Adam Silver

Adam Silver

Silver, prima conferenza stampa – E’ stato il primo All-Star Weeekend senza David Stern. Dunque a New Orleans si è registrato l’ingresso in scena ufficiale di Adam Silver che ha tenuto la sua prima conferenza stampa nel nuovo ruolo. Un’immagine di grande serietà, concretezza e solidità, solo parzialmente scalfita da un attimo di commozione quando ha ricordato l’importanza che il basket ha avuto durante i momenti difficili della sua infanzia. “La NBA è una lega fantastica, ma che deve ancora raggiungere i propri anni migliori” ha dichiarato, prima di affrontare vari temi di interesse. Tra i suoi principali obiettivi, c’è quello di alzare l’età minima per entrare nella lega a 20 anni, che vorrebbe dire almeno due stagioni di college per permettere ai giovani di arrivare più pronti e agli allenatori e dirigenti di valutarne meglio le potenzialità. Non è in programma un accorciamento della stagione, ma al massimo un allungamento del break in corrispondenza dell’All-Star Game, anche se non è prioritario così come non è urgente espandere il numero delle squadre (per il dispiacere dei tifosi di Seattle, soprattutto), o attivarsi per modificare la lotteria e scongiurare il pericolo “tanking”: “Il mio obiettivo è avere 30 team sani e competitivi” ha chiarito.

Bryant, appuntamento al prossimo All-Star Game – Kobe Bryant aveva ricevuto 988884 voti, una cifra più che sufficiente per partire in quintetto nel ruolo di guardia dell’ovest già ricoperto tante volte. Ma è stato costretto a saltare l’All-Star Game per infortunio, rimpiazzato da Anthony Davis nel roster e James Harden nello starting five di Scott Brooks. Non ha però perso la speranza né la voglia di tornarci l’anno prossimo: “Quando giochi in un All-Star Game, significa che sei uno dei migliori giocatori al mondo. Quindi, logicamente, è un grande obiettivo per me. E’ dura arrivare qui in borghese ed essere costretto a guardare tutto da una diversa prospettiva”. Sui tempi di rientro dall’infortunio, non si è sbilanciato troppo: “Sono ottimista, ma è un processo lento. Seguirò il mio percorso e rimarrò concentrato sulle mie responsabilità, senza preoccuparmi troppo di ciò che accade intorno”.

Una soddisfazione per Cleveland – Il premio di MVP dell’All-Star Game conquistato da Kyrie Irving riporta almeno momentaneamente il sorriso ai tifosi di Cleveland. Con 31 punti e 14 assist, il ragazzo da Duke è diventato il secondo giocatore nella storia dei Cavaliers a vincere il trofeo. Il primo? LeBron James, ovviamente. Riuscito nell’impresa nel 2006 e nel 2008, è stato proprio il “Prescelto” ad indicare a Kyrie di tenere il trofeo in alto sopra la testa: “Sembrava non sapere esattamente cosa fare, ho solo voluto dargli un consiglio, perché potesse godersi il momento”. “E’ un grande riconoscimento per me, specialmente per essere riuscito a riportare il premio a Cleveland” ha detto Irving, che ha ricevuto anche i complimenti da coach Mike Brown: “La sua prestazione è una conferma della validità del duro lavoro fatto per migliorare il suo gioco in estate e durante la stagione. Ha solo mostrato la superficie del suo potenziale”.

Anthony si riavvicina ai Knicks – Carmelo Anthony si è detto certo di non rischiare una cessione prima della chiusura di questa sessione di mercato, confermando allo stesso tempo di non aver mai chiesto nè di voler chiedere la trade. Anzi, scoprendo abbastanza chiaramente le proprie carte, ha confermato di avere in programma di diventare free agent a fine stagione. Ma di non premere per il contratto al massimo salariale per restare a New York: “I soldi non sono la mia preoccupazione principale – ha spiegato – Mi interessa di più poter competere ad un livello da titolo per l’ultimo periodo della mia carriera”. I Knicks potrebbero dargli una trentina di milioni in più delle altre pretendenti, ma potrebbero gradire un taglio di stipendio da parte di Melo nel nuovo contratto per risollevare e dare una svolta ad una situazione che ora li vede fuori dai playoffs, pur nella modesta Eastern Conference: “Ho sempre detto che, se servirà una riduzione, sarò il primo a dire a James Dolan ‘Prendete i miei soldi, costruiamo qualcosa di ancora più forte'”.

Denver: Andre Miller non vuole tornare – I Denver Nuggets stanno cercando di riportare in squadra Andre Miller dopo aver cercato, per un mese, senza successo di cederlo più o meno ovunque. E’ un’idea della dirigenza, che però contrasta con quella di coach Brian Shaw e con quella dello stesso Miller, che si è detto solamente pronto, con la valigia di fianco alla porta, a partire verso una nuova destinazione. Il rapporto appare davvero irrecuperabile.

Thunder, Westbrook è quasi pronto – Si avvicina a grandi passi il ritorno in campo di Russell Westbrook. Il numero 0 dovrebbe riunirsi agli Oklahoma City Thunder nella giornata di giovedì, in un’occasione da subito molto speciale, cioé quando riceveranno la visita dei Miami Heat. La conferma arriverà dall’ultimo controllo, previsto per martedì.