Danilo Gallinari

Danilo Gallinari (Reuters/Danny Moloshok)

Danilo Gallinari (Reuters/Danny Moloshok)

Percorso netto per i Denver Nuggets che nelle quattro partite disputate in settimana ottengono altrettanti nitidi successi che consentono di tenere a stretto contatto il terzo e quarto seed della Western Conference. La prima vittoria arriva nella Mile High City contro gli Atlanta Hawks che resistono bene nei primi 12′ salvo poi essere travolti da un tremendo 19-4 ad inizio seconda frazione. Danilo Gallinari si limita ad un contributo marginale di 7 punti (3/6 al tiro) e 5 rimbalzi, non cercando alcuna conclusione dal campo negli ultimi 11 minuti giocati e mettendosi a completa disposizione dei compagni. Molto più concreta la prestazione del talento di Graffignana nel back to back alla Sleep Train Arena di Sacramento dove, dopo un primo tempo equilibrato, i Nuggets impugnano le redini del match ad inizio ripresa con un parziale di 11-2 e resistono ai tentativi di rientro dei Kings firmati Thornton e Thomas. Importanti i 23 punti con 7/11 dal campo del Gallo, finalmente in doppia cifra dopo quattro partite, a cui aggiunge 4 rimbalzi e 4 assist. “Il merito della mia serata al tiro va ai miei compagni, mi hanno trovato sempre per triple smarcate e io dovevo solo tirare” le parole di Danilo commentando il 5/6 da 3. La sfida clou della settimana arriva due giorni dopo al Pepsi Center contro i Clippers, diretti avversari nella corsa al vantaggio del fattore campo ai playoffs. Gallinari (20 punti, 8/15 dal campo e 6 assist) parte bene con un buon primo quarto frutto di una schiacciata in transizione, una tripla dal lato sinistro ed un difficile terzo tempo contro la difesa schierata. Nel secondo quarto però tutti i Nuggets sporcano le percentuali e i Clippers tornano a contatto. Ma non dura e Denver piazza l’allungo ad inizio ripresa con un micidiale 20-4. Straordinario il 3° quarto di Danilo da 10 punti, 4/5 al tiro, 2 rimbalzi e 3 assist e nel parziale che affossa i Clippers decisiva la sua tripla dall’angolo destro, la schiacciata sull’alley oop alzato da Lawson e la bimane in contropiede dopo aver recuperato palla raddoppiando in post Griffin. Per i Nuggets vittoria fondamentale che significa vantaggio nella serie stagionale contro i Clippers (2-1), dettaglio importante in caso di arrivo a pari vittorie a fine regular season. Nell’ultima partita della settimana sempre al Pepsi Center di fronte i Timberwolves, una delle tre squadre ad aver battuto i Nuggets a domicilio (assieme a Heat e Wizards), ma ancora con tanti infortunati. Gallinari nel primo tempo non brilla al tiro con 5 punti (1/3 dal campo), ma si concentra sulla circolazione della palla, a portare blocchi ai compagni e a difendere sia sui lunghi che sugli esterni nelle varianti di quintetto di Karl. La partita svolta ancora una volta nella ripresa grazie ad un 14-2 scaturito proprio dalla tripla dall’angolo sinistro del Gallo, un parziale in cui Danilo contribuisce con 6 punti, 1 rubata e 2 assist tutti per Lawson. Nell’ultima frazione Minnesota rientra fino al -9 e Danilo nei 3 minuti in campo non cerca alcuna conclusione dal campo ma si limita a catturare rimbalzi e a cercare i compagni. Proprio sul suo lancio a due mani per Brewer lanciato in contropiede per la schiacciata e sul seguente assist per la tripla di Lawson, i Nuggets sigillano il risultato per il 111-88 finale che vale l’ottava vittoria consecutiva. “C’è una grande energia nel nostro palazzo, è uno dei più caldi della NBA e ci piace giocare qui, siamo legati al nostro pubblico, c’è una energia speciale che tutti possono percepire, inclusi gli avversari” il commento di Karl dopo il tredicesimo successo consecutivo al Pepsi Center che porta il record casalingo a 28-3, il migliore della lega al pari degli Heat. Significative le statistiche per cui i Nuggets tra le mura amiche segnano 108.8 punti a partita concedendone solo 98.4 con il 44.5% dal campo, numeri che cambiano nettamente in trasferta con Denver che subisce di media 104.3 punti segnandone solo 103.1, come sottolineato anche del Gallo: “Concediamo troppi punti, soprattutto in trasferta. Dobbiamo essere concentrati e continui per tutti i 48 minuti, abbiamo buone strisce durante la partita, ma non siamo ancora costanti per 48 minuti”. — Matteo Plazzi

