Kobe Bryant

Kobe Bryant

Bryant non si ferma più – E’ rientrato da un infortunio che ne avrebbe potuto compromettere definitivamente la carriera. Ha da poco superato quota 32.000 punti realizzati in quasi 20 anni di un cammino fatto di cadute, trionfi, critiche ed elogi. Gioca come un indemoniato nella corrente versione Lakers tra le peggiori della gloriosa storia a tinte giallo-viola. Kobe Bryant, però, non vuole alzare bandiera bianca di fronte ad una stagione che si annuncia nera, nerissima. Nella vittoria di ieri notte contro Toronto, un successo che di per sé è già una notizia dato l’andamento semi-drammatico dei Lakers 2014-20145, il #24 è diventato il giocatore più anziano ogni epoca a registrare una tripla doppia da almeno 30 punti, 10 rimbalzi e 10 assist. Nella vittoria 129-122 dopo un tempo supplementare, il nostro ha messo a referto 31 punti, 11 rimbalzi e 12 assist, non male per una stella NBA che pare non voglia ancora arrendersi al cospetto di sua maestà padre tempo. Inoltre, Bryant è diventato anche il primo giocatore della storia a registrare più di 30.000 punti e 6.000 assist in carriera. Un (doppio) record significativo, mandato agli archivi contro quello stesso avversario, i Toronto Raptors, ai quali qualche anno fa Kobe inflisse la bellezza di 81 punti in quella che rimane una delle singole prestazioni più strabilianti di tutti i tempi. Chapeau.

Ahi ahi Steph – Meglio sgombrare subito il campo da potenziali equivoci. Stephen Curry sta bene. Quando, però, il giocatore più elettrizzante della lega riscontra problemi alle caviglie, le stesse che fino a due anni fa ne hanno pesantemente condizionato la crescita divenuta poi a dir poco esponenziale, è sempre meglio andarci con i piedi di piombo ed, eventualmente, tirare un grosso sospiro di sollievo. Nella cicloturistica con la quale i suoi Warriors si sono imposti su una versione dei Detroit Pistons imbarazzante, tanto per andarci piano con i giudizi, il #30 ha avuto dei piccoli problemi alla caviglia. Fortunatamente, le lastre effettuate dopo la partita, hanno dato esito negativo. La point-guard di Steve Kerr dovrebbe così tornare ad allenarsi entro un paio di giorni al massimo. Golden State, con Memphis, Toronto e Portland una delle migliori squadre in questo primo mese di stagione, non potrà prescindere dal suo fenomenale playmaker se vorrà continuare a vincere come fatto fino ad ora. Se le caviglie reggeranno, ne vedremo delle belle.

Ufficialità e rumors – Qualcosa si muove in casa Cleveland Cavaliers, franchigia in sensibile ripresa dopo le prevedibili difficoltà iniziali incontrate in questo inizio di Regular Season. La squadra di LeBron James ha firmato AJ Price che ha preso il posto che nel roster era precedentemente occupato da Will Cherry. Tagli anche in casa New Orleans Pelicans che si sono privati di Darius Miller e Patric Young. Il primo aveva collezionato un cammeo in 5 delle partite finora disputate dai Pelicans, il secondo non ha giocato neanche un singolo secondo. Apparentemente due movimenti anonimi, ma necessari per quella che, secondo Adrian Wojnarowski di Yahoo! Sports, gola profonda di tutti o quasi i rumors di mercato della NBA, è la volontà della franchigia della Louisiana, quella di firmare Dante Cunningham, ala ex T’wolves che pare abbia già effettuato un workout nello scorso fine settimana. Non sarebbe certamente una firma che sposterebbe più di tanto le chances di Playoffs di Davis e compagni, ma un’operazione tutto sommato intelligente per allungare le rotazioni di una ottima squadra a livello di starting five, ma discreta e nulla più a livello di profondità di panchina. Esigenze simili a quelle dei Pelicans, hanno infine spinto Minnesota a firmare il free agent Jeff Adrien che, nei Bucks 2013-2014, ha collezionato 6.8 punti e 5.8 rimbalzi di media. L’ala forte allungherà un minimo le rotazioni di una franchigia che pare avere un conto sempre aperto con la sfortuna, visto i k.o. che in questo inizio di stagione hanno fermato i vari Ricky Rubio, Nikola Pekovic, Kevin Martin e Ronny Turiaf.

E’ tornato Coach Pop – San Antonio riabbraccia Popovich. Nella vittoria contro Boston, il coach che per due partite ha lasciato lo scettro (con tutti gli onori di questi ultimi giorni) al suo vice, il “nostro” Ettore Messina, è tornato ad allenare i suoi Spurs. Nei giorni scorsi, si era paventato un periodo di riposo leggermente più lungo per il coach “pentacampeao”. Ci scuserà Messina, ma è bello tornare ad ammirare di nuovo uno dei più grandi allenatori della storia del gioco, anche perché è la conferma ulteriore che il piccolo intervento al quale si è sottoposto non ha lasciato strascichi. Bentornato Pop.