Nate Robinson (fonte: Gary Dineen/NBAE via Getty Images)

Nate Robinson, uno degli eroi di questi primi turni di playoffs (fonte: Gary Dineen/NBAE via Getty Images)

Seconda settimana di Playoff NBA e secondo appuntamento con NBA Hot Spots, la rubrica di DailyBasket che vi racconta il meglio della settimana nella lega.

Settimana piuttosto interessante e decisamente con più sorprese della scorsa puntata, con alcune squadre come Golden State e Chicago che hanno ribaltato il fattore campo e si sono guadagnate un ottimo vantaggio nelle proprie serie. Sorprese che non hanno invece trovato spazio nella serie che ha visto protagonisti i campioni in carica dei Miami Heat, che hanno regolato in 4 gare senza storia i malcapitati Bucks.

Tanti comunque gli spunti di questa settimana, con i Bulls che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo (metafora spesso troppo abusata ma che in questo caso calza a pennello) e nonostante l’assenza di Derrick Rose e le condizioni fisiche precarie di Joakim Noah si sono portati sul 3 a 1 contro i Brooklyn Nets.

Miglior Partita
Gara 4 tra Bulls e Nets rischia di essere non solo la miglior partita della settimana, ma anche la migliore di tutta la stagione e uno dei migliori spot promozionali di questi playoff. A 2:53 dal termine della gara i Nets parevano avere la gara in mano, con 14 punti di vantaggio che sembravano mettere i classici chiodi sulla bara della partita. Chiodi che avrebbe potuto martellare l’ex di giornata CJ Watson, che in contropiede ha avuto l’occasione di schiacciare e di portare sul +16 i suoi. Invece, nella più classica delle sliding doors, l’errore marchiano del play dei Nets ha aperto la strada a un recupero Bulls ai limiti dell’irreale, con un Nate Robinson in versione assatanata che con 23 punti e 2 assist nel solo quarto quarto ha lanciato la rimonta, culminata da un canestro in tap-in di Noah che mandava tutto all’overtime. E non è bastato un solo overtime, dato che ad una preghiera di Robinson a 1.7 secondi dalla fine (canestro segnato in terzo tempo fuori equilibrio dal gomito), rispondeva Joe Johnson a fil di sirena e che anche il secondo supplementare finiva in parità con Lopez a sbagliare il libero del sorpasso. Terzo e ultimo overtime che premiava finalmente una meritevole Chicago, che portava a casa la possibilità di 3 match point vincendo una battaglia in cui i feriti (leggi i giocatori fuori per falli) non si contavano più.

Miglior Giocatore
La tentazione di premiare Nate Robinson, dopo quanto fatto nel quarto periodo di Gara 4 contro i Nets è stata forte, ma c’è un altro giocatore che secondo noi ha avuto un impatto maggiore in questa settimana ed è Zach Randolph. Il lungo di Memphis, infatti, dopo aver giocato le prime due gare a Los Angeles ampiamente sotto i suoi standard in cui ha fornito alla causa 13 punti, 6 rimbalzi e 0.5 assist di media, ha alzato il livello del suo gioco con due prestazioni da 25.5 punti, 10 rimbalzi e 2 assist a partita, guidando i Grizzlies a due vittorie casalinghe e al 2 a 2 nella serie. Da tempo si diceva che per la squadra del Tennessee era importante recuperare lo Z-bo del 2011 e per loro fortuna pare che quel giocatore sia effettivamente tornato.

Miglior Coach
La scorsa settimana avevamo premiato PJ Carlesimo, che aveva saputo sfruttare le debolezze dei Bulls per portare a casa Gara 1. Ora non possiamo che dare il premio al suo avversario, coach Tom Thibodeau, che dimostra ampiamente di essere oltre che il miglior allenatore della serie, anche uno dei migliori coach dell’intera lega. Gli aggiustamenti, a partire dalle rotazioni accorciate soprattutto nello spot di guardia, sono state una delle chiavi delle vittorie dei Bulls, che hanno anche l’enorme merito di eseguire i giochi in maniera impeccabile dalle rimesse nei momenti chiave. Con un non-difensore come Boozer e un Noah al 50% inoltre la difesa dei Tori sta tenendo botta in modo encomiabile ad un Deron Williams on fire in Gara 1 e fino a metà quarto quarto in Gara 4.

Harrison Barnes sta dando un apporto importante ai Warriors

Harrison Barnes sta dando un apporto importante ai Warriors

Miglior Rookie
Patrick Beverley, dopo aver rubato la scena nella scorsa settimana, sta continuando a fare ottime prestazioni in una serie in cui coach McHale gli chiede gli straordinari anche a causa dei guai fisici di Jeremy Lin. Questa settimana però è Harrison Barnes a guadagnarsi i galloni di miglior Rookie, perché nella serie di tre vittorie consecutive dei suoi Golden State, portatisi sul 3 a 1 contro i favoriti Nuggets, ha dato un contributo eccellente, specialmente in Gara 2 e 4, dove ha realizzato complessivamente 43 punti, 13 rimbalzi e 4 assist tirando 16 su 29 dal campo con il 50% da tre. Il tutto senza ancora aver compiuto 21 anni.

Miglior Momento
Anche in questo caso non si può non parlare della straordinaria prestazione dei Bulls negli ultimi tre minuti di Gara 4 contro i Nets. 14 punti recuperati e la sensazione che non potessero non completare una rimonta che pareva impossibile. Se poi si somma il botta e risposta tra Robinson e Johnson negli ultimi 3 secondi del primo overtime, eccovi serviti uno dei momenti che si vedranno spesso nei futuri “Where amazing happens“.

Miglior Dichiarazione
In realtà non si tratta di una dichiarazione strettamente legata alle gare di playoff, ma dopo l’outing fatto da Jason Collins (che ai playoffs non è arrivato con Washington, ma aveva iniziato la stagione a Boston), ci fa piacere premiare il tweet di Kobe Bryant, eroe mancato di questa post season a causa dell’infortunio al tendine, che nonostante lo sweep subito dai suoi Lakers non ha mancato di far mancare il suo apporto al veterano scrivendo: “Proud of @jasoncollins34. Don’t suffocate who you are because of the ignorance of others #courage #support #mambaarmystandup #BYOU“. La nostra speranza è che, proprio come dice Kobe, la gente diventi più aperta mentalmente e che queste notizie presto non diventino più notizie.