Danilo Gallinari

Danilo Gallinari (AP Photo/Barry Gutierrez)

Prima avversaria della settimana i Memphis Grizzlies, miglior squadra della Western Conference e ancora imbattuta in casa. Danilo con 26 punti, 7/15 dal campo segna il suo season high e mostra una prestazione completa sui due lati del campo. Molto aggressivo, finisce in lunetta ben 11 volte, nel 4° periodo contiene bene difensivamente sia Zach Randolph che Marc Gasol, recupera un importante rimbalzo offensivo negli ultimi minuti di gioco e piazza la tripla della vittoria con 12 secondi sul cronometro. “Quando sei aggressivo mentalmente, basta seguire il tuo istinto. Questo è quello che Karl voleva da me, essere aggressivo e andare in lunetta”. Soddisfatto anche coach Karl: “Gallo è stato il migliore in campo. Lo abbiamo messo da 4 nel finale prima assieme a Kenneth e poi assieme a JaVale e non ha perso terreno contenendo due superstar”. Poche sere dopo ultima trasferta della settimana a casa dei Timberwolves. Primo tempo incolore per i Nuggets che non riescono a stoppare l’energia del rientrante Kevin Love finendo anche a -17, ma la ripresa si apre nel migliore dei modi e grazie ad un parziale di 14-2 ispirato da Iguodala e Gallinari i Nuggets tornano a contatto, limitano i Wolves al 27% dal campo e in un ultimo quarto equilibrato riescono a portarla a casa. Per Danilo ottimo 3° quarto da 9 punti e 3 rimbalzi, alla fine 19 punti e 6/11 dal campo. Nel ritorno al Pepsi Center stesso copione, i Nuggets si ritrovano ad inseguire finendo sotto di 8 contro i Warriors trascinati da Lee e Thompson. Danilo è uno dei pochi positivi dei Nuggets nel 1° tempo e guida Denver con 12 punti, 4/8 dal campo. Nella ripresa sporca le percentuali fallendo tutte le 4 triple tentate, ma segnando comunque 8 punti e arpionando 5 rimbalzi aiuta i Nuggets a raggiungere la terza vittoria consecutiva. Settimana perfetta conclusa con l’agile vittoria casalinga contro gli Hornets. Per Danilo 9 punti e 3/9 dal campo, prima partita sotto la doppia cifra in punti segnati dopo 7 consecutive ben al di sopra, ma anche meno conclusioni dal campo tentate rispetto alla media stagionale (15) e soli 26 minuti di utilizzo. Una prestazione che non preoccupa, perché il Gallo ha dimostrato di saper aumentare il livello di aggressività e determinazione tutte le volte in cui i Nuggets si sono trovati in difficoltà. — Matteo Plazzi

 

Andrea Bargnani

Andrea Bargnani (AP Photo/Duane Burleson)

Un’altra settimana disastrosa per i Raptors che sprofondano sempre di più in classifica. Altri 4 k.o. in fila cominciano a far prendere alla stagione dei canadesi una china sempre meno incoraggiante. Eppure sembrava almeno essere tornato un Bargnani simile alla miglior versione, capace di archiviare le tre trasferte contro 76ers, Bobcats e Pistons con 27.0 punti, 4.7 rimbalzi, il 55% al tiro e il 54% da 3. Un andamento di ben altro spessore rispetto alle prime 10 uscite stagionali, terminate con 16.2 di media e un pessimo 35.8% su azione. Non abbastanza però per dare la svolta ai risultati di una squadra che ha perso su almeno un paio di campi alla portata e risvegliato la tendenza alle sconfitte in volata già palesata più volte nella passata stagione. Sia a Detroit, col layup decisivo di Knight, che a Charlotte, col sorpasso di Sessions, la sfida è scappata via solo negli ultimi possessi. Contro i Bobcats, Bargnani (già sopra i 20 a Philadelphia) ha avuto l’ultimo tiro, finito cortissimo, ma – come riconosciuto dalla stessa NBA – nell’occasione è mancato il fischio degli arbitri che avrebbero dovuto premiare l’azzurro con due tiri liberi per il tocco sul suo braccio da parte di Kidd-Gilchrist. Nella sfida con i Pistons, Andrea ha fissato il nuovo season high a quota 34, tirando con un clamoroso 13/20, tanto da far dire a coach Casey che avrebbe preferito vedere l’ultimo pallone arrivare nelle sue mani anziché finire congelato nell’uno contro uno di Lowry con difficile step-back jumper finito sul ferro. Non si può però dire che il tiro del Mago sia definitivamente tornato perché al rientro all’Air Canada Centre nella sconfitta in doppio overtime con gli Spurs si è esibito in un 2/19, che pare addirittura troppo brutto per essere vero, anche se ha certamente influito il lavoro della difesa texana. Ma almeno ha mantenuto la lucidità per aiutare la squadra in altri settori, prendendo 8 rimbalzi – specialità in cui Toronto non entusiasma, occupando il 23° posto – e mettendo concentrazione in difesa, come confermato dallo 0 di plus/minus. Nonostante un rendimento al tiro ancora insufficiente, Andrea non si scompone troppo: “Non ho mai perso fiducia. Il tiro a volte entra, a volte no. Bisogna solo rimanere aggressivi”. — Davide Sardi

Marco Belinelli

Marco Belinelli (AP Photo/Mark Duncan)

Segnali di ripresa da parte dei Bulls, che chiudono la settimana con un’importante vittoria sul campo dei Bucks, dopo che, perdendo a Houston, avevano portato a 3 la serie di sconfitte consecutive. Il record di squadra ora è di 6-6 (3-3 in casa, e 3-3 on the road) e la lotta per un posto ai playoffs è ancora apertissima. Per quanto riguarda Marco Belinelli solo brutte notizie invece, visto che nelle due partite settimanali il giocatore è stato sul parquet per un totale di 10 minuti, realizzando 2 punti totali con 3 tiri presi. Contro i Bucks, Marco aveva cominciato bene, segnando un bel canestro in penetrazione, leggendo alla perfezione la disposizione della difesa dopo essere uscito dai blocchi, ma ha poi giocato orrendamente un possesso, rischiando di perdere più volte il pallone e finendo col tirare da 10 metri allo scadere dei 24 secondi. Quest’ultimo episodio, unito ad una rivedibile fase difensiva, hanno convinto Thibodeau a panchinare del tutto il giocatore.
Non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali che spieghino perchè il minutaggio di Belinelli sia stato così basso, ma viene facile pensare che i problemi siano proprio di natura difensiva. Curioso infatti come le ultime due partite siano state proprio contro squadre che hanno un reparto guardie molto forte offensivamente, nel dettaglio il duo Lin-Harden per i Rockets e Ellis-Jennings per i Bucks. Si tratta solo di considerazioni, ma sembra evidente che Thibodeau faccia molta fatica a fidarsi dell’italiano, preferendogli un Jimmy Butler maturato rispetto alla passata stagione, in determinate partite.
Sono in arrivo tre gare consecutive in casa per i Tori, e quindi ottime occasioni per il nostro connazionale di riscattarsi, visto che sul parquet amico sta viaggiando a cifre decisamente migliori. In Illinois, infatti, Marco tira col 43% dal campo, addirittura quasi il 47% da 3 e segna più di 6 punti a partita. — Carmine D’Amico