In attesa della scelta di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh – ma soprattutto del primo -, i Miami Heat cominciano a muoversi. E lo fanno con due accordi abbastanza sorprendenti. Infatti, da giovedì, quando si potranno iniziare a firmare i contratti, Riley potrà ufficializzare l’arrivo in Florida di Josh McRoberts e Danny Granger.

Non sono i “grossi” nomi richiesti dai “Big” per rinforzare il roster, nonostante la buona stagione a Charlotte di McRoberts, che si è convinto ad esplorare il mercato, o qualche discreto segnale – seppur sporadico – di Granger in maglia Clippers dopo la separazione dai Pacers. E non possono esserlo perché, in assenza di chiarezza sul futuro dei “Big Three”, Miami non può sapere esattamente quanti soldi è in grado di spendere sul mercato dei free agent, anche se Riley va dicendo ai principali giocatori incontrati di avere 10-12 milioni disponibili. Una cifra del tutto inattendibile, almeno per il momento, e che comunque non necessariamente può smuovere i giocatori di prima o seconda fascia, tanto che l’estensione di Gortat a Washington o la richiesta di Deng di partire da quella cifra e non meno sono segnali poco incoraggianti per gli Heat, che potrebbero convincere Anthony Morrow e altri giocatori di ruolo.

Non possono che essere considerati tali, infatti, McRoberts e Granger, con cui sono stati trovati gli accordi nel giro di poche ore, ma per riuscirci hanno dovuto impiegare tutta la loro flessibilità salariale attualmente disponibile e accertata, ovvero le due eccezioni al salary cap: l’ex Charlotte infatti si è accordato per 23 milioni in 4 anni, prendendo l’intera “mid-level exception”, mentre Granger firmerà per 4.2 milioni in 2 anni, ovvero la “bi-annual exception”. Utilizzando queste eccezioni, per regolamento NBA, gli Heat – che hanno operato come una squadra senza spazio salariale – dovranno rimanere sotto il cosiddetto “apron”, ovvero un effettivo “hard cap” fissato 4 milioni oltre la soglia della luxury tax. In altri termini, il monte salari di Miami quest’anno non potrà superare gli 81 milioni.

I primi rinforzi sono due giocatori che hanno accettato l’opzione Heat senza certezze sul futuro della squadra, ma anche due nomi a sorpresa se l’obiettivo è convincere LeBron – che pare riavvicinarsi a Cleveland su spinta della famiglia – a restare, perché entrambi hanno avuto tensioni con lui in passato, in un caso per una gomitata nel primo turno degli ultimi playoffs – che molti giocatori degli Heat hanno ritenuto intenzionale (e la NBA aveva trasformato d’ufficio da fallo normale a “flagrant 2”) – e nell’altro per il passato in maglia Pacers, con tutto quello che la rivalità con Miami ha significato nelle ultime stagioni della Eastern Conference.

Con queste premesse, più Bosh che ha già ricevuto un’offerta al massimo salariale (circa 88 milioni in 4 anni) da Houston ed un roster che a Norris Cole pare destinato ad aggiungere anche l’ex casalese Garrett Temple, in uscita da Washington, nelle prossime ore LeBron James incontrerà Pat Riley. E sarà davvero il momento chiave.

ALTRE NEWS – Channing Frye firmerà un quadriennale da 32 milioni con gli Orlando Magic. Accordo pluriennale per Aaron Gray, nell’ultima stagione a Sacramento, con i Detroit Pistons. I Knicks stanno cercando di cedere Amar’e Stoudemire e Andrea Bargnani per creare spazio salariale. I Raptors tagliano Julyan Stone e perdono Nando De Colo, che torna in Europa, al Cska Mosca.