Il commissioner Adam Silver consegna l'MVP a Curry prima di gara-2 (Foto: Zimbio.com)

Il Commissioner Adam Silver consegna l’MVP a Curry prima di gara-2 (Foto: Zimbio.com)

STEPHEN CURRY VINCE L’MVP E PROMETTE IL TITOLO – Nella mattinata italiana di lunedì le insistenti voci e nel pomeriggio l’ufficialità: l’elettrizzante playmaker Stephen Curry, ora impegnato ai Playoffs contro i Grizzlies alle semifinali (serie sull’1-1), è l’MVP della NBA Regular Season 2014-2015. Il 27enne nativo di Charlotte è stato il condottiero che ha trascinato tecnicamente ed emotivamente i Warriors al primo posto nella Western Conference con un record di 67-15; le cifre sono ottime ma non esorbitanti (23.8 punti, 7.7 assist e 4.3 rimbalzi) specialmente perché spesso Golden State si è trovata a dominare incontrastabilmente diverse gare e quindi Curry, nei garbage time, ha più volte osservato i compagni dalla panchina (con lui in campo i giallo-blu hanno realizzato 920 punti complessivi in più degli avversari). Con le sue giocate da capogiro e i suoi numeri da prestigiatore ‘Steph’, uno dei giocatori NBA più amati del momento, ha dato la svolta decisiva ad un gran numero di incontri e ci ha regalato superbe prestazioni individuali come i 51 punti contro Dallas il 4 Febbraio o i 45 contro Portland il 9 Aprile. Inoltre sono da segnalare le percentuali (48.7% dal campo, 44.3% da due e 91.4% dai liberi) e i miglioramenti dal punto di vista difensivo, resi evidenti anche dalle sue 2.04 palle recuperate a partita per il quarto posto tra i migliori “ladri” della Lega; Curry ha poi ritoccato a 286 il primato di triple in una stagione regolare che già incredibilmente gli apparteneva e ha il miglior plus/minus NBA (+17): con lui sul parquet i Warriors spiccano il volo. Al secondo posto nell’agguerrita corsa all’MVP si è qualificato James Harden di Houston, seguito da LeBron James, Russell Westbrook e Anthony Davis.

Un curioso fatto avvenuto alla cerimonia di consegna del trofeo riguarda il lungo dei Warriors Draymond Green, che ad un certo punto si è appropriato di un microfono destinato ai giornalisti chiedendo ironicamente a ‘Steph’: “Kobe Bryant quando vinse l’MVP regalò un orologio a tutti i suoi compagni. Tu cos’hai per noi?”, “non so di che marca fossero gli orologi, ma in ogni caso vi regalerò qualcosa di meglio”, ha detto un emozionato Curry riferendosi chiaramente al titolo NBA. Manterrà la promessa?

SAN ANTONIO VUOLE ALDRIDGE O MARC GASOL: TRADE IN VISTA PER SPLITTER? – E’ ormai ben chiaro che il grande obiettivo estivo degli Spurs è quello di portare in Texas una stella tra Marc Gasol (Grizzlies) e LaMarcus Aldridge (Trail Blazers). Ma per effettuare una mossa di questo genere serve, ovviamente, un’adeguata flessibilità salariale per mettere sotto contratto uno dei due lunghi precedentemente citati. Infatti la dirigenza nero-argento sta seriamente valutando l’ipotesi di innescare uno scambio che coinvolga il centro Thiago Splitter, che quest’anno, anche a causa di problemi fisici, non ha particolarmente inciso; il brasiliano è legato a San Antonio ancora per due anni (guadagnerà 8.5 milioni nel 2015-2016). Un appoggio importante è, per ora, arrivato dagli executives della Lega, che credono nella trade e l’hanno definita una possibilità concreta.

Difficilmente vedremo Chris Paul in gara-2 (Foto: indiscreto.info)

Difficilmente vedremo Chris Paul in gara-2 (Foto: indiscreto.info)

CHRIS PAUL IN FORTE DUBBIO ANCHE PER GARA-2 – Durante l’agguerrita gara-7 del primo turno contro gli Spurs il playmaker Chris Paul (22.7 punti e 7.9 assisti ai Playoffs) si è infortunato al flessore della coscia. L’8 volte All-Star è poi rientrato risolvendo clamorosamente partita e serie con un canestro in precario equilibrio, ma le sue condizioni fisiche non gli hanno permesso di scendere in campo durante il primo match delle semifinali contro i Rockets. I Clippers, guidati da uno scintillante Blake Griffin in versione tripla-doppia, non hanno fatto particolarmente fatica in gara-1 senza Paul, ma una rondine non fa primavera e la franchigia losangelina per provare ad andare in California sul 2-0 ha ovviamente bisogno della sua insostituibile point guard. ‘CP3’, però, non si è ancora del tutto ripreso e per gara-2, in programma stanotte alle 3.30 italiane, lo staff medico dei Clippers potrebbe decidere di lasciarlo ancora ai box. “Teoricamente abbiamo il 50% delle possibilità di vedere Chris oggi. Ma ne dubito fortemente”, ha detto coach Doc Rivers.

