Andrea Bargnani al tiro contro Kevin Garnett nella sfida del Barclays Center

Andrea Bargnani al tiro contro Kevin Garnett nella sfida del Barclays Center

Andrea Bargnani

La serie di 9L consecutive per i New York Knicks si interrompe finalmente nel derby contro i Brooklyn Nets al Barclays Center in una sfida in cui la squadra di Mike Wooodson torna a segnare tanto e con regolarità dal perimetro (16/27, quasi il 60%) riuscendo a vincere la prima partita in stagione contro una diretta avversaria della Atlantic division. Ottima prova di Andrea Bargnani che grazie ad un concreto primo tempo offensivo guida i Knicks con 11 punti, 2 assist e 3 stoppate. Nella ripresa la squadra di Woodson allunga grazie al grande contributo di Carmelo Anthony e Iman Shumpert, mentre Andrea sale sul proscenio per un prolungato litigio con Kevin Garnett, che gli costa la prima espulsione in carriera, una reazione rabbiosa insolita per un giocatore definito a più riprese come soft e apatico. Se nel back to back contro i Magic al Madison Square Garden i Knicks producono un’altra buona prova, grazie ad un supporting cast finalmente all’altezza e ad una affermata mira dal perimetro (17/34 da 3), tornando finalmente al successo anche tra le mura amiche (successo che mancava dall’opener del 30 ottobre contro i Bucks), nelle seguenti due partite i Knicks e Andrea in particolare crollano con due prestazioni del tutto insufficienti. I fantasmi di questo inizio stagione non sono stati ancora scacciati e nel matinée domenicale al MSG i Knicks tornano con i piedi per terra venendo travolti dai Boston Celtics sin dalle battute iniziali (18-1 in apertura 1°quarto) concludendo la partita a -41 con un glaciale 34% dal campo. Una debacle imbarazzante, la terza peggior sconfitta casalinga nella storia della franchigia (peggio solo il -50 subito dai Mavs nel 2009/10 e il -43 subito dagli Hornets nel 2001/02), il tutto dopo due vittorie consecutive con almeno 30 punti di margine. Andrea non emerge mettendo a referto la peggior partita da quando veste blu-arancio con soli 2 punti e 3 rimbalzi, a cui si aggiungono le negative prove di Raymond Felton e Iman Shumpert che combinano un incredibile 0/12 dal campo. Pochi giorni dopo alla Quicken Loans Arena si riapre la striscia negativa con una partita tutta in salita anche per Andrea Bargnani, ancora una volta tra i peggiori in campo per i Knicks, autore di 11 punti ma con ben 12 errori al tiro, aggiornando la statistica impietosa di queste due ultime partite a 6/24 dal campo, dimostrando che se tornano i problemi al jumper, l’impatto di Andrea crolla vertiginosamente, vedendo anche le difficoltà che continua a riscontrare nella propria metà campo. 

 

Marco Belinelli in penetrazione contro Ian Mahinmi (AP Photo/Eric Gay)

Marco Belinelli in penetrazione contro Ian Mahinmi (AP Photo/Eric Gay)

