Andrea Bargnani stoppa Dwight Howard nella sfida persa a Houston (PATRIC SCHNEIDER/AP)

Andrea Bargnani stoppa Dwight Howard nella sfida persa a Houston (PATRIC SCHNEIDER/AP)

Andrea Bargnani

Anno nuovo, vita nuova e i New York Knicks partono nel migliore dei modi vincendo all’AT&T Center contro i San Antonio Spurs, squadra che in casa aveva perso fino ad allora solo 4 partite. Una vittoria frutto del ritorno in campo di Carmelo Anthony dopo 3 partite (tutte perse) e della grande serata di Iman Shumpert, mentre Andrea Bargnani continua le proprie difficoltà non solo al tiro, venendo scarsamente utilizzato nell’ultimo e decisivo quarto, con Mike Woodson che cavalca Amar’e Stuodemire. A evidenziare la confusione del Mago, una azione difensiva alquanto comica in cui Andrea non riesce ad accoppiarsi con nessun avversario girando senza meta per il campo, un problema legato anche ai cambi difensivi su ogni situazione di gioco a due che spesso portano a comodi layup avversari con nessuno che protegge il ferro. Il tour del Texas prosegue 24 ore dopo al Toyota Center e i Knicks dopo aver largamente controllato il match, crollano rovinosamente nell’ultimo quarto. Andrea chiude ancora una volta con percentuali dal campo insoddisfacenti e con il 3/10 a Houston aggiorna il conto a 17/40 al tiro (37%) nelle ultime 4 giocate. Il vento in casa Knicks sembra però essere cambiato e all’American Airlines Center di Dallas la squadra di Mike Woodson centra la settima vittoria in trasferta della stagione, la seconda della settimana contro un team con record superiore al 50%, in una partita condotta con autorità sin dal primo quarto, facendo anche a meno di Tyson Chandler per problemi influenzali. Andrea dopo 5 partite anonime torna finalmente a segnare con regolarità e efficacia dal campo, chiudendo con 13 punti (6/12 al tiro) e 6 rimbalzi, nonostante nel finale il suo apporto scompaia. Indicativo il fatto per cui Andrea tira con il 38% nei secondi tempi di partite punto a punto, ben differente rispetto al 53% in situazioni con margine maggiore ai 10 punti, anche se Andrea  tende a non pensare troppo a questo calo produttivo“Cerco di giocare senza forzare eccessivamente, sono un lungo non una point guard, non forzo troppe conclusioni, seguo il flusso della partita e cerco di giocare con i miei compagni”. La settimana si chiude con la vittoria al Madison Square Garden contro i Detroit Pistons portandosi a meno di due gare di distanza dall’ottavo posto, occupato proprio dalla squadra di Cheeks. Andrea schierato in quintetto come centro (vista l’assenza di Chandler) parte alla grande con un primo quarto da 9 punti e 4/6 al tiro e tanta voglia di dimostrare il suo talento. Nonostante arrivi la quarta doppia doppia stagionale (13 e 11), come nelle ultime settimane il suo contributo tende a scemare nel corso della ripresa chiusa con soli 2 punti e 1/4 al tiro, con il quarto quarto in cui entra solo negli ultimi 40″ con i Pistons tornati clamorosamente in partita. 

 

Marco Belinelli dopo aver segnato contro i Knicks (AP Photo/Eric Gay)

Marco Belinelli dopo aver segnato contro i Knicks (AP Photo/Eric Gay)

