Danilo Gallinari

Danilo Gallinari (Reuters/Danny Moloshok)

Danilo Gallinari (Reuters/Danny Moloshok)

Sette giorni relativamente tranquilli per i Denver Nuggets con sole due partite disputate ed altrettante agevoli vittorie. Prima sfida al Toyota Center contro i Rockets reduci da una sola vittoria nelle ultime otto. Danilo è piuttosto farraginoso nei primi minuti in campo, cerca di far girare il pallone e di muoversi verso il ferro, ma raccoglie prima una stoppata in penetrazione da Asik e poi ben quattro errori al tiro, incluse due triple piedi per terra e non contestate dall’angolo sinistro (angolo da cui sta tirando sopra il 50% in questa regular season), concludendo un anonimo primo tempo con 5 punti segnati, 2 rimbalzi e 2 assist. Cambia la musica nella ripresa e guidata dai canestri di Gallinari e Chandler e da un onnipresente Lawson, Denver trova l’allungo decisivo con un parziale di 32-11 a cavallo tra il terzo e l’ultimo quarto. Positivo il contributo di Danilo, più aggressivo al ferro e più preciso al tiro nel secondo tempo chiuso con 13 punti, 2/2 da 3, con quattro viaggi in lunetta, 4 rimbalzi catturati e ben 2 stoppate prima su Harden e poi su Parsons, indice di un’alta aggressività anche nella metà campo difensiva. Con questo successo, la seconda stagionale a Houston, George Karl festeggia le 1100 vittorie come head coach nella NBA, traguardo che gli permette di sorpassare Larry Brown al sesto posto tra gli allenatori più vincenti di sempre. Nella seconda e ultima sfida settimanale, si presentano al Pepsi Center i Sacramento Kings, per una partita che finisce di fatto con il parziale di 30-12 dei Nuggets scaturito dopo la tripla di Evans al quarto minuto di gioco. Danilo gioca un match relativamente tranquillo e dopo un perfetto primo quarto al tiro (2/2 complessivo), nella seconda frazione stecca alcune conclusioni, inclusa la tripla dall’angolo destro, non il suo prediletto. Tuttavia le difficoltà al tiro lo portano a cercare di più i compagni, prima con uno splendido alley-oop per Iguodala, alzato pochi passi dopo la metà campo, poi con un assist no-look per Faried dopo aver catturato rimbalzo difensivo e aver condotto la transizione come un playmaker. Nel terzo quarto il Gallo sporca ulteriormente le percentuali, fallendo anche in malo modo una schiacciata dopo aver preso la linea di fondo in penetrazione e con la partita ormai in ghiaccio con i Kings ormai sul -30, Karl lo richiama in panchina assieme a tutti gli altri starter per 16 minuti di puro garbage time. Nonostante alcune difficoltà, Danilo chiude la settimana con 16 punti segnati di media e il 55% da 3, dando un forte contributo alla striscia aperta di tre vittorie consecutive che hanno portato i Nuggets a braccare i Warriors al quinto posto della Western Conference, con il sorpasso a portata di mano nelle prossime cinque partite da disputare davanti al pubblico amico. — Matteo Plazzi

 

Marco Belinelli

Marco Belinelli (Photo by Jonathan Daniel/Getty Images)

Marco Belinelli (Photo by Jonathan Daniel/Getty Images)

Settimana dai due volti per Marco Belinelli che, dopo aver steso i Lakers con 15 punti in 23’ frutto anche di un ottimo 3/3 dall’arco, ha deciso la sfida contro Detroit ma poi è incappato in un paio di prove opache al tiro, un 2/10 per 9 punti complessivi nella vittoria contro Golden State e nella sanguinosa sconfitta con Washington. La prova contro i gialloviola di D’Antoni è stata un altro segnale dell’importanza di Belinelli nelle rotazioni di Thibodeau. Confermato nel ruolo di primo cambio tra le guardie (con un minutaggio sempre molto simile a quello di Hamilton) con la promozione del positivo Jimmy Butler in quintetto da ala piccola per l’infortunio di Deng, il ragazzo di San Giovanni in Persiceto ha insaccato nel canestro dei Lakers 8 punti (due tiri liberi per fallo di Howard e due triple) nel parziale di 18-4 che ha rotto la parità a quota 75 e indirizzato la gara verso i Bulls. La squadra di Thibodeau ha acquisito una propria solidità e maggiori certezze rispetto ad inizio stagione, viaggia con un bilancio di 10-4 a gennaio, ma ha rischiato di proseguire nel proprio andamento discontinuo in casa (il record attuale è 14-11), vedendo la sfida contro i Pistons scivolare via fino ad un -17. Ma la determinazione è una prerogativa per gli uomini di coach Thibodeau, che hanno saputo riprenderla in mano con la scintilla accesa da Nate Robinson e vincerla col canestro finale di Belinelli. La tripla di Marco, trovato il ferro, stava uscendo dal campo oltre la linea di fondo, Noah si è sacrificato andandola a recuperare in tuffo e rimettendola in area dove il “Beli” ha saputo cogliere l’occasione per segnare e subire il fallo. La giocata della partita, molto apprezzata anche dall’esigente allenatore, che ha ringraziato il quintetto che ha finito il match per l’approccio e la voglia messa a disposizione per riprendere un risultato che stava sfuggendo. La prova contro Detroit ha fatto guadagnare qualche minuto in più a Robinson nelle due successive uscite. Quella contro i Warriors è stata ben giocata e dominata sin dall’inizio dai Bulls (31-13 nel 1° quarto), che hanno così potuto dare spazio anche agli ultimi uomini della panchina, mentre Belinelli si è limitato al compitino, ha segnato solo 3 punti e tirato male (1/5). Invece la trasferta a Washington, nella seconda sera del back-to-back, ha avuto esito ben diverso per una squadra che ha segnato appena 73 punti, tirando col 41% dal campo (1/5 per l’azzurro, che ha finito con 6 punti e 5 rimbalzi) e confermando come il talento tecnico del roster non sia stratosferico e, se l’aggressività scende troppo, si può rischiare anche contro una delle peggiori squadre della lega. — Davide Sardi

 

Andrea Bargnani

Andrea Bargnani

Andrea Bargnani

Toronto, nel giro di una settimana o poco più, si appresta a recuperare non solo Andrea Bargnani ma anche Jonas Valanciunas per ritrovare quella che in partenza era la front-line titolare. Il reparto lunghi si annuncia così destinato ad essere presto di nuovo particolarmente affollato. Coach Dwane Casey ha annunciato che entrambi hanno ancora in programma alcuni controlli, ma dopo l’allenamento di martedì sarà possibile avere maggiori certezze: “Se dovessi scommettere, direi che Andrea tornerà prima di Jonas – ha detto – perché per il lituano penso siano necessarie ancora maggiori precauzioni, per non rischiare di colpire di nuovo la mano infortunata”. Bargnani nell’allenamento di ieri ha tirato con continuità da lontano senza mostrare fastidi né al gomito né al polso e dunque per rivederlo in campo è proprio questione di pochi giorni. Rimane comunque il dubbio su quale sarà il suo ruolo (e quello di Valanciunas): non è un mistero infatti che in questo periodo Ed Davis e Amir Johnson abbiano formato una buona coppia e dato un contributo nel complesso positivo da titolari, ma Casey garantisce che “nessuno soffrirà per il loro rientro, tutti ne trarranno beneficio”. Anche se una possibile cessione di Bargnani può essere sempre dietro l’angolo… — Davide Sardi