Jeff Green (Fotografia di Savino Paolella)

Jeff Green (Fotografia di Savino Paolella)

Green lontano da Boston? – Sono sempre più numerosi i rumors di mercato che coinvolgono i Boston Celtics, squadra in piena ricostruzione dopo la rinuncia ai vari Garnett, Pierce e Terry e con l’amletico dubbio legato al futuro di Rajon Rondo, appena tornato in campo dopo l’infortunio al crociato dello scorso febbraio. Secondo Yahoo! Sports, Danny Ainge vorrebbe acquisire da Houston lo scontento Omer Asik rinunciando proprio a Green e a qualche altro giocatore. L’ala ex Oklahoma city Thunder, tornato ad ottimi livelli dopo i noti problemi ad una aorta, potrebbe essere sacrificato dal management di Boston in nome di un rebuilding di cui ancora non conosciamo i particolari. Non ci resta che aspettare e vedere se lo scambio andrà effettivamente in porto. Boston, in ogni caso, è sempre attiva sul mercato. Dopo i recenti infortuni che hanno colpito Avery Bradley e Jerryd Bayless, la storica franchigia bianco-verde ha messo sotto contratto con un decadale la guardia Vander Blue.

Continua il malumore in casa Knicks – La netta sconfitta nel Martin Luther King Day contro Brooklyn, sembra aver nuovamente ridotto ai minimi termini l’umore della squadra allenata da Mike Woodson. Beno Udrih, subito dopo la sconfitta nel derby, ha esplicitamente chiesto al front-office della franchigia della “grande mela” di essere ceduto, scontento per un ruolo che lo vede sempre più marginale nelle rotazioni del coach. A tutto ciò, si aggiunge anche la frustrazione di Carmelo Anthony, che di fronte a taccuini e telecamere non ha nascosto come i Knicks non stiano lottando in campo e non stiano dando il 100% delle proprie possibilità. Parole di fuoco sono giunte anche da Tyson Chandler. Secondo Bleacher Report, il lungo ex Mavericks ha manifestato il proprio disappunto sul momento Knicks dichiarando di non aver condiviso il piano partita difensivo contro i Nets, aggiungendo che la sua squadra non ha i giocatori adatti per cambiare e difendere a dovere sui pick and rolls di Deron Williams e compagni. Quello di Chandler sembra essere un vero e proprio attacco al proprio allenatore in un momento in cui, per uscire dalla crisi (sono 4 le sconfitte di fila nel momento in cui scriviamo), servirebbe unità d’intenti tra giocatori e coaching staff o, quantomeno, che certe dichiarazioni atte a minare la credibilità della guida tecnica, non uscissero dallo spogliatoio. I tempi duri, in casa Knicks, continuano.

Bryant dice addio a USA team – Nonostante sia sempre ai box per l’infortunio al ginocchio di metà dicembre che lo terrà lontano dai campi  per un periodo di tempo ancora imprecisato, Kobe Bryant continua a far parlare di sé. E’ di queste ore, infatti, la notizia che l’asso dei Lakers non prenderà parte ai giochi di Rio de Janeiro in programma nel 2016. “Andrò a Rio ma solo per vedere l’argento vinto da Pau Gasol”. Queste le parole del Black Mamba trapelate nella trasferta (perdente) dei suoi Lakers a Chicago, contro i Bulls. Thibeadou aveva manifestato, infatti, la volontà di convincere il numero 24 a fare parte della prossima rappresentativa olimpica. Invito gentilmente declinato dal giocatore che chiude così la sua esperienza con la nazionale statunitense forte dei due ori olimpici vinti a Pechino nel 2008 e a Londra un anno e mezzo fa. Durante la trasferta di Chicago, fonte Espn, Kobe ha anche manifestato i suoi punti di vista sulla NBA odierna: “Quello di oggi è un basket meno fisico rispetto a qualche anno fa. Alcuni flagrante foul di oggi mi fanno venire la nausea, non puoi toccare nessuno che ti fischiano un flagrant. Mi piacciono i contatti, è bello poter mettere le mani addosso all’avversario ma se lo fai, al giorno d’oggi, ti fischiano fallo. Ai miei tempi – continua Kobe- se un avversario ti metteva le mani addosso, dovevi essere in grado di cambiare idea e inventarti una conclusione diversa da quella che avevi pianificato. Qualche anno fa, giocare a basket richiedeva molto più talento”. Nel frattempo, l’augurio di molti è che Bryant possa tornare a far parlare non tanto e non solo per le sue dichiarazioni, ma, soprattutto, per quanto fa in campo. La sensazione è che si debba aspettare ancora qualche settimana.

Mayo critico con i Bucks – Stufo della mediocrità in cui versa la sua squadra, Milwaukee è, infatti, sempre più ultima ad Est con un record di 7 vinte e 33 perse, O. J. Mayo non ha fatto mancare il proprio punto di vista: “Non abbiamo identità, continuando su questa strada non andremo da nessuna parte”. Inutile negare che Mayo si aspettasse qualcosina in più dalla sua esperienza nel Wisconsin. Difficile è, però, ipotizzare che la formazione allenata da Larry Drew possa migliorare sensibilmente da qui a fine stagione. L’obiettivo del management è quello di giocarsi le proprie carte di rinascita al prossimo Draft, uno dei più ricchi di talento da tanti anni a questa parte. Mayo non può che farsene una ragione…

Nowitzki pronto al rinnovo – Se un ex Mavs come Mayo si dice preoccupato per le sorti della sua squadra, un Mavs attuale, e che Mavs, sarebbe pronto a congiungersi fino a fine carriera con la franchigia texana. Dirk Nowitzki, infatti, stella tedesca il cui contratto scadrà nella prossima estate, sarebbe propenso a proseguire la sua avventura con i Dallas Mavericks, nonostante i rumors di questi ultimi mesi  prefigurassero il futuro di Nowitzki lontano dall’American Airlines Center.

Mercato – La giornata di ieri è stata quella dell’ufficializzazione di alcuni scambi. I Chicago Bulls si sono assicurati Toko Shenghelia dai Brooklyn Nets in cambio della guardia Marquis Teague. La franchigia dell’Illinois non si ferma qui. Nei prossimi giorni è attesa la firma di Mike James, tagliato solo un mese fa per far spazio all’ex Bobcats D. J. Augustine. Anche i Nets non si limitano alle sole operazioni con Chicago. La franchigia di Michail Prochorov ha ceduto Tyshawn Taylor (e soldi) ai New Orleans Pelicans ottenendo in cambio i diritti sul bosniaco Edin Bavcic. Infine, gli Atlanta Hawks rifirmano James Nunnally con un secondo decadale.

Tempi duri per i simulatori – Brandon Knight dei Bucks è stato “ammonito” dalla NBA dopo aver accentuato uno scontro in post basso contro James Harden dei Rockets nella gara del 18 gennaio scorso. La caduta a terra in seguito al movimento in post del “barba” è parsa eccessiva tanto da indurre la lega a richiamare ufficialmente Knight. E’ andata peggio a Lance Stphenson, multato di 5.000 dollari dalla lega dopo aver violato per la seconda volta il regolamento anti-simulazione. Il “fattaccio” è accaduto nella partita vinta dai suoi Pacers contro i Warriors, quando il Nostro si è lasciato cadere dopo un innocente taglia-fuori a rimbalzo di Klay Thompson su tiro di George Hill.