ATLANTA HAWKS @ INDIANA PACERS 2-3

West super in gara 5 contro gli Hawks

West super in gara 5 contro gli Hawks


La partita
: Gara 5 ha confermato il trend emerso nelle prime 4 partite della serie. Ancora una volta, la squadra di casa, stavolta i Pacers, hanno imposto nettamente il fattore campo. Dopo un primo tempo in sostanziale equilibrio, Indiana è scappata nel terzo periodo, approfittando della oscene percentuali dal campo degli Hawks (che hanno tirato col 33,3%) e del conseguente strapotere al rimbalzo giallonero (51 carambole a 28). A dare il la alla fuga dei padroni di casa è stato un fallo tecnico ad un nervoso Josh Smith, che ha finito per chiudere il parziale di 18-5 col quale i Pacers hanno preso il largo. Coach Vogel ha ottenuto grandi cose da tutto il suo quintetto titolare, in particolare da Paul George (21, punti, 10 rimbalzi, 5 assist) e David West (24 punti con 11/16 dal campo e 5 rimbalzi), che in sede di commento della partita ha sottolineato però la prestazione difensiva dei suoi: “Per la prima volta nella serie siamo riusciti a difendere come vogliamo. Noi stavamo di fronte a loro, facendogli provare ad andare sopra e in mezzo a noi, tenendo le mani attive e sporcando tanti palloni”.

La serie: Come detto, quella tra Indiana e Atlanta si sta dimostrando la serie nella quale il fattore campo sta incidendo maggiormente. Finora la squadra di casa ha sempre vinto in maniera piuttosto netta, per cui, se non dovesse cambiare nulla, aspettarsi un finale a gara 7 è del tutto legittimo. Intanto, però, si torna ad Atlanta per gara 6. Qui gli Hawks hanno vinto con complessivi 32 punti di margine nelle due sfide interne giocate in questa serie ed i Pacers non vincono dal lontano 2006 (13 ko consecutivi).

Head to Head: Quintetto Indiana vs. Quintetto Atlanta. Lo starting five giallonero, in gara 5, ha messo a referto 86 punti (1 in meno di tutta Atlanta) col 60,8% dal campo, quello georgiano 53 punti col 31,0%. Nella netta supremazia a rimbalzo di Indiana, poi, da notare la doppia cifra raggiunta dai due esterni titolari con Stephenson a quota 12 e George a 10 carambole strappate in testa al duo Harris-Smith, fermatosi ai soli 5 di quest’ultimo.

 

BOSTON CELTICS @ NEW YORK KNICKS 2-3

Kevin Garnett non si tira certo indietro se c'è da spendere in fallo, specie su JR Smith (foto www.nba.com)

Kevin Garnett non si tira certo indietro se c’è da spendere in fallo, specie su JR Smith (foto www.nba.com)

La partita: Sul 3-0 per i Knicks, Boston sembrava sull’orlo del baratro. La vittoria d’orgoglio di gara 4 era sembrata l’ultima fiammata biancoverde prima della logica chiusura della serie al Madison, dove tra l’altro New York avrebbe anche ritrovato JR Smith dopo il turno di squalifica scontato. L’avvio bruciante dei bluarancio nel match (11-0 dopo 4’) sembrava il preludio alla disfatta di Boston. Ma la pessima serata al tiro di Anthony (22 punti ma 8/24 dal campo) e Smith (14 punti con 3/14 dal campo, senza andare a bersaglio per i primi 46’) ha punito severamente i Knicks, che pian piano sono scivolati indietro sotto i colpi di un sontuoso Garnett (16 punti e 18 rimbalzi), bravo a respingere la rimonta finale newyorchese col canestro del +7 a 48” dalla sirena. È stata la vittoria del “Celtics Pride” su dei Knicks parsi irrigiditi dalla paura di vincere davanti al proprio pubblico, nonostante un ottimo Felton (21 punti, 6 rimbalzi e 4 assist). Ora si torna a Boston, con Pierce e compagni ancora spalle al muro, ma con tutta l’inerzia della serie dalla propria parte, specie se Melo, dopo lo scontro con Garnett nel quarto periodo che l’ha fatto uscire per un problema alla spalla, non sarà quello delle prime 3 gare della serie.

