ATLANTA HAWKS
Gli Hawks sono una squadra che passa spesso sotto traccia, ma sono tra le più solide realtà della NBA. Non mancano i playoffs da 7 stagioni consecutive, e nella scorsa, con un nucleo rinnovato e un coach esordiente, prima degli infortuni che hanno costretto Al Horford a sole 29 partite, erano la quarta potenza ad est. Ecco perchè si riparte dal gruppo già rodato con le conferme di Mike Scott, Shelvin Mack e Elton Brand e un paio di innesti di qualità che sono andati ad allungare le rotazioni, sia sul perimetro che sotto canestro. Kent Bazemore e Adreian Payne avranno sicuramente una chance per dimostrare il loro valore in un sistema di gioco che esalta giocatori con le loro caratteristiche. La volontà del front office infatti è quella di perseguire il solito stile di gioco, molto Spurs-oriented, fatto di circolazione di palla, esecuzione e condivisione delle responsabilità, che hanno fatto diventare gli Hawks una squadra divertente da veder giocare e terribile da affrontare. Come gli Spurs sono diventati maestri nel raccogliere dal marciapiede gli scarti altrui per dar loro una nuova dimensione NBA: lo scorso anno vinsero la scommessa DeMarre Carroll, e quest’anno ci provano con Thabo Sefolosha.  Nonostante le vicissitudini che nelle ultime settimane hanno coinvolto Danny Ferry (che si è preso un periodo di aspettativa) e alcuni membri del front office, il clima è disteso.
Roster: Pero Antic, Kent Bazemore, Elton Brand, DeMarre Carroll, Al Horford, John Jenkins, Kyle Korver, Shelvin Mack, Paul Millsap, Mike Muscala, Adreian Payne, Dennis Schroder, Mike Scott, Thabo Sefolosha, Walter Tavares, Jeff Teague.
Voto: 6

CHARLOTTE HORNETS
Ripetersi è più difficile che sorprendere con una stagione sopra le righe. Lo scorso anno nessuno avrebbe scommesso un cent sui Bobcats, che coach Steve Clifford ha trasformato da barzelletta della lega in una squadra solida dando una forte impronta difensiva e un’identità netta a un gruppo di giocatori che si è dimostrato estremamente malleabile. L’arrivo di Lance Stephenson, e in misura minore di PJ Hairston, vanno a colmare la lacuna più grande della scorsa stagione, ovvero potenziale offensivo sul perimetro senza snaturare la fase difensiva, ma la perdita di un giocatore tatticamente essenziale come Josh McRoberts è stata pesante. Si sono mossi per tamponare la perdita dell’ex Duke con Marvin Williams, più tiratore e meno passatore e dal draft è arrivato il rookie Noah Vonleh, che però pare acerbo per dare da subito un contributo tangibile. La panchina è più lunga, ma soprattutto i giocatori chiave hanno un anno in più di esperienza, e a Charlotte pensano che tra questi possa trovarsi il vero “acquisto” estivo che serviva a fare il salto di qualità. I riflettori sono tutti puntati su Kemba Walker, in odore di rinnovo contrattuale e pronto a prendere le redini della squadra una volta per tutte.
Roster. Bismack Biyombo, Justin Cobbs, PJ Hairston, Gerald Henderson, Al Jefferson, Michael Kidd-Gilchrist, Dallas Lauderdale, Gary Neal, Jannero Pargo, Brian Qvale, Brian Roberts, Lance Stephenson, Jeff Taylor, Noah Vonleh, Kemba Walker, DJ White, Marvin Williams, Cody Zeller.
Voto: 6,5

