Andrea Bargnani cerca di contenere Dwight Howard (AP Photo/Frank Franklin II)

Andrea Bargnani cerca di contenere Dwight Howard (AP Photo/Frank Franklin II)

Andrea Bargnani

Settimana incolore per i New York Knicks che dopo il disastro casalingo contro i San Antonio Spurs riescono a rialzare momentaneamente la testa alla Philips Arena contro gli Atlanta Hawks salvo poi sprofondare in altre due sconfitte al Madison Square Garden, aggiornando il conto a 5L di fila in casa, mai così tante dal febbraio 2010 quando Mike D’Antoni sedeva sulla panchina. Mike Woodson sembra giunto al capolinea, la squadra che l’anno passato dominava la Atlantic division ora non risponde ai comandi del proprio allenatore e si rincorrono anche le prime voci su possibili trade che coinvolgono Iman Shumpert. In tutto questo l’esperimento forzato di Andrea Bargnani da centro titolare sta dando buoni riscontri. Andrea infatti contro Atlanta mostra passi avanti incoraggianti chiudendo un grande 4°quarto da 10 punti (2/2 dall’arco) ricacciando indietro la rimonta Hawks e aggiungendo nei 31′ in campo anche 11 rimbalzi per una doppia doppia che mancava dal gennaio 2012. Ancora più rilevante l’impatto avuto contro gli Houston Rockets quando si trova di fronte uno dei migliori centri della lega, Dwight Howard, e con una solida gara lo limita a soli 7 punti (1/5 dal campo), riuscendo a contenerlo degnamente nelle situazioni di 1vs1, mettendo a referto anche una grande stoppata e subendo due sfondamenti offensivi. A questo lavoro extra nella propria metà campo Andrea aggiunge anche 24 punti con 9/12 al tiro, non sufficienti per la vittoria, ma che fanno ben sperare dopo un inizio difficilissimo, come sottolineato a fine partita anche da Mike Woodson (“Abbiamo visto alcuni lampi del suo talento. Ha dato anche 5 stoppate qualche partita fa. Si sta riprendendo dal periodo negativo iniziale. Ha lottato contro Howard come nessuno ha mai fatto da quando Howard è nella lega, si è sbattuto come pochi”) e da Carmelo Anthony (Penso abbia fatto un incredibile lavoro. Difensivamente, standogli di fronte, costringendolo a due sfondamenti, rendendogli la partita dura e tenendolo lontano dal ferro”). Andrea fino ad ora era stato additato dai più come unico punto debole della squadra di Woodson, per via di un atteggiamento molle, vedi anche i secondi tempi delle sconfitte seguenti contro Atlanta e Detroit dove sparisce sia a livello produttivo (11 punti nei primi 16′ di gioco contro Detroit, 2 soli in tutta la ripresa) che a livello di brani di difesa di squadra dove sembra spesso un “pesce fuor d’acqua”, ma dalle difficoltà iniziali ha saputo rialzarsi. Infatti nelle 6 partite da centro titolare sta segnando 19 punti di media con percentuali dal campo notevoli (53% al tiro e 43% dall’arco), 6.5 rimbalzi e 1.7 stoppate.

Marco Belinelli con la casacca speciale degli Spurs indossata in onore delle forze armate (Photos by D. Clarke Evans/NBAE via Getty Images)

Marco Belinelli con la casacca speciale degli Spurs indossata in onore delle forze armate (Photos by D. Clarke Evans/NBAE via Getty Images)

