aldridge_cartoon“When I came to Texas, my main two goals were to get started on earning my degree and to have the opportunity to play in the NBA. I’ve accomplished both of those and the opportunity is there for me right now to begin the next stage of my basketball career.” (LaMarcus Aldridge)

Più di mezza NBA ha gli occhi puntati su di lui. Sarà free agent in estate, dopo aver guadagnato 16 milioni di dollari nella sua ultima stagione di contratto, un quinquennale da 65 milioni totali. È senza dubbio una delle migliori 3 power forward della Lega, con un’infinità di soluzioni offensive e grande competenza nella protezione del proprio canestro. Un mix tra le migliori ali che si sono viste negli ultimi 20 anni, una magnifica coesistenza di caratteristiche old school e atletismo dei “giorni nostri”.
Statistiche da MVP, con cifre che superano i 23 punti di media, conditi da 10.5 rimbalzi e quasi 2 assist. Settimo miglior marcatore, ottavo miglior rimbalzista, settimo per minutaggio e terzo per canestri realizzati, con percentuali al tiro buone, ma soprattutto uno strabiliante 87% dalla lunetta, che per un lungo rappresenta un’ulteriore arma su cui poter contare. Un mese di dicembre fuori categoria, con la vittoria di ben 2 riconoscimenti di giocatore della settimana, ma non bisogna farsi ingannare da questo fattore per determinare l’incidenza di un giocatore: il valore aggiunto di Aldridge si vede proprio nella grande costanza delle sue prestazioni, indipendentemente dal suo stato di forma, che non è di certo un elemento da collocare in secondo piano. Nel mese di dicembre è arrivato anche il riconoscimento come secondo miglior marcatore nella storia dei Blazers, scavalcando Terry Porter e piazzandosi dietro al solo Clyde Drexler.

Le ultime due apparizioni del numero 12 di Portland, contro i Thunder e i Kings, hanno fatto segnare prestazioni da 29 punti, 16 rimbalzi e 5 assist e da 26 punti e 15 rimbalzi. Partenza in quintetto all’All Star Game del 15 febbraio che è stata resa ancora più significativa dai 18 punti messi a segno, nonostante il meglio di Aldridge si riscontri quando le partite contano per davvero, ad esempio nei playoff. Nell’ultima post season, il prodotto di Texas e seconda scelta assoluta nel Draft del 2006 ha viaggiato a cifre di primo livello: 26.2 punti a partita, 10.6 rimbalzi e 1.5 assist, a cui si aggiungono 1.6 stoppate. Attualmente i Trailblazers si trovano alla posizione numero 4 ad ovest ma, escludendo possibilmente Golden State, le altre posizioni che consentono di accedere alla griglia delle migliori otto riserveranno senza dubbio alcune sorprese. Se la panchina di Portland riuscirà ad assicurare qualità e profondità, due fattori che sono mancati per poter fare il salto di qualità vero e proprio, allora la post season potrebbe riservare tante soddisfazioni alla franchigia dell’Oregon.

Due piazze importanti come Los Angeles (sponda Lakers) e New York si sono già apertamente dichiarate interessate all’ala grande di Portland, ma è sensato pensare che l’interesse dello stesso Aldridge possa incontrare quello di una franchigia che lo stima e che vede nel ruolo di power forward proprio il giocatore preferito del nativo del Texas, precisamente Dallas. Ma non è dei Mavericks che stiamo parlando, bensì degli Spurs, la casa di Tim Duncan, colui che da Aldridge è stato definito come “la miglior ala forte di sempre”. È risaputa la grande ammirazione che buona parte dei giocatori NBA nutre verso Gregg Popovich, verso il suo sistema di gioco in grado di valorizzare ogni singolo elemento e verso la solida struttura che ha coniato il termine “Spurs culture”. Sarebbe da ingenui non pensare a questa eventualità come una delle più probabili, ma sarebbe ancor più da ingenui pensare a questa come ad una delle poche ipotesi di free agency riguardanti il protagonista di questo pezzo. Sarà a dir poco interessante vivere l’estate che aspetta LaMarcus Nurae Aldridge, sperando che nei 2 mesi appena precedenti riuscirà a togliersi qualche grande soddisfazione.