La serie: Mai sottovalutare l’orgoglio biancoverde. Questi Celtics l’hanno dimostrato una volta di più. Sembravano morti e sepolti dopo gara 3 ed eccoli qua, ancora sotto ma per 3-2 e con gara 6 da disputarsi in casa. Nessuna squadra ha mai ribaltato una serie dal 3-0, ma intanto si torna a Boston…

Head to Head: Jason Terry vs. JR Smith. I due sesti uomini di lusso sono stati gli aghi della bilancia della serie. Terry ha bissato la strepitosa gara 4 con una gara 5 da 17 punti con 5/9 dalla lunga distanza, finendo con un eloquente +13 di plus/minus, che ne evidenzia il peso specifico decisivo nel successo dei suoi. Smith, dal canto suo, pur rimanendo poco sotto le sue medie realizzative stagionali (14 punti), ha trovato il canestro solo nei due minuti finali, quando con i suoi unici 3 canestri della partita (3 triple in rapida successione) ha riportato New York a -5. Ma non è bastato.

 

Patrick Beverley non sta facendo rimpiangere Jeremy Lin (foto www.nba.com)

Patrick Beverley non sta facendo rimpiangere Jeremy Lin (foto www.nba.com)

HOUSTON ROCKETS @ OKLAHOMA CITY THUNDER 2-3

La partita: Grande prova di forza dei Rockets a Oklahoma City, dove pur privi di Lin ma trascinati dalla mano caldissima di Harden (31 con 7/9 da 3 punti) Houston ha condotto per gran parte del match su dei Thunder che, senza Westbrook, hanno trovato solo nel solo Jackson (20 punti) una spalla da offrire al solito Durant (36 punti, 7 rimbalzi e 7 assist). Con un attacco troppo Durant-dipendente e un brutto 8/33 da 3 punti (era addirittura 1/12 all’intervallo), Oklahoma non è riuscita a fare la differenza nemmeno in difesa, con Sefolosha maltrattato da Harden e Asik che ha risposto ai falli sistematici per mandarlo in lunetta negli ultimi 5 minuti con un ottimo 13/18, arricchendo il suo bottino finale di 21 punti e 11 rimbalzi. Ancora molto bene nel ruolo di vice-Lin Beverley, che ha portato alla causa texana 14 punti e 8 rimbalzi nonostante i sonori fischi che lo hanno accompagnato per tutto il match (Westbrook si è infortunato al ginocchio in un contatto con l’ex Olympiacos). “Ho cercato di dare tutto quello che avevo – ha detto il grande ex James Harden a fine partita – ho dormito tutto il giorno per avere la giusta energia. Significava molto per me oggi, era una partita da vincere o andare a casa”.

La serie: Discorso analogo a quello di New York-Boston. Chi pensava di avere Houston a gara 6 dopo il 3-0 iniziale? Ed ora invece si torna a casa dei Rockets, anche se la truppa di coach McHale rischia di perdere un altro pezzo, visto che Delfino, che non è più rientrato dagli spogliatoi dopo metà gara per un infortunio al piede, sembra a rischio. È ovvio però che sta emergendo con sempre maggior evidenza il peso dell’assenza di Westbrook in casa Thunder. Il play toglieva spesso la pressione offensiva dalle spalle di Durant, che senza di lui è costretto a “cantare e portare la croce”. Se poi Kevin Martin è quello di ieri (3 punti con 1/10 dal campo) si fa tutto più difficile.

Head to Head: Percentuali dall’arco. A tradire i Thunder è stata la cattiva serata nel tiro da fuori. Come detto, Oklahoma ha chiuso con un brutto 8/33 complessivo, a fronte del buon 14/35 dei Rockets, che diventa 14/31 considerando il solo trio Beverley-Harden-Garcia. Oklahoma ha pagato caro l’1/8 di KD35 e lo 0/5 di Martin, trovando insperate risorse solo nel 5/12 del duo Jackson-Sefolosha.