Dwight Howard

MERCATO – Hanno ripreso forza le trattative che coinvolgono i Magic determinati ora ad accelerare i tempi della cessione di Dwight Howard. I Nets sono tornati ad assumere un ruolo di primo piano come possibile destinazione perché, anche se Orlando vorrebbe Bynum come pezzo pregiato della contropartita e dunque preferirebbe spedirlo in California, la candidatura dei Lakers ha perso forza dopo l’acquisto di Steve Nash che ha portato al sacrificio delle prime scelte 2013 e 2015. La NBA impedisce di scambiare le chiamate al primo giro di anni consecutivi, quindi i gialloviola non possono offrire ad Orlando le prime scelte 2014 e 2016. Dunque Brooklyn torna ad essere la favorita, perché un pacchetto costruito attorno a Brook Lopez è più attraente delle proposte di Houston (che nel frattempo ha firmato l’ex trevigiano Motiejunas), ma per far quadrare la trade è fondamentale l’entrata in gioco di Cleveland, che prenderebbe il contratto di Humphries (e forse di Marshon Brooks), ma andrebbe ricompensata con almeno una prima scelta. Le trattative in questo senso sono molto vive, sono difficili da portare a compimento perché è complesso trovare un equilibrio visto che potrebbero – in base agli ultimi rumors – coinvolgere fino a 15 giocatori e 4 squadre, ma una conclusione positiva è tutt’altro che da escludere.

Anche perché Orlando, pur con la conferma triennale di Jameer Nelson, ha ormai manifestato la propria voglia di ricostruire, cedendo Ryan Anderson a New Orleans in cambio di Gustavo Ayon. Il “Most Improved Player” dell’ultima stagione, free agent con restrizione, avrebbe firmato con gli Hornets per 36 milioni in 4 anni, un’offerta che i Magic non avrebbero pareggiato. Ma hanno trovato un punto di incontro costruendo un sign-and-trade su quelle cifre per non perdere il giocatore in cambio di nulla.

Questa mossa probabilmente costringerà gli Hornets a rinunciare a qualcuno dei propri free-agent, lista in cui è inserito anche il nome di Marco Belinelli, che potrebbe essere sacrificato, a meno che davvero Eric Gordon non continui a spingere per andare a Phoenix. L’ex giocatore dei Clippers si è già accordato per un quadriennale da 58 milioni con i Suns (che hanno lasciato libero Aaron Brooks), New Orleans pare intenzionata a pareggiarlo, avrà tempo per farlo fino al 14 luglio ma bisognerà vedere se la volontà del giocatore potrà fare la differenza.

Ersan Ilyasova

Nei prossimi giorni sarà perfezionato anche il nuovo accordo tra Ersan Ilyasova e i Milwaukee Bucks, che tratterranno il giocatore turco grazie ad un’offerta da 45 milioni in 5 anni. Reduce da un’ottima stagione, la 25enne ala grande andrà a far compagnia nel reparto lunghi all’altro nuovo arrivo Sam Dalembert, al confermato Drew Gooden e al rookie John Henson.

Sarà un biennale invece quello che legherà ancora Aaron Gray ai Raptors. Già a Toronto nella passata stagione, alla terza fermata NBA dopo Chicago e New Orleans, darà profondità al reparto lunghi, garantendo difesa e presenza a rimbalzo, ma rischia di vedere il campo meno dell’ultimo campionato. Mentre Jeff Green dopo l’operazione al cuore tornerà ai Celtics (quadriennale da quasi 40 milioni), Lakers e Miami sono tra i favoriti per prendere Raja Bell, appena liberato con un buyout dai Jazz. Già cercato dai californiani un paio d’anni fa sulla spinta di Kobe Bryant, il copione sembra potersi ripetere, solo che a far concorrenza stavolta ci sono gli Heat campioni in carica, che oltretutto giocano nella città in cui è cresciuto il nativo delle Isole Vergini.

Kirk Hinrich torna a Chicago con un biennale da 6 milioni. Sarà lui dunque il veterano chiamato a fare da “chioccia” al rookie Marquis Teague, ovviamente in attesa del ritorno di Derrick Rose. Corteggiato anche da altre squadre, nella scelta dell’ormai ex Hawks ha pesato la possibilità di essere allenato da Tom Thibodeau.

PORTLAND, DIMISSIONI DI MILLER – Sono arrivate abbastanza a sorpresa le dimissioni di Larry Miller da presidente dei Blazers, una carica ricoperta negli ultimi cinque anni fino ad avere un ruolo attivo nel recente ingaggio di Neil Olshey come general manager. Tre presenze consecutive ai playoffs, prima di mancarli nella scorsa stagione, Portland ha il record di pubblico casalingo da quattro anni, segno che le cose stanno girando abbastanza bene. “Abbiamo un eccellente g.m. come Olshey – ha detto Miller in un comunicato – Sento che la squadra ha basi solide e sta andando nella giusta direzione. Fuori dal campo poi gli affari funzionano. Il Rose Garden è sempre pieno e la passione dei tifosi non è mai stata così forte”. Miller dovrebbe tornare ad occuparsi del marchio Jordan della Nike.

Chris Paul

OLYMPIC TEAM – Come anticipato ieri, USA Basketball ha comunicato i 12 giocatori che andranno a Londra per vincere l’oro. Un roster “indebolito” dagli infortuni dei vari Rose, Howard, Wade e Bosh e che ha visto come ultimi inserimenti quelli di Blake Griffin e James Harden che, con Durant e Westbrook, forma il primo trio di giocatori provenienti da una stessa squadra nella storia della nazionale a stelle e strisce. L’inizio del ritiro preolimpico è coinciso con un leggero infortunio per Chris Paul, che si è slogato il pollice destro nel tentativo di rubare un pallone. Un problema già riscontrato durante i playoffs NBA, ma che non dovrebbe richiedere più di qualche giorno per essere sistemato.