5. JAHLIL 1, KAT 0

Minnesota Timberwolves contro Philadelphia 76ers. Ma anche Karl-Anthony Towns contro Jahlil Okafor. Una sfida nella sfida che, tutto sommato, era la cosa più attraente del match.

Come è finita? Beh, Minnie ha vinto, seppur soffrendo, e Okafor ha spazzato via KAT. Davvero. Come direbbero gli americani: “Tows outplayed by Okafor”.

Non c’è stata storia, sia nelle cifre che nelle pieghe della gara. L’ex Duke ha dominato nei confronti diretti, mangiando sull’ex Wildcats, rifilandogli un paio di belle stoppate e innervosendolo a tal punto che il #32 ha potuto giocare solo 19 minuti per problema di falli.

Il tabellino dice: 25 punti, 12 rimbalzi e 2 stoppate per Okafor; 6 punti, 2 rimbalzi e 2 stoppate per Towns.

Ma la partita, andando oltre i numeri, ribadisce una cosa: per il titolo di “Rookie Of The Year” sarà duello fino alla fine.

 

4. DOUBLE TROUBLE

72 punti in due; 40 l’uno e 32 l’altro.

La solita serata di Durant e Westbrok? Love e LeBron in forma smagliante? Curry e un Klay Thompson finalmente a grandi livelli?

No, no: Paul George e C.J. Miles contro Washington.

Beh, che PG13 fosse capace di certe performance non c’erano dubbi, soprattutto alla luce di quel che sta combinando in questa stagione. E’ tornato il fenomeno che conoscevamo. Anzi, è addirittura meglio. Come spesso gli capita, è lui a guidare i Pacers, sperando che qualche compagno si faccia trascinare dal suo talento.

Contro i capitolini è toccato a C.J. Miles raccogliere l’invito. Per lui, 10/16 al tiro, con 8/9 dalla lunga e +27 di plus minus. Seratina niente male.

Ah, sono in debito delle cifre precise di George: 40 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 14/19 dal campo e 7/8 dall’arco.

Va da sé che abbiano vinto i Pacers, anche facilmente: 123-106. E te credo, con in campo due macchine del genere…

 

3. BARBA DI SALVATAGGIO

Gli Houston Rockets stavano riuscendo nella non facile impresa di regalare la prima vittoria stagionale ai derelitti Sixers. Ci sono andati vicinissimi. Ma alla fine l’hanno scampata: vittoria 116-114 e faccia salvata.

Giusto quella, perché, anche stanotte, i texani hanno confermato di essere una squadra allo sbando. Buon per loro che il Signor Harden James si sia ricordato di essere quello che è. No perché nelle ultime uscite non era sembrato proprio in palla. Svogliatello e distratto a dir poco (i punti li metteva sempre a referto, ma era il “come” che destabilizzava). “Ho giocato all’attacco, prendendo i miei tiri e restando aggressivo”. A parole, tutto semplice. Tradotte sul campo: 50 punti, 9 rimbalzi e 8 assist, con 14/28 al tiro e 6/8 da tre. Anche 9 palle perse, ma quello non stupisce.

Insomma, il Barba di una volta in versione extra-lusso. Senza una prestazione simile, anche Philly avrebbe passeggiato su questi Rockets. Pensa te…

     
         

2. LA STORIA SIAMO NOI, CAPITOLO 1

Vivere la propria carriera di milestone in milestone. Se ti chiami LeBron James, ti “devi rassegnare” a questo destino.

Sin da quando è entrato nella Lega, il Prescelto ha cominciato a triturare record su record, confermando che, tra qualche anno, si parlerà di lui come una vere a propria leggenda di questo sport. Riscrive il libro dei record continuamente. Solo questa settimana, l’avrà aggiornato giusto quelle tre o quattro volte. Dei nuovi traguardi, il più significativo è sicuramente quello che l’ha visto raggiungere Oscar Robertson, “The Big O”, tra coloro che risultano tra i migliori 25 realizzatori (è da poco diventato 18°) e, al contempo, tra i migliori 25 assistmen all-time. Solo loro due sono riusciti in questa impresa. A LBJ è “bastato” un semplice scarico, e non uno dei suoi, “al laser”, per riuscirci. Il passaggio decisivo per Kevin Love è stato il 6,387° della sua carriera. Non male eh. E non è ancora finita…    

           

1. LA STORIA SIAMO NOI, CAPITOLO 2

Qui non si insegue la storia; qui si fa la storia.

I Golden State Warriors sono la prima squadra di sempre a infilare 16 vittorie nelle prime 16 partite stagionali. Superati i Rockets di inizi ’90 dei signori Drexler e Olajuwon. Il come ci sono riusciti stupisce ancor più! Dominando, ma per davvero. Addirittura 15 punti di scarto medio dato agli avversari, giocando una pallacanestro ai limiti della fantascienza. E ok Curry in versione Divinità, ma qui si parla di un gruppo che si muove, ragiona e respira come tale.

Divertimento, precisione, spettacolo, efficacia, ritmo, fantasia: i gialloblu stanno incantando qualsiasi platea, di qualsiasi età e fede sportiva. Quando arrivano loro, bisogna solo sedersi, godersi lo show e applaudire.

Io non so dove possano arrivare e quante vittorie stagionali raccoglieranno, ma “spaventa” il fatto che questo primato non sembri “sudato e sofferto”. Appare naturale e facile, proprio perché frutto condiviso di un vero team. Chapeau!