Le prime 30 scelte al prossimo Draft (Foto: ESPN)

Il risultato della Lottery per il primo giro del prossimo Draft NBA (Foto: ESPN)

DRAFT LOTTERY – Nella notte si è svolta la lotteria per decidere quali franchigie sceglieranno per prime durante il Draft NBA del 25 Giugno e dalla cerimonia escono sorridenti i Timberwolves, che per la prima volta nella loro storia riceveranno la prima chiamata; era dal 2004 che la squadra con il peggior bilancio vittorie-sconfitte non otteneva tale risultato e ora la dirigenza dovrà sottoporsi alla delicata scelta: Towns di Kentucky o Okafor di Duke? “Abbiamo giocato una m**** tutta la stagione. E’ assolutamente giusto che abbiamo preso la seconda. È un bel giorno per noi”, questo è, invece, il commento del solito Kobe Bryant senza peli sulla lingua riferito ai Lakers, che salutano questa Lottery secondi e sicuramente soddisfatti. La terza scelta è andata ai Philadelphia 76ers e la quarta, tra l’enorme delusione di tifosi, giocatori e addetti ai lavori, è degli sfortunati Knicks (secondo peggior record della Lega), che avrebbero già deciso di cedere la chiamata per mezzo di una trade interessante durante l’offseason; a chiudere la Top 5 ci sono gli Orlando Magic.

Ginobili e Duncan, ancora insieme per l'ultima sinfonia nero-argento? (Foto: tireball.com)

Ginobili e Duncan, ancora insieme per l’ultima sinfonia nero-argento? (Foto: tireball.com)

ANCORA UN ANNO DI DUNCAN E GINOBILI – Hanno perso sulla sirena gara-7 del primo turno dei playoffs, ma non le motivazioni per continuare a far sognare i tifosi nero-argento dopo che insieme hanno conquistato quattro titoli NBA e condiviso gioie, dolori e tante esperienze, anche fuori dal campo. Non è ancora ufficiale, ma sembra ormai realtà la decisione di Tim Duncan, 39 anni, e Manu Ginobili, 38 a Luglio, di proseguire la loro esemplare carriera da professionisti fino al 2016; la notizia è stata originariamente riportata da Ric Bucher, l’insider NBA per Bleacherreport. Dopo la smentita del ritiro di coach Gregg Popovich dalle scene, anche il lungo caraibico e l’esterno argentino andranno avanti nel loro cammino di fedeltà agli Spurs, insieme per la caccia al secondo anello in tre anni.

GRIZZLIES, IL FUTURO DI MARC GASOL È INCERTO E JEFF GREEN DOVREBBE RIMANEREMarc Gasol ha vissuto una stagione da vero All-Star (17.4 punti e 7.8 rimbalzi in RS e 19.7+10.3 ai PO) ed è stato probabilmente il miglior lungo del 2014-2015, lo spagnolo infatti fa gola a svariate franchigie, anche se per ora gli Spurs e i Knicks sembrano essere in “pole position”. Da Luglio Gasol sarà unrestricted free-agent, ma fino ad ora non ha ancora avuto contatti con la dirigenza di Memphis e il suo futuro è molto incerto; fonti vicine all’ambiente hanno detto che il fratello minore di Pau resterà nel caso in cui i Grizzlies dovessero ottimizzare delle mosse di mercato per permettere al roster di fare il definitivo salto verso il titolo NBA. Arrivato a metà stagione da Boston, Jeff Green si è integrato bene nel sistema di gioco di coach Joerger e si è subito dimostrato un giocatore solido e una discreta risorsa offensiva nonostante un evidente calo nei playoffs; l’ala piccola 28enne dovrebbe esercitare l’opzione da 9.8 milioni di dollari sul suo contratto in vista della prossima annata e quindi, salvo colpi di scena, l’ex Thunder e Celtics rimarrà in Tennesseee.

CLIPPERS, IL RINNOVO DI DEANDRE JORDAN È UNA PRIORITÀ – Specialmente in termini di difesa, rimbalzi, atletismo e presenza sotto i tabelloni, il centro DeAndre Jordan, nonostante il clamoroso suicidio sportivo dei suoi Clippers nelle semifinali contro i Rockets, si è confermato per tutto l’anno una pedina essenziale del sistema di gioco di coach Doc Rivers. Infatti il giorno dopo la grande delusione di gara-7 l’allenatore dei losangelini ha fatto sapere che uno dei principali obiettivi della dirigenza durante l’estate è appunto quello di rinnovare il gigante 26enne, che diventerà free-agent. Per convincerlo a rimanere i Clippers gli metteranno sul piatto un ricco rinnovo da 105 milioni di dollari in cinque anni, ma Jordan è anche interessato a sottoscrivere un quadriennale da più di 80 milioni in un’altra franchigia. Los Angeles terrà come asso nella manica, per avere più disponibilità economiche sul mercato (vuole migliorare la panchina con un’ala piccola e un lungo), un contratto annuale da 18.9 milioni con opzione per un secondo accordo, che presumibilmente sarà un quinquennale da 143.7 milioni considerando l’incremento del salary cap. Ma certamente i Dallas Mavericks, la sua più probabile destinazione lontana da L.A., faranno più di un tentativo per portare il centro in Texas. Jordan ha viaggiato a 11.5 punti conditi da 15 rimbalzi e 2.2 stoppate in stagione regolare, mentre ai playoffs ha collezionato 13.1 punti aggiungendo 13.4 rimbalzi e 2.4 stoppate ad allacciata di scarpe.


