Andrea Bargnani (Daniel Shirey-USA TODAY Sports)

Andrea Bargnani (Daniel Shirey-USA TODAY Sports)

Andrea Bargnani

I New York Knicks non riescono più a vincere. Questo quanto emerso anche dalla quarta settimana di regular season e dalle tre sconfitte che vanno così a incrementare il record a 6L di fila. Mike Woodson ha continuato a mescolare le carte in gioco abbandonando il quintetto basso e schierando una frontline composta da Carmelo Anthony, Kenyon Martin e Andrea Bargnani affiancati da Iman Shumpert e Beno Udrih come pg titolare al posto dell’infortunato Raymond Felton. Sfortunatamente, la situazione non è migliorata, anche se contro gli Indiana Pacers i Knicks hanno giocato probabilmente la loro miglior partita della stagione, soprattutto nella propria metà campo, controllando il gioco per buona parte del match e gettando alle ortiche, con giocate discutibili a fine regolamentari, la possibilità di tornare a vincere davanti al proprio pubblico (l’unica vittoria al MSG risale al 30 ottobre). Andrea incappa in una brutta serata al tiro, fallendo molte conclusioni con spazio (10 punti e 4/16 dal campo) ma non sfigura contro Roy Hibbert, il miglior centro della lega fino ad ora, limitandolo ad una serata anonima da 8 punti e 8 rimbalzi, mettendogli sempre il corpo davanti e lottando per la posizione con tutte le sue forze. Se la sconfitta all’overtime contro la squadra che sta guidando la Eastern Conference può per certi versi essere vissuta positivamente, lo stesso non può dirsi della debacle al Verizon Center contro i Washington Wizards (reduci dal back to back e annessa sconfitta contro i Raptors). I Knicks concedono di tutto a John Wall che, nel corso del primo tempo, riesce a penetrare spesso al ferro indisturbato. Bargnani continua a non trovare ritmo al tiro (5-14 dal campo), venendo surclassato nel pitturato da Marcin Gortat. La settimana dei Knicks tocca l’apice negativo al Moda Center contro i Portland Trail Blazers in un primo tempo in cui i padroni di casa volano sul +22 complice una difesa Knicks inconsistente, con giocatori spaesati in cerca di aiuti che non arrivano, con rotazioni lente e transizioni difensive completamente disorganizzate. Nella ripresa New York fa vedere qualcosa di buono su ambo le metà campo, con raddoppi, cambi e rotazioni anche per coprire il lato debole, oltre alla solita produzione offensiva, anche grazie ad Andrea (10 punti, 4 rimbalzi nel 2° tempo). Però il bandolo della matassa è lontano dall’essere trovato e le statistiche sono piuttosto impietose nei confronti del Mago. Infatti Andrea è sì tra i migliori al tiro in squadra, ma i rating offensivi e difensivi migliorano molto con lui fuori dal campo (molto significativo quello difensivo che passa dai 109.8 ai 98.7 con Andrea in panchina), condizionando molto anche il rendimento di Carmelo Anthony che trae molti più benefici in assenza di Bargnani sul rettangolo di gioco.

 

Marco Belinelli a colloquio con Gregg Popovich (Soobum Im – USA Today Sports Images)

Marco Belinelli a colloquio con Gregg Popovich (Soobum Im – USA Today Sports Images)

Marco Belinelli

Procede spedita la corsa dei San Antonio Spurs che con i 4 successi della settimana allungano la serie a 11 vittorie consecutive che valgono ancora il miglior record della lega alla pari degli Indiana Pacers (13W-1L). Quattro partite agevoli in cui Marco Belinelli ha ben figurato trovando il suo consueto spazio partendo sempre dalla panchina e producendo 10.5 punti (53% al tiro e 67% da 3), 2.3 rimbalzi, 2 assist in 20′ di utilizzo. Se contro i Boston Celtics c’è stato bisogno della sua vena realizzativa nel parziale di 13-4 che ha riacciuffato i Celtics nel 2° quarto, contro i Memphis Grizzlies e contro i Cleveland Cavaliers Marco ha prodotto buona pallacanestro corale, mostrando una intesa sopraffina con Manu Ginobili e con buona parte della second unit. Il quintetto con Patty Mills, Manu Ginobili, Marco Belinelli, Boris Diaw e Jeff Ayres, il secondo più utilizzato da Gregg Popovich (alle spalle dello starting five), in questo scorcio di regular season sta mettendo in luce un livello di pallacanestro offensiva completa (134.7 di offensive rating), frutto di una grande circolazione palla avendo ottimi trattatori (3.71 assist-turnover ratio), con eFG% (effective field goal percentage) e TS% (true shoothing percentage) attorno al 70%. Un’intesa che anche contro Memphis ha avuto i suoi meriti aiutando gli Spurs a costruire e mantenere il vantaggio tra la fine del 3° e il 4° quarto. Il copione si ripete anche contro i New Orleans Pelicans, quando con l’ingresso di Belinelli e Ginobili gli Spurs iniziano ad ingranare anche dal perimetro (4/6  da 3 per il Beli), prendendo il largo. Il sistema Spurs ha la sua influenza su molte statistiche di gioco, ma Marco ci sta mettendo del suo adeguandosi perfettamente ad ogni richiesta del suo allenatore. Attualmente è il miglior tiratore da 3 della lega (54.5%), è il migliore degli Spurs anche per quanto riguarda l’offensive rating (114.1 davanti a Ginobili) ed è alle spalle solo di Ginobili e Parker per quanto concerne il rapporto tra assist e palle perse (2.31), il tutto a dimostrazione di come si sia integrato nei meccanismi e la squadra offensivamente giochi meglio con lui in campo. Certo difensivamente non è tra i migliori esterni in squadra, Kawhi Leonard e Danny Green sono molto più efficaci, ma rispetto agli anni precedenti della sua carriera NBA è un aspetto in cui è migliorato sensibilmente (95.7 il defensive rating fino ad ora, rispetto alla media di 110 che ha in carriera).

