Danilo Gallinari

Danilo Gallinari (Photo by Stephen Dunn-Getty Images)

Danilo Gallinari festeggiato dopo la tripla decisiva contro i Lakers (Photo by Stephen Dunn/Getty Images)

Ben quattro le partite giocate dai Nuggets nella settimana, tutte contro dirette concorrenti per la corsa ai playoffs della Western Conference, e bottino positivo di 3 vittorie ed un unico scivolone interno. La prima vittoria arriva con il botto il 1° gennaio, interrompendo la striscia di 17 vittorie consecutive dei Clippers con Danilo miglior marcatore dei Nuggets: 17 punti per l’italiano, autore nel corso del 3° quarto di una splendida penetrazione con appoggio mancino con annesso fallo e libero aggiuntivo e di una tripla che danno il via al parziale decisivo di Denver. Vittoria anche frutto di un’ottima difesa che ha limitato il gioco interno dei Clippers ed ha tenuto sotto controllo la panchina della squadra di Del Negro. A questa splendida prestazione fa seguito il momento più basso della settimana, la sconfitta al Pepsi Center contro i Wolves privi di Rubio e con Love in campo solo per due quarti e mezzo. Gallinari soffre sin dal 1° quarto la marcatura di Kirilenko chiudendo un 1° tempo anonimo con più falli commessi che tiri a bersaglio. Nel corso del 3° quarto con una schiacciata ed una tripla nel giro di 30 secondi, guida Denver al massimo vantaggio sul +10, ma negli ultimi 15 minuti sparisce completamente il suo apporto dal campo, con Minnesota che ribalta la partita grazie a Barea e Ridnour interrompendo le 8 vittorie casalinghe consecutive dei Nuggets. Due giorni dopo di nuovo in campo al Pepsi Center contro i Jazz, Danilo sembra ripetere lo stesso spartito con 0/2 al tiro nei primi 12 minuti. Ben differente l’approccio del Gallo nei due quarti centrali in cui con 25 punti, 7/9 dal campo, 10/10 ai liberi e 3 assist spedisce i Jazz a -11 chiudendo ufficialmente la contesa. Nemmeno il tempo di godersi la bella prestazione che i Nuggets sono già in volo per il back to back allo Staples Center contro i Lakers. Il copione è simile alle ultime uscite con Danilo freddo al tiro nei minuti iniziali (0/5 dal campo nei primi 3 minuti), ma la sua aggressività in penetrazione consente il primo tentativo di allungo a Denver. Ad inizio ripresa il Gallo riesce a trovare buone conclusioni piedi per terra su assist di Lawson, ma nell’ultima frazione la marcatura di Metta World Peace lo mette spesso alle corde costringendolo ad alcune forzature. Bryant riavvicina i Lakers fino al -3 a 36 secondi dal termine, prima della tripla dall’angolo di Gallinari che manda i titoli di coda. “Ero pronto per tirare, sono stato fortunato che il pallone stoppato da Dwight mi è arrivato direttamente nelle mani. Metta World Peace mi era vicino, pronto a stopparmi, così ho dovuto rilasciare rapidamente il tiro. Sono contento, è una vittoria importante” le parole del Gallo a fine partita. Belle anche le parole spese da Mike D’Antoni riguardo a Danilo: “Penso possa diventare un grande giocatore, ha tutte le caratteristiche per farlo. Sta maturando costantemente per diventare un giocatore a tutto tondo anche grazie alla sua forte mentalità”. — Matteo Plazzi

Marco Belinelli

Marco Belinelli (AP Photo/John Raoux)

Marco Belinelli (AP Photo/John Raoux)