MIAMI HEAT
Come si sostituisce il miglior giocatore del pianeta? Semplice, non si sostituisce. E nemmeno si smantella una squadra che negli ultimi 4 anni ha raggiunto per 4 volte le Finali NBA e vinto due titoli. Lo disse Pat Riley appena dopo le Finali NBA contro gli Spurs – “Retool, non rebuild” – e dopo aver perso LeBron James, Shane Battier (ritirato) e presumibilmente Ray Allen, ha dato seguito alla parole con i fatti, confermando gran parte del nucleo base, firmando sul mercato dei free agent Josh McRoberts, Luol Deng, Danny Granger, inserendo talento giovane come Shabazz Napier e James Ennis e puntellando il roster con alcuni veterani di esperienza. Le modifiche più lampanti sono avvenute nel coaching staff con il pensionamento di Ron Rothstein e Bob McAdoo in favore di Keith Smart e Chris Quinn, segno che coach Spoesltra vuole, giustamente, cambiare tatticamente una squadra che negli ultimi 4 anni è stata LeBron-dipendente portando una ventata di freschezza e nuove idee. Wade e Bosh assumono un ruolo imprescindibile, ma attorno a loro ogni Heat a roster avrà la sua chance di emergere. Considerando le capacità motivazionali di Riley e Spoelstra, i Miami Heat forse non saranno da titolo, ma venderanno cara la pelle prima di cedere lo scettro della Eastern Conference.
Roster: Chris Andersen, Khem Birch, Chris Bosh, Shannon Brown, Mario Chalmers, Norris Cole, Andre Dawkins, Luol Deng, James Ennis, Danny Granger, Justin Hamilton, Udonis Haslem, Chris Johnson, Tyler Johnson, Shawn Jones, Josh McRoberts, Shabazz Napier, Dwyane Wade, Shawne Williams, Reggie Williams.
Voto: 7

ORLANDO MAGIC
Anno 3 della ricostruzione: il roster è giovane e intrigante, i pesi morti sono stati smaltiti ed i veterani arrivati a sostituirli sono elementi in grado di contribuire senza togliere spazio e responsabilità ai giovani in rampa di lancio. La cessione di Arron Afflalo, il taglio sofferto di Jameer Nelson e gli arrivi di Ben Gordon e Luke Ridnour servono infatti a supportare la crescita di Victor Oladipo e il lancio di Elfrid Payton, il backcourt su cui lo staff tecnico ha puntato il tutto per tutto. Channing Frye dà al reparto lunghi una dimensione che finora non ha mai avuto e dietro a lui scalpita il rookie Aaron Gordon, in attesa di capire quale ruolo e impatto potrà avere nella NBA. Non hanno fretta di vincere, ma di fare un passo avanti nel loro progetto di “rebuilding” e visto il mercato estivo, proveranno a uscire allo scoperto per vincere qualche partita in più e cambiare la mentalità di un gruppo che troppo spesso si è accontentato di perdere.
Roster: Kadeem Batts, Drew Crawford, Seth Curry, Dewayne Dedmon, Evan Fournier, Channing Frye, Ben Gordon, Aaron Gordon, Willie Green, Maurice Harkless, Tobias Harris, Devyn Marble, Andrew Nicholson, Kyle O’Quinn, Victor Oladipo, Elfrid Payton, Luke Ridnour, Nikola Vucevic.
Voto: 6,5

WASHINGTON WIZARDS
Dopo la trionfale stagione che ha visto tornare ai playoffs i Wizards dopo cinque lunghi anni, c’è tanta attesa per una squadra che ha finalmente iniziato a raccogliere quanto seminato nel corso degli anni. Dando una rapida scorsa al quintetto titolare c’è da rimanere impressionati: non c’è più Trevor Ariza, ma il suo sostituto, Paul Pierce, dà una dimensione nuova a una squadra che si è affacciata per la prima volta a un palcoscenico importante. E’ stata mantenuta intatta la batteria lunghi con il rinnovo di Marcin Gortat, che sul finire di stagione ha trovato una gran sintonia con Nene e a puntellare la panchina sono arrivati Kris Humphries e DeJuan Blair. Probabilmente manca qualcosa sul perimetro – che a parte i tre titolari e l’esperienza e la classe di Andre Miller, è piena di gregari, o scommesse – e a livello salariale hanno poco margine per muoversi in corsa. Hanno tuttavia le carte in regola per confermarsi ad alti livelli e puntare al vertice della Division e della Eastern Conference, ma devono restare sani, cosa già più complicata visti i trascorsi in infermeria di buona parte del roster.
Roster: Bradley Beal, DeJuan Blair, Vander Blue, Rasual Butler, Drew Gooden, Marcin Gortat, Kris Humpries, Damion James, Andre Miller, Nene Hilario, Daniel Orton, Paul Pierce, Otto Porter, Glen Rice Jr, Kevin Seraphin, Xavier Silas, David Stockton, Garrett Temple, John Wall, Martell Webster.
Voto: 7