I NUGGETS VALUTANO LA CESSIONE DI LAWSON E INTENSIFICANO LA RICERCA DEL NUOVO COACH – Solamente due anni fa una voce di questo genere era impensabile, visto che la “politica” dei Nuggets era visibilmente quella di costruire un roster su misura per Ty Lawson, che però non è riuscito a mantenersi sui livelli mostrati nel 2013-2014 e soprattutto nel 2012-2013, al di là delle cifre e specialmente per quanto riguarda l’atteggiamento generale e la continuità di rendimento. Il playmaker ha ancora due anni di contratto, il primo a 12.4 milioni di dollari e il secondo a 13.2, ma nonostante ciò Denver è disposta ad ascoltare tutte le proposte delle altre franchigie legate a lui visto che sta seriamente valutando la cessione del 27enne nativo di Clinton. Per quanto riguarda l’allenatore per il 2015-2016, invece, i Nuggets hanno intensificato la ricerca dell’uomo giusto a cui affidare il timone durante la prossima Regular Season; Melvin Hunt, che in un ruolo ad interim ha portato un’importante ventata di aria fresca nella franchigia del Colorado, potrebbe essere confermato ma i candidati sono diversi: Mike D’Antoni, che ritroverebbe clamorosamente il nostro Danilo Gallinari dopo gli anni ai Knicks, Scott Brooks e Alvin Gentry (vice a Golden State). Entro la fine Maggio la franchigia dovrebbe comunicare ufficialmente il nome del coach.

FUTURO INCERTO PER DANNY GREEN E WES MATTHEWS – La dirigenza degli Spurs dovrà affrontare un’estate molto calda visto che Duncan e Ginobili potrebbero ritirarsi (i due veterani decideranno a fine mese e coach Popovich rimarrà) e ben dieci giocatori del roster saranno liberi da vincoli contrattuali. Uno di questi è il letale tiratore Danny Green, ingranaggio essenziale del sistema di gioco di San Antonio; non sono ancora chiare le intenzioni della franchigia, ma il giocatore vorrebbe continuare a vestire la prestigiosa canotta nero-argento: “Spero di rimanere, adoro gli Spurs e adoro i tifosi. E’ molto triste sapere che questo splendido gruppo potrebbe sciogliersi in futuro”, ha spiegato Green che ha viaggiato a 11.7 punti di media nella passata stagione regolare. Ma in ogni caso, come confermato da Popovich, durante la prossima annata vedremo nell’organico di San Antonio dei cambiamenti sostanziali. Un altro free-agent interessante sarà Wesley Matthews (15.9 punti e 3.7 rimbalzi), il cui grave infortunio al tendine d’Achille ha influito notevolmente sulle sorti dei Trail Blazers ai playoffs; Portland vorrebbe trattenere la guardia che ha guadagnato 7.25 milioni di dollari quest’anno, anche se l’operazione non pare affatto semplice: “Con lui avremmo potuto vincere la Western Conference, siamo consapevoli del suo valore sul mercato e di tutte le squadre pronte a fargli una proposta”, ha detto il GM dei Blazers Neil Olshey.

COACH THIBODEAU FA CHIAREZZA – Fino a qualche giorno fa il divorzio tra i Bulls e coach Tom Thibodeau, nonostante gli ottimi Playoffs del team dell’Illinois (stanotte all’una italiana proverà a vincere anche gara-2 a Cleveland), sembrava inevitabile. Il 57enne ha un rapporto molto complicato con la dirigenza della squadra e specialmente col GM Forman, con il quale ha più volte litigato durante questa stagione. Ma per ora le acque si sono calmate, visto che Thibodeau, a Chicago dal 2010, è intervenuto smentendo tutte le insistenti voci delle ultime settimane (lo si è addirittura associato ai Magic): “Si tratta di rumors messi in giro solamente per creare tensioni inutili”, ha spiegato l’allenatore che ha un contratto valido fino al Giugno del 2017.


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