PRIMO E SECONDO QUINTETTO DELLE MATRICOLE – Nella serata italiana di lunedì sono stati ufficializzati i primi due quintetti All-NBA per quanto riguarda i rookies. Il più votato è stato senza sorprese il ‘ROY’ Andrew Wiggins dei T’Wolves, leader delle matricole per punti (16.9 a uscita) che avrà sicuramente un futuro scintillante nella Lega di pallacanestro più affascinante del pianeta; dietro l’ala piccola 20enne ex Kansas c’è il montenegrino naturalizzato spagnolo dei Bulls Nikola Mirotic (10.2 punti e 4.9 rimbalzi), che ha usato la sua esperienza europea per emergere anche dall’altra parte dell’oceano; a completare lo “starting five” ci sono l’atletico, difensivo e promettente lungo dei 76ers Narlens Noel (9.9 punti, 8.1 rimbalzi e 1.9 stoppate), l’elettrizzante point guard dei Magic Elfrid Payton (8.9 punti e 6.5 assist) e l’esterno dei Lakers Jordan Clarkson (11.9 punti e 3.5 assist). Il secondo quintetto è invece composto da Marcus Smart dei Celtics, che a sorpresa e tra le polemiche non è stato inserito tra i primi cinque, il vincitore della gara delle schiacciate Zach LaVine, il serbo di Brooklyn Bojan Bogdanovic, l’imponente lungo bosniaco dei Nuggets Jusuf Nurkic (si è operato oggi al ginocchio e starà ai box per tre mesi) e Langston Galloway dei Knicks.

Howard in dubbio per gara-2 delle finali della Western Conference (Foto: www.gannett-cdn.com)

Howard in dubbio per gara-2 delle finali della Western Conference (Foto: www.gannett-cdn.com)

FLASH NEWS – A causa di un problema al ginocchio, Dwight Howard ha giocato solamente 26 minuti (7 punti e 13 rimbalzi) ieri notte durante gara-1 della finale della Western Conference persa contro Golden State. Il centro a fine partita ha rassicurato tutti facendo sapere che non è assolutamente nulla di grave, anche se la sua presenza per gara-2 è in dubbio. “Spero di poter giocare e di scendere sul parquet dopo essermi risposato”, ha spiegato ‘D12’.

Lamarcus Aldridge (23.4 punti e 10.2 rimbalzi), che ha tenuto i denti stretti nell’ultima parte di stagione per continuare ad aiutare i Trail Blazers, è finalmente andato sotto i ferri per risolvere una volta per tutte il problema ai legamenti del suo pollice della mano sinistra. L’operazione è perfettamente riuscita e la stella tornerà ad allenarsi a tempo pieno tra un paio di mesi.

L’esterno Garrett Temple rimarrà a Washington anche l’anno prossimo visto che ha deciso di esercitare la player option da 1.1 milioni di dollari per il 2015-2016. Sempre rimanendo a Washington, il 2 volte All-Star John Wall, reduce da una positiva avventura ai playoffs terminata alle semifinali (17.4 punti e 11.9 assist), ha detto che per ora non dovrà operarsi per le cinque fratture tra la mano e il polso; la point guard sarà seguita attentamente da uno specialista e se la situazione non dovesse risolversi in fretta potrebbe comunque andare sotto in ferri più avanti.

Dopo l’esonero di coach Monty Williams, continua la selvaggia corsa della dirigenza dei Pelicans per trovare l’allenatore adatto per la squadra in vista della prossima annata. New Orleans ha avuto il permesso di avere un incontro con l’ex allenatore dei Warriors Alvin Gentry e gli altri nomi candidati alla panchina sono Jeff Van Gundy, Scott Brooks e Tom Thibodeau, che ha ancora due anni di contratto ma a breve potrebbe lasciare ufficialmente Chicago. John Calipari (coach di Kentucky), ha invece negato tramite Facebook ogni voce che lo associava ai Pelicans, anche se nel roster sono presenti due suoi ex giocatori del calibro di Anthony Davis e Tyreke Evans.


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