Marco Belinelli

I San Antonio Spurs non iniziano il 2014 nel migliore dei modi, infatti incappano in una brutta prestazione interna contro i non irresistibili New York Knicks, in cui però Marco Belinelli sfodera la migliore partita in maglia nero argento, aggiornando il suo libro dei record con 32 punti e un pazzesco 75% al tiro. Marco parte ancora una volta in quintetto nonostante le enormi difficoltà degli ultimi 10 giorni e dimostra di essere subito in palla, segnando i primi 10 punti degli Spurs. Offensivamente è incontenibile, trova difficili canestri dall’arco (alla fine sarà 6/9 da 3) e tiene vivi gli Spurs fino all’ultimo minuto, in una serata in cui gli altri titolari di San Antonio non riescono a graffiare. Purtroppo però negli ultimi possessi Shumpert recupera un grande rimbalzo offensivo proprio contro il Beli, segnando il canestro vittoria. Se Tim Duncan esprime complimenti all’italiano (“Marco ha giocato alla grande e ci ha dato l’occasione e l’attacco per tenerci in partita”), lo stesso Belinelli non è però per nulla soddisfatto della sua serata: ”Non mi importa del mio career high, quando si perdono partite del genere le statistiche personali non contano. Ho commesso errori, soprattutto in difesa dove non ho tagliato fuori Shumpert e abbiamo perso”. L’occasione per tornare a vincere capita contro i Los Angeles Clippers privi di Chris Paul e Marco torna con i piedi sulla terra con una prestazione normale al tiro (soli 5 punti, 2/5 dal campo, tutti nel 2°quarto), ma concreta nel coinvolgere i compagni (7 assist e 1 sola persa in 25′), soprattutto un caldissimo Tiago Splitter. La settimana si chiude con la trasferta al FedEx Forum di Memphis, in cui gli Spurs proseguono il cammino giocando una partita dai due volti e salvandosi solo all’overtime con il layup di Manu Ginobili. Marco è ormai punto fisso del quintetto e con un grande primo tempo fatto di tanta sostanza, ottimi movimenti con e senza la palla, chiude con 14 punti (6/10 dal campo), 3 rimbalzi e 2 assist, aiutando gli Spurs alla prima fuga. Quando a meno di 2′ dal termine Belinelli segna la tripla del +8, la partita sembra in ghiaccio ma è proprio Marco con una serie infinita di errori (una persa, un fallo banale speso su Conley, un airball da 3 con ancora 8” sul cronometro dei 24 e un’altra persa costata la tripla del pareggio) a riaprire il match. Nonostante questi errori, Marco sta dimostrando di godere di molta fiducia da parte del proprio allenatore, ed è proprio Gregg Popovich a sottolineare che la continua presenza di Marco nello starting five è parte del suo piano per fargli trovare chimica e ritmi con l’attacco titolare (leggi Duncan e Parker) soprattutto in funzione della post season.

 

Gigi Datome continua a non trovare regolarmente spazio (rantsports.com)

Gigi Datome continua a non trovare regolarmente spazio (rantsports.com)

Luigi Datome

Il 2013 per i Detroit Pistons non si era chiuso nel migliore dei modi con 3 sconfitte consecutive di cui due contro i Washington Wizards, diretti rivali per la corsa ai playoff. Purtroppo l’anno nuovo si apre nel medesimo modo, rispettando il copione delle ultime settimane con una netta sconfitta al Palace of Auburn Hills, la quinta consecutiva davanti al pubblico amico, contro i Memphis Grizzlies. Per Gigi Datome solo una breve apparizione di 5′ nel corso dell’ultimo quarto al posto di Josh Smith, con Memphis sul +24, in una partita in cui le rotazioni dei Pistons sono state limitate, con il solo Jonas Jerebko che trova spazio assieme a Kyle Singler per far rifiatare la frontline titolare. Gigi tenta una sola conclusione dal campo su un difficile tiro in fadeaway, lotta e cerca di mettersi in mostra, non trovando però la giusta efficacia. Al Madison Square Garden contro i Knicks arriva la quinta sconfitta consecutiva per i Pistons e per Gigi si riaprono le porte della panchina per tutta la partita, con coach Maurice Cheeks che accorcia le rotazioni non schierando nemmeno Jonas Jerebko, ma dando sorprendentemente spazio a Charlie Villanueva che non metteva piede in campo da 4 partite e dando nemmeno 1′ a Josh Harrellson, precipitato come minutaggio nelle ultime 3, dopo aver trovato ampio spazio nel mese di dicembre. Una gestione del supporting cast del tutto incomprensibile, ma Gigi a fine partita ai microfoni della Gazzetta cerca di restare positivo: “Mi spiace non aver giocato, ma ho imparato che tutto può succedere, domani siamo di nuovo in campo e devo farmi trovare pronto per dimostrare di meritare di giocare”.


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