 

Marco Belinelli

Marco Belinelli (AP Photo/John Raoux)

Marco Belinelli (AP Photo/John Raoux)

La settimana si preannunciava dura per i Chicago Bulls, e infatti, dopo quella di domenica scorsa ad Indianapolis, sono arrivate altre 2 sconfitte nelle successive 3 partite. E’ anche vero che probabilmente non si potesse fare molto di più, visto che il calendario prevedeva le trasferte sui difficili campi di San Antonio e Los Angeles (sponda Lakers). C’è mancato pochissimo che i Bulls chiudessero a secco di vittorie ed il merito dell’unica affermazione è in gran parte proprio di Marco Belinelli.
Con Rip Hamilton out a causa dei soliti problemi fisici, Marco è stato promosso in quintetto per la seconda volta in stagione, e come già fatto in precedenza, sta sfruttando a pieno la possibilità. Sbaglia solamente la partita con i Lakers, chiusa con percentuali pessime al tiro (5/15 per 11 punti) e con molto poco impatto anche in difesa. A dirla tutta, è la squadra intera che ad LA non mostra una difesa degna degli elevati standard imposti da coach Thibodeau, permettendo troppi layup e canestri facili. Forse la stanchezza, o forse semplicemente si cominciano a palesare i limiti di una squadra che sta giocando oltre ogni aspettativa iniziale.
Ma nelle precedenti uscite, invece, Marco è uno dei migliori dei suoi e soprattutto quello più responsabilizzato in attacco. Tira 15/30 dal campo e addirittura 6/10 da 3, scollinando sempre sopra la quota dei 20 punti. A questi aggiunge anche un numero considerevole di assist, toccando anche il season high con le 7 assistenze contro gli Spurs. Ma la ciliegina sulla torta arriva nella vittoria contro i Jazz, in cui Beli segna la tripla decisiva dall’angolo che regala la vittoria alla sua squadra. E’ il terzo game-winner dell’ex Fortitudo, che si sta conquistando alla grande una permanenza nella miglior lega al mondo, quando in pochissimi ci avrebbero scommesso.
Chicago al momento, in attesa di rivedere Rose, è quinta ad est e andrebbe ad accoppiarsi ai playoffs con i Brooklyn Nets, squadra contro la quale Marco ha fatto spesso bene in stagione. — Carmine D’Amico

 

Andrea Bargnani

Andrea Bargnani (REUTERS/Mark Blinch)

Andrea Bargnani (REUTERS/Mark Blinch)

E’ una stagione davvero maledetta per Andrea Bargnani, che ha attraversato varie peripezie e in settimana ha nuovamente riaggravato l’infortunio al gomito destro che l’aveva già costretto a saltare 26 partite. E’ accaduto nel primo quarto della sfida con i Lakers, durante una copertura difensiva su un pick-and-roll avversario, il braccio è rimasto incastrato ed ha subito un movimento innaturale. Nelle prossime ore sono attesi gli esiti dei test medici, per capire se Andrea sarà nuovamente costretto ad una lunga sosta che, in questo caso, vorrebbe dire stagione finita. La sfida allo Staples Center, persa dopo un overtime nonostante un grandissimo inizio, decisa sulla lunga durata dai fenomenali colpi di Kobe Bryant, era solo la quarta dopo il ritorno in quintetto base per Bargnani (2 punti in 9′), che aveva faticato a ritrovare spazio, complice un rendimento certamente non entusiasmante e una situazione ambientale non troppo favorevole. Ma, prima a Milwaukee, e poi soprattutto sul campo dei Warriors aveva mostrato segnali di ripresa incoraggianti, con una maggiore applicazione generale e una prova più convinta in attacco, premiata dai 26 punti e 7 rimbalzi con 5/7 da tre in una serata da 8/18 complessivo, ma non dalla vittoria. I media non hanno perso l’occasione per notare come i Raptors siano 0-9 in stagione nelle gare in cui Bargnani segna almeno 20 punti, individuando una delle cause principali nelle sue carenze difensive, che peraltro lo accomunano a diversi compagni di squadra. Toronto ha completato la settimana con bilancio in parità, avendo vinto nettamente a Phoenix (9 e 5 rimbalzi in 24′ per l’azzurro), e poi di misura in casa contro Cleveland, con gli importanti miglioramenti di Ross e Valanciunas in una squadra temporaneamente priva anche di Rudy Gay e ormai, visto che la situazione di classifica – ma ancora non la matematica – vede i playoffs fuori portata, rivolta soprattutto alla prossima stagione. — Davide Sardi