Marco Belinelli

La corsa dei San Antonio Spurs procede a gonfie vele: striscia aperta di 7 vittorie consecutive, il miglior record della lega condiviso con gli Indiana Pacers e una squadra ben presente ai piani alti delle varie classifiche di efficienza offensiva e difensiva (2°difesa della lega). Il tutto ottenuto con Tim Duncan Manu Ginobili offensivamente non al proprio meglio, ma sfruttando la solita solidità e maturità di un gruppo dalla chimica perfetta. In questo contesto Marco Belinelli non sta affrontando il preventivabile noviziato all’interno di un sistema nuovo con corposi playbook difensivi e offensivi, ma sembra uno dei tanti veterani che ha vestito la maglia nero-argento in questi anni. Le cifre che sta raccogliendo in queste prime 3 settimane di regular season testimoniano i massimi in carriera a partire dalla percentuale dall’arco (47.6%) fino alle statistiche più avanzate di efficienza, come il PER (player efficiency rating) e i vari rating offensivo e soprattutto difensivo (mai così basso nei 6 anni precedenti nella lega). Il tutto con un utilizzo medio più basso degli ultimi 4 anni e con una media punti in netto calo (7.1 punti a partita, così pochi solo prima del 2009). Marco sembra essere perfettamente integrato in questa filosofia che predilige l’extra pass in un contesto dalle spaziature precise, muovendo sapientemente le difese avversarie con tagli e blocchi, e lo dimostra anche nella vittoria casalinga contro i Washington Wizards dove segna 10 punti (4/6 al tiro), ma ben più di rilevanza cattura 5 rimbalzi e serve 8 assist a fronte di zero palle perse in 23′. Una partita in cui non forza mai, mostrando intelligenza e istinti da grande passatore, trovandosi alla perfezione sia con Manu Ginobili che con Boris Diaw e Patty Mills. Il suo ruolo non è più lo stesso rispetto al recente passato e il Beli è sceso perfettamente nel personaggio, non abbattendosi se scarsamente utilizzato come contro gli Utah Jazz (soli 13′), ma rimanendo sempre nel tracciato non forzando e cercando di costruire il tiro migliore possibile per sé o per un compagno. 

 

 

Gigi Datome contro Harrison Barnes nella sfida persa contro i Warriors

Gigi Datome contro Harrison Barnes nella sfida persa contro i Warriors

Luigi Datome

Detroit Pistons stanno vivendo un momento complicato in questo inizio regular season e anche con il ritorno in quintetto di Brandon Jennings faticano a trovare la quadratura del cerchio. Coach Maurice Cheeks al momento continua a fare affidamento sugli stessi uomini, schierando le due torri Greg Monroe e Andre Drummond affiancate da Josh Smith da small forward e puntando su una rotazione piuttosto corta, 8-9 uomini al massimo. Un aspetto per certi versi incomprensibile viste le enormi difficoltà in termini di spaziature e letture di buona parte degli starter. E questa situazione sta portando Gigi Datome a trovare poco spazio sul rettangolo di gioco. La buona prestazione alla Oracle Arena con 10 punti nel giro di pochi minuti tra 3° e 4° quarto non ha avuto seguito, infatti Gigi ha trovato solo spiccioli di minuti in campo sia nella vittoria a Sacramento che nella sconfitta a Los Angeles contro i Lakers. Tuttavia il nativo di Olbia ha dimostrato che se gli viene concesso spazio, può ritagliarsi un ruolo importante sulle due metà campo e mai come ora i Pistons hanno bisogno di forze fresche disposte a sacrificarsi. Infatti Detroit al momento concede ben 102 punti a partita con il 48.3% dal campo agli avversari (peggiori nella intera lega) e le cose non vanno meglio nell’altra metà campo dove producono tantissimo in area, ma sono carenti dal perimetro (28.9%) e dalla lunetta (69.4%), statistiche in cui sono ampiamente la peggior squadra NBA. Certo è presto per porre giudizi definitivi e Gigi non deve preoccuparsi dello scarso utilizzo,  Cheeks mostra comunque di apprezzare il suo lavoro, come ha rivelato Datome stesso in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport: “Sono in una squadra che si sta assemblando con tanti giocatori nuovi, sgomito per avere una posizione, aspetto il mio momento, senza fretta dato che ho saltato la preseason. Cerco solo di essere più convincente possibile quando ho minuti a disposizione. Coach Cheeks mi sta chiedendo di tirare quando sono libero e arriva la palla, di essere solido in difesa e di dare una mano a rimbalzo in quei minuti che sto in campo. Sono cose che mi chiedevano anche in Europa, quindi non c’è questa grande differenza”




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