spurs verso la vittoria

Losing Effort – LeBron James. Il suo primo quarto, così come il terzo di gara 4, è stato di pura onnipotenza cestistica. Ma esattamente come in gara 4, la squadra è sembrata troppo simile a quei Cavs che aveva abbandonato per approdare in Florida a caccia dell’anello. 31 punti con 10/21 dal campo, 10 rimbalzi  e 5 assist non sono stati abbastanza.

Stats of the night – La panchina degli Spurs fa ancora una volta la differenza: 47-24 il computo finale limitato ai punti, con Miami che fino ai minuti finali del terzo periodo era ferma ai 2 punti di Cole.