 

Gigi Datome in azione

Gigi Datome in azione

Luigi Datome

Settimana di alti e bassi in casa Detroit Pistons che dopo la buona prestazione interna contro i New York Knicks incappano prima in due sconfitte consecutive contro gli Atlanta Hawks salvo poi rialzare la testa con importanti vittorie contro Nets e Bucks. In questa situazione incerta continua l’utilizzo altalenante di Luigi Datome che dopo aver trovato spazio nella sfida alla Philips Arena tra il primo e il secondo quarto al posto di un impreciso Josh Smith, incappa in due DNP consecutivi e per certi versi inspiegabili. Infatti nella sfida ad Atlanta Gigi aiuta il parziale che lancia i Pistons sul +6 con 5 punti di pregevole fattura, frutto di diverse giocate di pick and roll che lo coinvolgono direttamente, ma due giorni dopo al Palace of Auburn Hills sempre contro gli Hawks coach Maurice Cheeks, oltre a lanciare Kyle Singler in quintetto al posto di Josh Smith (per motivi disciplinari), non concede nemmeno una comparsata a Datome, scongelando per l’occasione Jonas Jerebko che non metteva piede in campo dai 3′ di 2°quarto contro i Lakers e dando addirittura più spazio a Josh Harrellson che fino ad allora aveva giocato complessivamente 7 minuti. Cheeks non sembra avere ancora le idee molto chiare riguardo la second unit visto che torna a dare spazio al rientrante Charlie Villanueva e continua a preferire Harrellson sia contro i Brooklyn Nets che contro i Milwaukee Bucks. In particolare nella sfida interna contro la squadra del Wisconsin il garbage time è lunghissimo, Detroit vola già sul +31 nel primo tempo e sarebbe l’occasione buona per dare spazio e morale ad ogni componente del supporting cast, ma Datome viene messo in campo solo negli ultimi due minuti del 4° quarto, una scelta alquanto discutibile. Infatti fino ad ora Detroit viaggia con il 29.8% da 3 (peggiore nelle lega) e con basse percentuali anche dalla media, zone in cui Gigi potrebbe portare il suo mattoncino alla causa. Datome però non si abbatte e dalle sue interviste post partita appare sempre sorridente, consapevole che l’adattamento e l’aver saltato la preparazione stanno influendo. La stagione è lunga, l’importante è continuare ad allenarsi duramente e farsi trovare pronto quando capiterà l’occasione giusta.

 

Danilo Gallinari intervistato nello spogliatoio (Garrett Ellwood/NBAE/Getty Images)

Danilo Gallinari intervistato nello spogliatoio (Garrett Ellwood/NBAE/Getty Images)

Danilo Gallinari

Dopo un inizio disastroso da 1 vittoria e 5 sconfitte, di cui due consecutive in casa (in tutta la passata stagione le sconfitte al Pepsi Center furono solo 3), i Denver Nuggets stanno attualmente cavalcando una serie aperta di 3 successi e stanno rapidamente risalendo nelle posizioni che contano della Western Conference. Il tutto senza il secondo marcatore della passata stagione, Danilo Gallinari. “Ho le dita incrociate perché un giorno, speriamo il prima possibile, lo staff mi dica che Danilo potrà fare qualcosa in campo”, il commento di Brian Shaw dopo la vittoria a casa dei Mavs. La riabilitazione al ginocchio sta procedendo, sono quasi 2 mesi che Gallinari è sotto le cure dello staff dei Nuggets, ma il futuro è ancora piuttosto nebuloso. Si era parlato di un ritorno nell’ultima settimana di novembre, ma è proprio Danilo a fare chiarezza sulla situazione in una intervista al Denver Post: “Davanti a me ho in programma molte cose, come ad esempio correre in campo, essere in grado di effettuare tagli, blocchi, scatti ed essere in grado effettivamente di giocare. Al momento posso correre sull’AlterG, la macchina speciale antigravità e allenarmi in sala pesi. Ho parlato di fine novembre e probabilmente era una mia sensazione, un pensiero che ho avuto quando ho iniziato la riabilitazione al fianco dei compagni, ma come potete vedere erano i pensieri di un ragazzo al primo infortunio serio della carriera. Non ho esperienza con questo tipo di infortuni né con questo tipo di riabilitazione. Era una mia previsione ed era completamente sbagliata. Non ho sicurezze da parte dei medici riguardo al mio ritorno, ma nella mia testa sono certo che tornerò a giocare presto. La parte relativa al tornare a correre è di fondamentale importanza nel processo, quando torni a correre si avvicina il tuo rientro. Non sono frustrato, appena capita un infortunio stai già pensando al recupero e hai fretta di tornare in campo perché vuoi tornare a fare quello che ami. Ma in questa situazione più tempo prendi per tornare, più preciso sei nella riabilitazione, meglio è a lungo termine.”


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