Marco Belinelli

La settimana dei San Antonio Spurs inizia a Città del Messico contro i Minnesota Timberwolves, una sfida che a causa di un corto circuito ad un generatore, con annessa produzione di fumo bianco che avvolge tutto l’interno dell’arena, costringe gli organizzatori al rinvio. Dopo un viaggio a vuoto in terra messicana, il ritorno all’AT&T Center non è dei migliori, infatti contro gli Indiana Pacers, squadra al vertice della lega in questo inizio di regular season, gli Spurs incappano nella seconda sconfitta casalinga stagionale. L’inizio della squadra di Gregg Popovich è perfetto e San Antonio tocca il +13, ma nel 2° quarto arriva la svolta negativa. Marco Belinelli entra proprio durante il parziale di 26-8 di Indiana e non riesce a pungere offensivamente, in particolar modo quando si ritrova in cabina di regia con Patty Mills, senza Manu Ginobili, avendo difficoltà a far entrare l’attacco Spurs nei giochi. Visti i problemi, Marco viene relegato in panchina per tutto il 3° quarto con Popovich che spreme Kawhi Leonard e Danny Green su un incontenibile Paul George. Per Marco c’è spazio solo a 10′ dal termine con San Antonio sotto di 20 lunghezze e assieme alla legione straniera il Beli torna a produrre (7 punti in poco più di 3′ minuti) provando a rendere meno amara la sconfitta. Il sorriso in casa San Antonio non tarda a tornare, infatti nella trasferta all’Air Canada Centre di Toronto, dopo un difficile primo quarto in cui gli Spurs finiscono anche a -14, Gregg Popovich mescola le carte lanciando la second unit. Marco assieme ad un superlativo Manu Ginobili e all’ottimo impatto di Aron Baynes lancia il parziale che riporta davanti definitivamente gli Spurs. Una partita precisa al tiro per il Beli (4/5 dal campo), lavorando bene per la squadra e mostrando la solita chimica perfetta con Ginobili e Mills, tra assist no-look, rapidi passaggi su tagli a canestro e perfette spaziature. I 4 pregevoli assist a fronte di 0 palle perse, a cui ha aggiunto anche 3 recuperi in 23′, vengono sottolineati a fine partita anche da coach Popovich:“Sta giocando molto bene, si trova a suo agio nel sistema, trovando buone conclusioni e reggendo bene anche in difesa. Sta facendo un lavoro completo e versatile a tutto campo”.

 

Gigi Datome cattura un rimbalzo nei minuti finali della sfida persa contro i Timberwolves (AP Photo/Paul Sancya)

Gigi Datome cattura un rimbalzo nei minuti finali della sfida persa contro i Timberwolves (AP Photo/Paul Sancya)

Luigi Datome

Nell’intervista post partita contro i Miami Heat Gigi Datome era apparso piuttosto positivo nonostante non avesse messo piede in campo e si mostrava già concentrato al back to back del giorno seguente contro i Milwaukee Bucks. Purtroppo per il 26enne di Olbia, l’occasione di calcare il parquet del Bradley Center svanisce in fretta, visto che coach Maurice Cheeks concede pochi minuti di spazio a Jonas Jerebko e a Josh Harrellson nel corso del primo tempo, affidandosi poi completamente al suo starting five e solo a Kyle Singler e Rodney Stuckey dal pino nel corso della ripresa, quando la partita diventa combattuta. Il cammino dei Detroit Pistons continua ancora allo United Center di Chicago (campo violato una sola volta dai Pelicans dopo 3OT in queste prime 5 settimane di regular season) tornando a vincere in casa dei Bulls dopo ben 7 anni grazie ad un grandissimo 3° quarto. Per Datome un altro DNP, il terzo consecutivo, risultando praticamente l’ultima scelta del roster assieme al rookie Tony Mitchell. Scelta per certi versi discutibile ma che in ogni caso premia l’operato di Cheeks, viste le 4 vittorie consecutive che hanno riportato i Pistons in zona playoff e ad essere l’unica squadra ad est assieme a Pacers e Heat con un record positivo in trasferta. La striscia però si interrompe al Palace of Auburn Hills contro i Miami Heat, sfida in cui coach Maurice Cheeks allunga le rotazioni concedendo minuti nel corso del primo tempo anche a Charlie Villanueva, che non metteva piede in campo dalla sconfitta contro i Lakers di fine novembre. Miami scappa nel 3°quarto, toccando oltre i 20 punti di vantaggio e così nel corso del 4°quarto Datome ritorna sul parquet per 7′ di puro garbage time. Minuti in cui cerca di mettersi in mostra, lottando a rimbalzo, provando e fallendo anche 4 conclusioni dal campo, alcune piuttosto forzate. Lo spartito si ripete anche contro i Minnesota Timberwolves, dove a 6′ dal termine con i Pistons sotto di 23 lunghezze, coach Cheeks manda Gigi in campo e Datome prova in ogni modo a segnare, con due triple piedi per terra, con uscite dai blocchi e jumper dalla media, addirittura con un layup da un metro, ma la palla si ostina a non entrare. Lo 0/12 negli ultimi 3 garbage time giocati sintetizza perfettamente la difficoltà nel trovare ritmo in queste condizioni.

 


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