Marco Belinelli, dopo un ottimo periodo di forma con alcune esplosioni realizzative da copertina, sta pagando il ritorno dall’infortunio di Rip Hamilton che ha spinto Thibodeau a farlo ripartire dalla panchina. Dalla gara con Washington in poi, l’ex giocatore dei Pistons sta progressivamente riprendendo minuti nella rotazione dei Bulls ai danni di Marco, che pur da primo cambio degli esterni conferma di non essere troppo a proprio agio quando gli viene chiesto di produrre tanto in pochi minuti. Il ragazzo di San Giovanni in Persiceto è più adatto a partire in quintetto, lo ha dimostrato ai tempi di New Orleans e, durante la promozione tra i primi 5 del mese scorso, non ha fatto altro che aggiungere un nuovo valido indizio a sostegno di questa teoria. E le cifre arrivano in aiuto in modo abbastanza eloquente: nelle 18 gare in cui è partito in panchina, Belinelli ha segnato 5.8 punti in 16.7 minuti, che nelle 12 uscite da titolare sono lievitati fino a 15.3 di media in 36.2 minuti (con 3.1 rimbalzi e 1.8 assist). Ma, in parallelo, sono cresciute anche le statistiche di qualità, cioè le percentuali, passate dal 36.5 al 43.2% dal campo e dal 39 al 40.8% da tre. C’è da augurarsi che le ultime uscite, con l’inopinata sconfitta interna con Charlotte (8 punti con 3/12 al tiro), seguita però da due buone vittorie sul campo di Orlando (2 punti con 1/3) e soprattutto di Miami (7 con 3/8) non segnino il ritorno ad un’anonima mediocrità di Marco. Anche se Thibodeau parla di Hamilton titolare come di una soluzione non necessariamente definitiva, il mercato potrebbe venirgli in aiuto: da più parti si continua infatti a parlare della partenza di Rip verso altre destinazioni. E pure Nate Robinson, chiamato negli ultimi tempi anche a compensare un problema al ginocchio di Hinrich, è a rischio perché il suo contratto solo dal 10 gennaio diventerà garantito per tutta la stagione e dunque potrebbe essere tagliato senza altre spese. Per il momento però è arrivato un tiratore come Daequan Cook, appena rilasciato da Houston, per allungare un roster che aveva due posti liberi. — Davide Sardi

Andrea Bargnani

Andrea Bargnani (AP Photo/David Zalubowski)

Andrea Bargnani (AP Photo/David Zalubowski)

I Raptors hanno iniziato il nuovo anno con una convincente vittoria su Portland, seguita però da due sconfitte contro Sacramento e Oklahoma City. Nonostante questo il rendimento senza Andrea Bargnani, sempre ai box per l’infortunio al gomito, continua ad essere decisamente più che dignitoso. Ed il record di 8 vittorie e 4 sconfitte nelle 12 partite saltate dal “Mago” lo conferma. L’ambiente sembra sempre più distante da lui, i risultati della squadra in questa fase di certo non agevolano la sua reputazione, che diventa sempre più quella di elemento fragile, non in grado di reggere la pressione né abbastanza forte e completo tecnicamente da poter essere il punto di riferimento della squadra. L’investimento su di lui da parte della franchigia non sta rendendo per quanto auspicato, ma certamente i Raptors della gestione Colangelo non sono stati impeccabili a livello di programmazione complessiva. Negli ultimi giorni, Sam Mitchell, primo allenatore di Andrea nella NBA, ha fatto notizia con dichiarazioni molto critiche nei confronti del romano e dell’eccessiva tutela che gli è stata garantita dalla franchigia. Mitchell sostiene di non aver avuto la possibilità di essere duro come avrebbe voluto, perché la dirigenza era convinta che il “Mago” avrebbe potuto non reggere l’impatto con la NBA. Non è stata un’uscita di gran classe del “Coach of the Year 2007”, che si è preso tutti (?!) i meriti di aver fatto diventare Calderon un giocatore vero, ma è un episodio che di certo non semplifica il cammino di Bargnani, ora realisticamente atteso in campo dai Raptors per l’inizio di febbraio, in modo da avere il tempo per provare a scambiarlo (anche se tre anni e 32 milioni residui di contratto non sono un ostacolo da poco…) prima della chiusura del mercato prevista per il 21 febbraio. — Davide Sardi